Home 9 MM2018 9 Round 2 (a) 9 West – Colpo gobbo di Michigan, Gonzaga brilla

West – Colpo gobbo di Michigan, Gonzaga brilla

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 18 Mar, 2018

Poole, un eroe all’improvviso

Un canestro senza senso, dal nulla. Houston pensava ormai di averla vinta, con Devin Davis pronto a tirare i due liberi della sicurezza e Michigan con le mani nei capelli, dopo due possessi in cui il ferro proprio non aveva voluto saperne di fare entrare quella palla. Ma si chiama March Madness. Davis sbaglia, Mo Wagner prende il rimbalzo, time out.  Il resto è un finale degno della pazzia di marzo, Jordan Poole e un buzzer beater da 3 punti con l’uomo addosso e da distanza siderale.

 

Un canestro che ha regalato la vittoria alla squadra che, probabilmente, lo meritava meno. Perché Houston è stata più continua, più convinta, più quadrata nella partita. Rob Gray ha regalato il solito grande effort, nonostante un inizio di partita problematico, con poca precisione e con una difesa avversaria che lo ha isolato dal resto del team e tenuto a 2/11 dal campo. Ma parliamo di Rob Gray, uno con il fuoco dentro. Al rientro ne ha messi 15: da tre, in penetrazione, con il floater, insomma, in qualunque modo. Ha chiuso la partita e la carriera universitaria con 23 punti e 10 rimbalzi. Ci mancherai, Rob.

E l’altra star della gara, Mo Wagner? Ancora in difficoltà (nonostante abbia chiuso con 12 punti, 7 rimbalzi e 3 assist), dopo un primo turno da soli 5 punti. Il tedesco non ha ancora trovato il feeling con il Torneo, ma è stato comunque fondamentale per i suoi Wolverines, sia nel momento in cui Houston ha provato la fuga a metà secondo tempo, sia nel finale con i 4 punti prima della bomba di Poole. Michigan ha tirato tanto e male, ha fatto fatica ma è sempre rimasta a contatto. Quanto basta per trovare un improbabile freshman con il buzzer a 9 metri dal canestro.

Norvell, un eroe consolidato

Gonzaga conquista la suo quarta qualificazione consecutiva alle Sweet 16 grazie a una vittoria su Ohio State (90-84) nella quale ha palesato delle qualità da squadra vincente: carattere, versatilità e, infine, l’emergere di un Eroe di Marzo (che di certo male non fa, per farsi largo nel Torneo). Insomma, le perplessità legate al successo risicato nel turno precedente sono già fugate.

I Bulldogs sono partiti a razzo e poi non si sono scomposti davanti al rientro degli avversari, nemmeno in una serata storta a cronometro fermo (19/31, a un certo punto era 4/14) e col lungo Johnathan Williams limitato dai falli (non è una novità).

La truppa di coach Mark Few ha mantenuto livelli altissimi d’efficienza realizzativa (53.4% dal campo), potendo contare su un trittico di protagonisti di prim’ordine. Josh Perkins (10 punti e 8 assist) è stato solido in regia e autore di giocate preziose in momenti delicati. Rui Hachimura (25 punti e 4 stoppate in 25′), pur balbettando ai liberi, si è prodigato nei suoi soliti, numerosi lampi da iradiddio. Infine, il più importante di tutti: Zach Norvell Jr. (28 punti), dopo aver deciso la partita con UNC Greensboro, ha preso per mano gli Zags facendo di tutto, dal colpire a ripetizione dall’arco (6/11) al mettere in crisi i Buckeyes puntando il canestro con forza, fino all’essere un fattore inaspettato sotto i tabelloni (ben 12 rimbalzi), il tutto con intensità e continuità da leader vero. Anima della squadra dentro e fuori dal campo, il freshman sta facendo passi da gigante nella parte più importante della stagione.

 

Restando in tema di “carattere”, non si può dire che Ohio State ne abbia difettato: il suo problema, più che altro, è stato il non impiegarlo sin dalla palla a due. Tanto nervosismo, lay-up sbagliati, un tecnico rimediato e nessun punto per oltre 6 minuti: questi gli ingredienti del tremendo 15-0 iniziale. Riaprire il discorso non era cosa semplice ma la squadra della Big Ten ci è riuscita grazie alla classe di Keita Bates-Diop (rebus irrisolto per la difesa di Gonzaga e autore di 14 punti per tempo) e alla resilienza del collettivo, Kam Williams in testa (19 punti).

La sconfitta brucia, ma i Buckeyes possono essere soddisfatti: coach Chris Holtmann ha dimostrato di valere ogni dollaro del suo lauto stipendio, conducendo la squadra a una stagione sopra le aspettative e dando l’impressione di poterla portare ai massimi vertici in molto meno tempo del previsto.

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