Home 9 Focus 9 Tutti gli uomini di Penny Hardaway

Tutti gli uomini di Penny Hardaway

Autore: Isabella Agostinelli
Data: 18 Giu, 2019

In questi ultimi mesi, il mondo del college basketball sembra ruotare intorno a Memphis e l’artefice di questa rinnovata attenzione verso l’ateneo del Tennessee è Penny Hardaway. È infatti grazie a lui e al suo magnetismo se quella dei Tigers è diventata una delle piazze più calde ed ambite dalla Classe 2019.

L’ex stella NBA è tornato alla sua alma mater lo scorso anno dopo essere stato allenatore alla Memphis East dove aveva saputo catalizzare l’entusiasmo dei ragazzi della zona e persino reclutare un certo James Wiseman che di lì a pochi mesi sarebbe diventato il giocatore al numero #1 della classe. Quando il 20 marzo 2018 si è presentato come coach di Memphis, lo ha fatto con un discorso non scritto ma che è andato dritto al cuore dei presenti e dei fan dei Tigers: “I go for it all or go for nothing at all”. O tutto o niente.

Un atteggiamento che gli ha permesso non solo di scippare D.J. Jeffries a John Calipari, ma anche di assicurarsi Wiseman e altri due top 100 (Danridge e Baugh).

Wiseman con Penny Hardaway e Mike Miller

Carisma e assi nella manica

Il merito maggiore di Hardaway è stato quello di estendere la sua aurea anche al di fuori di Memphis e del Tennessee ispirandosi al sistema lanciato anni prima da LeBron James ai tempi di Miami e di cui Penny ha saputo far tesoro: “In NBA è il giocatore stesso a reclutare il suo migliore amico, il ragazzo con cui ha giocato o con cui si è trovato meglio in squadra”, ha spiegato quando gli hanno chiesto il segreto del suo successo nel recruiting. “Lo stesso accade nel college. È quello che è successo lo scorso anno a Duke ed è quello che vogliamo che accada anche qui a Memphis”.

Il fascino del nuovo coach di Memphis sta anche nel suo passato da pro. Tutti i giovani che arrivano al college sognano di vestire un giorno la maglia di qualche franchigia della massima serie americana. Il nuovo coach dei Tigers non ha certamente il curriculum e i titoli di Coach K o Calipari, ma ha giocato in NBA e questo vale molto di più agli occhi di questi giovani. Lui è già stato dove vogliono arrivare loro e sperano di carpire ogni più piccolo segreto per poter sfondare a loro volta.

Penny Hardaway (marcato qui da Kenny Smith) ai tempi degli Orlando Magic

Senza contare l’appeal che ha la sua linea di scarpe. I teenagers sono ossessionati dalle scarpe e la Nike Air Penny è una delle linee più iconiche. Non a caso è un tema che viene fuori spesso negli incontri con i giocatori, un tema che è diventato una sorta di asso nella manica al momento della firma.

Ma non si tratta solo di appeal. Affatto. Penny ha dimostrato di essere anche molto accorto. Innanzitutto, al suo fianco ha voluto altri due ex NBA: Mike Miller e Sam Mitchell. Ha poi capito l’importanza del recruiting a livello di college basket, soprattutto nel periodo a ridosso della March Madness. Si è trovato quindi nel posto giusto al momento giusto. Guai a pensare che si tratti di pura fortuna: era consapevole che l’arrivo di Wiseman rappresentasse un vero e proprio colpo, un colpo che si può fare poche volte nella vita. E lui lo ha sfruttato per mettere insieme una squadra che si è già presa il podio per la miglior recruiting class del 2019.

Tutto il talento dei Tigers

Sul fatto che sia uno dei migliori recruiter in questo momento non c’è dubbio, ma di fatto ancora Hardaway non ha vinto nulla. Se non un’attenzione particolare da parte della NCAA che sta tenendo d’occhio il sistema creato dai tre “padroni di Memphis”.

Andiamo quindi a vedere in dettaglio le gemme di questa corazzata (sei giocatori su sette sono tra i migliori 100 a livello nazionale) iniziando con i tre giocatori di casa cresciuti a basketball e… Penny Hardaway: James Wiseman, Damion Baugh e Malcom Dandridge.

Numero 1 del ranking, 5-star recruit di 2.13 di altezza e 2.25 di wingspan, James Wiseman è stato il più grande colpo messo a segno da Penny. Cresciuto alla Memphis East e nel Team Hardaway nella AAU, è un giocatore completo, efficace su entrambi i lati del campo. Un lungo con caratteristiche fisiche e atletiche praticamente uniche col potenziale per essere devastante in attacco in una gran varietà di soluzioni, giocando di fioretto o di pura potenza – per non parlare poi delle sue eccelse qualità di rim protector.

 

Anche Damion Baugh è una star locale. Nato e cresciuto in città, è una delle guardie più interessanti di questa classe 2019. Ha un grande senso del canestro e quando giunge in area va fino in fondo. Ha un grande controllo del corpo e sa tirare un po’ da ogni angolo. Un mix di atletismo e fisicità che lo rende anche un buon difensore soprattutto contro le guardie avversarie.

