
Aaron Nesmith
Luogo di nascita: Charleston, South Carolina
Data di nascita: 16/10/1999
Altezza: 198 cm
Peso: 97 kg
Ruolo: 2-3
Squadra: Vanderbilt
Stats 2019-20: 23.0 PTS, 4.9 REB, 0.9 AST, 1.4 STL, 52.2% 3FG
#12 nel Super Mock Draft NBA
Carriera
“Sei sei una potenziale prima scelta al Draft, ti voglio fuori di qua a giocarti le tue chance. Se sei una potenziale seconda scelta, torna all’università e ti trasformo in una prima”. Così Jerry Stackhouse ha convinto Aaron Nesmith a passare un altro anno a Vanderbilt. Il risultato? È diventato il miglior tiratore della Division I. Un’esplosione incredibile, con quattro partite con più di sette triple segnate e tanta difesa. Poi l’infortunio al piede destro all’esordio in Sec ha mozzato le ambizioni di Vanderbilt (3-15 in conference). Nonostante la lunga assenza dai campi, il suo tiro lo rende un prospetto da lottery.
Punti di forza
Tiro da tre – Numeri alla mano, è il miglior tiratore della scorsa Division I, nonostante le sole quattordici partite giocate: 52.2% da tre su 8.2 tentativi (da freshman, tirava col 33.7% su 5.5 tentativi), ha un range Nba ed è fenomenale a posizionarsi nel modo migliore in uscita dai blocchi. Nell’ultimo anno è migliorato anche nelle situazioni dal palleggio, aggiungendo lo step back per creare separazione (frutto di ore di visione dei video di CJ McCollum). Non ha uno spot preferito da dove tirare: è una minaccia lungo tutto l’arco, come si vede dalle shot chart.
Etica del lavoro – I miglioramenti al tiro sono frutto tanto lavoro in palestra. Quest’anno, a fine allenamento, era sottoposto ad una sfida costante al tiro contro il coach: si partiva da cinque metri, ogni due tiri segnati si retrocedeva di un metro fino ad arrivare a dieci metri. Chi sbagliava, avanzava. Sembra essere un prospetto abbastanza definito, ma con questa mentalità potrebbe aggiungere nuove armi al suo arsenale.
Team Guy – Aaron Nesmith mette il suo fisico agile e lungo (210 cm di wingspan) al servizio della squadra. Blocchi granitici lontano dalla palla, lotta feroce a rimbalzo, buonissimi tempi in aiuto (anche a protezione del ferro) e giocate intelligenti lo rendono un giocatore utile all’interno di un sistema di gioco.
Punti deboli
Creazione – Ha sempre giocato con un play vicino (Saban Lee o Scottie Pippen) e pecca nella creazione di gioco per sé e per i compagni. Tolta la tripla in step back, difficilmente riesce a battere l’avversario dal palleggio o a concludere al ferro in maniera efficace e, in penetrazione, raramente scarica la palla in angolo. Pecca anche nelle semplici letture quando viene raddoppiato in uscita dai blocchi.
Infortunio – L’infortunio al piede potrebbe essere un problema in vista della prossima stagione, la quale dovrebbe iniziare a gennaio. Non giocherebbe da un anno e potrebbe volerci un po’ prima di tornare alla forma migliore. La frattura da stress non è un infortunio che, solitamente, si trascina per tutta la carriera: Kevin Durant ad Oklahoma l’ha avuto ed è tornato alla grande.
Velocità – Nesmith manca di primo passo in entrambe la fasi di gioco. Ha un telaio perfetto per poter diventare un grande difensore perimetrale anche in Nba, ma spesso si è fatto trovare sbilanciato o sorpreso dal primo passo dell’attaccante. In Ncaa lo recuperava per netta superiorità fisica, in Nba potrebbe essere un problema. In attacco, l’assenza di primo passo non gli permette di essere pericoloso in situazioni di close out o di handoff, quando gli chiudono la strada al tiro.
Paragone
Da quando è bambino sogna di diventare come Khris Middleton, star della sua stessa high school. Più plausibile, come best case, una carriera di alto livello alla J.J. Reddick. Il worst potrebbe essere un tiratore qualsiasi alla Wayne Ellington che non ha trovato continuità in carriera.