Eccoci nella parte alta del secondo giro del nostro Super Mock Draft NBA, piena di giocatori protagonisti al college e, per questo, largamente discussi durante la stagione, anche e non solo in ottica Draft. Infatti, per esempio, qui troviamo appaiati i due giocatori che hanno fatto le fortune di Michigan State negli ultimi anni: Cassius Winston e Xavier Tillman.
40. Tyler Bey – PF – Colorado – Jr.
13.8 PTS, 9.0 REB, 1.5 AST
Lungo dalla statura contenuta (201 cm) ma con ottima apertura di braccia (213 cm) e spiccate capacità sul piano fisico e atletico, le sue prestazioni ne hanno fatto presto l’uomo da tenere d’occhio di Colorado nel corso dell’ultima annata. Ottimo rimbalzista (addirittura 17° in NCAA per DR%), la difesa è il suo regno. Schierato da 4, al college era però sostanzialmente in grado di stare col fiato sul collo a giocatori di qualsiasi tipo e ruolo, grazie a un mix non comunissimo di rapidità, fisicità e intelligenza cestistica. Qualità, queste, che potrebbero farne una pedina di assoluto valore al piano di sopra. Nella metà campo offensiva, il discorso cambia parecchio. Non ha troppi punti nelle mani e tira molto poco dalla distanza (1 tentativo a partita), seppur con percentuali di certo confortanti (41.9%). Se cresce, saran dolori.
39. Malachi Flynn – PG – San Diego State – Jr.
17.6 PTS, 4.5 REB, 5.1 AST
L’uomo rivelazione della squadra rivelazione dell’ultima stagione, Flynn ha compiuto un salto in avanti notevole rispetto alle due (comunque buonissime) sue stagioni a Washington State. Fulcro dell’attacco degli Atzecs, è una PG capace davvero di segnare un po’ in tutti i modi e il suo 36.8% da tre è davvero ottimo se inquadrato nel contesto (6.5 tentativi a gara di cui solo 63.2% assistiti). Oltre all’onere dei canestri complicati, Flynn ha orchestrato l’attacco dei suoi (30.6 di Assist Rate) partendo spesso da situazioni di pick and roll e non si è risparmiato mai nella propria metà campo: mani veloci e QI ne fanno un difensore validissimo sul portatore di palla avversario, tant’è che è stato premiato come difensore dell’anno nella MWC. Giocatore completo, insomma, che presenta un solo punto interrogativo: la taglia e l’atletismo normali quanto saranno un limite al piano di sopra?
38. Cassius Winston – PG – Michigan State – Sr.
18.6 PTS, 2.5 REB, 5.9 AST
Nettamente fra le cose migliori da ammirare nel college basket dell’ultimo paio d’anni, Cassius Winston è reduce da una stagione per lui segnata dalla tragica scomparsa del fratello, lutto che però non ne ha davvero scalfito le prestazioni in campo. Carattere praticamente perfetto, cuore instancabile e metronomo d’élite (36.6 di ARate), ha dimostrato a più riprese di saper creare per gli altri in situazioni diverse e con ritmi molto vari. In attacco ha saputo essere una gran spina nel fianco anche quando si trattava di trovare soluzioni personali, specie dalla distanza (43.2% da tre), ma in ottica pro le sue doti fisiche (185 cm d’altezza) e il suo scarso successo nell’attaccare il ferro (51.9% nelle conclusioni ravvicinate) dovrebbero finire per essere limiti evidenti. Ciò non toglie però che Cassius Winston potrà essere un back-up validissimo.
37. Xavier Tillman – PF – Michigan State – Jr.
13.7 PTS, 10.3 REB, 3.0 AST
Lungo che potrebbe intrufolarsi alla fine del primo giro (infatti è sorprendente che stia ancora tenendo la porta aperta per un eventuale senior year a Michigan State), il fatto che giocasse quasi esclusivamente da 5 e che non potrà replicare queste vesti al piano di sopra (parliamo di un 2.03 senza doti atletiche di particolare rilievo) fa sollevare qualche sopracciglio, ma non c’è dubbio che ci sia di che apprezzare nel suo gioco. Se l’attacco degli Spartans ha spesso e volentieri funzionato come un orologio, parte del merito va di certo a Tillman: dal punto di vista realizzativo, non farà strabuzzare gli occhi né in post basso né dalla distanza, ma parliamo di un passatore straordinario per qualcuno del suo ruolo, capace di far creare una marea di grattacapi come rollante, e che sa trarre il massimo dalle situazioni che gli si presentano dinanzi. Se troverà il modo di tradurre la sua solida difesa fra i pro, può diventare un bel jolly.
36. Paul Reed – PF – DePaul – Jr.
15.1 PTS, 10.7 REB, 1.6 AST
Decisamente il più grezzo del lotto qui, ma forse è anche il più intrigante. Il lungo di DePaul è un atleta fatto e finito per il piano di sopra, capacissimo d’imporsi a rimbalzo (25.8 di DR%) e di difendere con successo anche contro gli esterni (2.6 stoppate e 1.9 recuperi a partita). Queste sono le due carte principali da giocare per una chance fra i pro, ma Reed può crescere ancora molto anche nella fase offensiva. Già difficile da arginare in campo aperto, contro la difesa schierata mostra un tiro dalla meccanica che non suggerisce grossa affidabilità, ma i numeri non sono completamente contro di lui: 30.8% da tre – non pessimo per un lungo – con diversi tiri messi da distanza NBA.