Quattro stelle anche per il power forward, numero 100 del ranking Malcom Dandridge. Grande stacanovista, non solo è un difensore possente e abile nei rimbalzi, ma sa anche correre e trovare bene i suoi compagni. Arriva a Memphis dopo un infortunio al ginocchio che potrebbe mettere un po’ a rischio la parte iniziale della sua stagione, ma la sua etica del lavoro sarà sicuramente un fattore di crescita importante per tutti i suoi compagni di squadra.

Da fuori stato provengono invece D.J. Jeffries, Lester Quinoes, Precious Achiuwa.

Come Wiseman, DJ Jeffries è un 5-star recruit e come lui è stato allenato da Penny Hardaway nel circuito AAU nel 2017. Dopo aver inizialmente indicato Kentucky, ha annunciato di aver riaperto il suo reclutamento e seguito il suo mentore a Memphis. Jeffries è un’ ala piccola versatile e atletica al #9 della sua class. Al grande atletismo aggiunge anche una certa facilità dalla linea del tiro da 3 e una grande abilità nel creare gioco per i suoi compagni.

 

Quinoes è una shooting guard di New York proveniente dalla IMG Academy. Tra i migliori 10 atleti nel suo ruolo (#9) ha trascinato la sua squadra alla vittoria della Pep School National Championship. Dopo che il ragazzo aveva fatto visita ai Tigers il 13 marzo, Penny e Mike sono andati a fargli visita spesso, definendolo come una “priorità” del loro futuro team. Dotato di grandi percentuali al tiro dalla lunga distanza e una sana dose di creatività in attacco (il suo QI cestistico è molto elevato), con Wiseman potrebbe dare vero spettacolo.

Achiuwa è arrivato a Memphis proprio grazie al sistema con cui Hardaway ha voluto impostare il suo recruiting. In conferenza stampa, Quinoes aveva infatti detto che avrebbe lui stesso si sarebbe prodigato per portare a Memphis anche il suo migliore amico: Precious Achiuwa. E così è stato. Il 5 star recruiting da Montverde, Florida, ha scelto i Tigers su Kansas. Dotato di grande leve, piedi agili e una buona stazza, è un giocatore che fa la differenza in difesa. È capace di leggere molto bene il pick & roll e a proteggere il ferro. Ma non disdegna la fase offensiva, soprattutto in fase di transizione. Al Mc Donald’s All American Honors ha messo insieme 22 punti e 9 rimbalzi in appena 17 minuti. Con il suo arrivo, l’ultimo in ordine di tempo, la class 2019 di Memphis è schizzato al numero 1 del ranking.

 

A queste sei stelle bisogna poi aggiungere Rejean “Boogie” Ellis, il miglior uncommitted senior di questa stagione. Pur di andare a Memphis ha chiesto di recidere la sua “letter of intent” con Duke lo scorso maggio. Il motivo è presto detto: “Potrei imparare come essere una guardia in NBA direttamente da Hardaway e giocare con alcuni dei migliori talenti in circolazione”.

Dalle parole ai fatti

Wiseman ha giustamente twittato “It’s getting crazy”. Ma con i grandi nomi arrivano anche le grandi aspettative e anche tanta pressione, soprattutto in una piazza, come quella di Memphis che manca alla March Madness ormai dal 2014. Ma Penny non si tira indietro. Anzi, a chi gli fa notare che è facile scottarsi (vedi Duke che nonostante Williamson, Barrett e Reddish si è fermata alle Elite 8), lui risponde: “Quando ho accettato il lavoro, sapevo quello che mi aspettava. Non fuggo davanti alle aspettative di questa comunità né davanti alla pressione. Quello che voglio fare è precisamente trasformare questa pressione in qualcosa di grande”.

In fondo, Memphis è un college che vanta una certa tradizione. Prima che Calipari cedesse alle sirene di Kentucky, dal 2000 al 2009 aveva trascinato il programma alla vittoria della conference per quattro anni consecutivi e a una finale nel 2008. Per questo, il successivo mandato di Josh Pastner (2009-2016) e di Tubby Smith (2006-1018), con appena un terzo round raggiunto nel 2013 e nel 2014 ha lasciato molto amaro in bocca. Hardaway con la sua top class potrebbe essere davvero l’uomo della svolta e della rinascita di Memphis. Se tutto questo clamore si trasformerà in qualcosa di concreto o rimarrà solo fumo, sarà il campo a deciderlo.

Articoli correlati

Il talento (unico) di Ayton in attacco

Un lungo con il talento di Ayton non si vedeva da anni al college, un'analisi di tutto ciò che rende Leggi tutto

Maryland, fate largo ai nuovi freshmen

Bruno Fernando e Darryl Morsell sono la vera sorpresa dei Terrapins. Con la loro energia e i loro punti sono Leggi tutto

Collin Sexton, a fun guy to watch
Collin Sexton (Alabama)

Veloce, esplosivo, tecnico e anche sopra le righe. Ecco il freshman che ha riportato entusiasmo e divertimento ad Alabama come Leggi tutto

La due giorni di fuoco di Keenan Evans

Keenan Evans ha fatto fuoco e fiamme nelle ultime partite, dominando prima contro Boston College e poi contro Northwestern. Ecco Leggi tutto

Washington State: i migliori della Pac12 (per ora)

La vittoria del Wooden Legacy e un record di 6-0 rendono WSU la miglior squadra della Pac12. Corsa,triple e rimonte Leggi tutto