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Sweet 16, gli Oscar ai migliori giocatori non-protagonisti

Autore: Manuel Follis
Data: 21 Mar, 2018

Di Marvin Bagley o Kevin Knox arrivati a questo punto dovreste aver sentito parlare (No? Come no?! Cliccate qui oppure qui e correte ai ripari). Ma le Sweet 16 sono piene di giocatori meno noti, ma non per questo meno importanti. Ecco una carrellata (in ordine alfabetico) di giocatori che non potete lasciarvi scappare. I nostri Oscar per i giocatori-non-protagonisti. Spesso però più importanti di chi gode delle luci della ribalta.

Jordan Caroline (PF, Nevada)

Vi siete sempre sentiti un lungo anche se alti 1,70? Il corso su “come vivere in un mondo di giganti senza esserlo” ve lo fa (gratuito) Caroline a ogni partita di Nevada. Non arriva ai 2 metri, non ha il fisico scolpito (anzi), ma si muove a suo agio sotto i tabelloni. E se c’è un tiro da 3, lo prende. Z-bo ha un figlio. Sappiatelo.

Jordan Caroline – Nevada

Donte DiVincenzo (G, Villanova)

Punto primo, è un paisà, quindi ci sta simpatico. Secondo, è una delle poche guardie bianche che sui blocchi contro di lui si fanno male gli altri. Tiratore operaio, nell’inizio arruginito contro Alabama ha mostrato di essere un ingranaggio perfetto di una Villanova chirurgica.

Rui Hachimura (SF/PF, Gonzaga)

Talento e fisico. O anche il prospetto Nba più nascosto che c’è in queste Sweet 16. Il sistema Gonzaga crea giocatori totali e il giapponese sta lavorando su molti aspetti del suo gioco. Non lascerà il college quest’anno, ma va monitorato con attenzione. Già oggi è un HL vivente.

DJ Hogg (SF/PF, Texas A&M)

Cosa deve fare il povero Hogg per meritarsi un po’ di attenzione? Tutti a parlare della star Nba Williams e del centro Davis. Forti eh. Ma Hogg è un 6-9 che tira con il 38% (abbondante) dall’arco ed è capace di segnare in tutti i modi. Aiuta a rimbalzo e negli assist. Un sottovalutato per eccellenza.

Donte Ingram (G/SF, Loyola-Chicago)

Ha segnato il buzzer in finale di conference per portare i Ramblers al torneo. Poi ha segnato un altro buzzer per battere Miami al primo turno. È il miglior rimbalzista della squadra al Torneo (6.4). Se si scoprisse che fa le pulizie in spogliatoio, non ci sarebbe da stupirsi.

Sagaba Konate (C, West Virginia)

Il più celebrato dei Moutaineers è (giustamente) Jevon Carter. Ma se trovate in tutta la Ncaa un lungo con più attitudine difensiva di Konate, vi paghiamo una birra. Corre il campo come Carl Lewis degli anni d’oro e in più salta, lotta e si sbatte. Un guerriero.

Sagaba Konate – West Virginia

Dakota Mathias (G, Purdue)

È brutto essere un giocatore forte in una squadra con gente “più forte” di te. Si parla di tutti, ma non di lui che però è il miglior difensore della squadra (cui viene sistematicamente affibbiato il più forte avversario). E quando c’è da tirare da 3, la mano non trema mai.

Charles Matthews (G/A, Michigan)

Kentucky non era casa sua, Michigan sì. La stagione ha avuto finora alti e bassi pazzeschi. Alti da star Nba, bassi da casa di cura in campagna. Ma al Torneo sembra entrato con il giusto mood. Atleta pazzesco che litiga con i tiri liberi (ma al torneo è 6/8).

Malik Newman (G, Kansas)

Tutti a parlare di Devonte’ Graham, ma se c’è qualcuno che nel finale di stagione ha alzato ritmi e produzione offensiva è Newman. Nelle ultime 5 gare, è 19/32 da 3 (sfiora il 60%) su più di 5 tentativi a partita. Un killer.

Josh Perkins (PG, Gonzaga)

Un leader e soprattutto IL leader degli Zags, in spogliatoio e in campo. Tiro, penetrazione, difesa, passaggi. È reduce da una Final Four persa, ma giocata da protagonista. Primo in squadra per minuti in campo, assist e palle rubate.

Kendall Stephens (SF, Nevada)

La difesa di Cincinnati (una delle migliori di tutta la Ncaa) aveva un solo grande diktat scritto sulla lavagna pre-partita: non fate tirare Stephens, non dategli una visuale buona del canestro, non fatelo uscire a suo agio dai blocchi. Lo sanno tutti. Difendono tutti alla morte sul suo tiro. E nonostante questo, è al 44% da 3 in stagione. Ah com’è finita con Cincinnati? 13 punti, 5/9 dal campo e Nevada alle Sweet 16.

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