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Ace Bailey, lo scorer fenomenale di Rutgers

Ace Bailey
Autore: Andrea Mauri
Data: 21 Feb, 2025

La storia di Ace Bailey con Rutgers inizia con la vittoria contro Ohio State del gennaio 2023, ben prima di quella del migliore amico Dylan Harper. No, non c’era lui in campo, ma era seduto proprio dietro la panchina di coach Steve Pikiell. La vittoria, le parole rivolte a lui e all’allora compagno di high school Jamichael Davis, e l’ambiente elettrico hanno convinto il ragazzo di Chattanooga a dire sì. Da lì è cominciata la spasmodica attesa di vederlo in campo e culminata con l’esordio dello scorso novembre contro Monmouth.

Le aspettative su Bailey erano e sono tuttora altissime. In brevissimo tempo ha dimostrato di essere uno scorer con pochi eguali, con tre partite da trenta o più punti. Su tutte, spicca la prestazione nella sconfitta contro Indiana che lo ha reso il primo ad avere un box score da 39 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate dal 2013, quando ci riuscì Andrew Wiggins. Uno dei grandi punti a favore del freshman di Rutgers è la meccanica di tiro che possiede: movimento fluido, piedi sempre perfetti e rapidissimi a muoversi. Questo gli permette di poter attingere da un ventaglio amplissimo di soluzioni con cui poter andare a canestro da tutti e tre i livelli come messo in mostra contro gli Hoosiers.

E se fosse solo un tiratore?

Nonostante questi pregi, il gioco offensivo di Bailey manca di efficacia quando si tratta di attaccare il ferro o meglio, di concludere. Già perché nonostante un’atletismo fuori scala per la sua stazza, questo non è sufficiente per permettergli di mettere sufficiente distanza tra sé ed il proprio marcatore. Quando si tratta di layup, Bailey viaggia ad un modesto 47.5% dal campo e con la presenza di un lungo a sbarrargli la strada questa percentuale scende ancora. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di mettere su muscoli su un fisico forse ancora troppo esile, così da poter reggere l’urto con i centri avversari che gli si parano davanti.

Un’altra possibile red flag potrebbe essere rappresentata dal suo playmaking. Nella high school aveva dimostrato di avere una buona visione del gioco e di saper effettuare assist decisivi e alle volte complicati. Questo, a Rutgers, non si è ancora visto. In ventiquattro partite ha messo a referto solamente 28 assist, con più di un match senza muovere la casella del tabellino. Coach Pikiell potrebbe avergli chiesto di concentrarsi principalmente su fare punti, ma per ciò a cui ambisce Bailey serve essere completi in tutte le fasi del gioco.

Un difensore intelligente

Detto di alcune macchie presenti sulla sua candidatura alla numero uno del prossimo NBA Draft, va aggiunta anche qualche altra nota di merito. Ed una di queste è la difesa.

Nel breve video tratto dalla partita contro Alabama si vedono tutte le migliori capacità di Ace Bailey quando si tratta di difendere: intercetto, stoppate e capacità di leggere perfettamente le traiettorie di passaggio da chiudere. La wingspan di 214 cm gli permette di fiondarsi sulla maggior parte dei palloni che gli orbitano intorno e, considerando che la maggior parte del tempo lo passerà a difendere sul perimetro, questo gli permette di interrompere molti schemi, costringendo gli avversari a soluzioni alternative. Tuttavia, anche questo potrebbero essere annullate. Il movimento di piedi che in attacco gli permette di essere sempre fluido, applicato all’altro lato del campo gli permette di piombare in velocità su molti tentativi di penetrazione. L’unico miglioramento da dover effettuare è sulla difesa lontano dalla palla: spesso si distrae guardando solo la palla lasciando così il tiratore troppo libero.

Il futuro in NBA

Sebbene sarà molto dura strapparla a Cooper Flagg, Ace Bailey è uno dei candidati alla prima scelta del prossimo Draft. Verosimilmente lo vedremo tra i primi tre e questo per via del margine di miglioramento che può avere se sostenuto adeguatamente. Ad oggi è già un ottimo two-way player, senza troppe pretese di playmaking, ma con possibilità di poter diventare anche un giocatore su cui poter costruire il proprio roster.

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