E’ la miglior guardia della classe 2019, il n.2 della top 100 di Espn e il miglior talento reclutato da North Carolina.
Conosciamo Cole Anthony, uno dei giocatori più interessanti della prossima stagione di Division I.
Un privilegiato affamato
La parabola ascendente di Cole Anthony sembra essere unica sotto diversi punti di vista. Rispetto a tanti, forse tutti i suoi coetanei, affermarsi nella pallacanestro non è un’esigenza economica ma soltanto una volontà personale. Figlio d’arte di Greg Anthony, ex playmaker Nba, e Crystal McCrary, regista e autrice televisiva, ha una vita agiata. Eppure il padre ha dichiarato che “tante persone che lo hanno visto giocare hanno pensato che fosse il ragazzo più povero del mondo”. Povero non è, semplicemente ama il basket e sogna di diventare una stella della Nba.
I ragazzi che provengono da una famiglia agiata tendono a giocare in un modo differente da quelli per cui la pallacanestro è una via d’uscita. E quando non hai bisogno dello sport per migliorare la tua situazione nella vita di tutti i giorni, il successo potrebbe non essere così importante. Per Cole in realtà è quasi come un’ossessione, non a caso si narra che lanciasse la palla per aria prima ancora d’imparare a camminare.
Nato a Portland ma cresciuto a New York, lo possiamo definire un alto borghese dato che vive nel Queens. Nonostante si possa permettere di andare ad un college di alta fascia senza una borsa di studio, è perfettamente consapevole che deve concentrarsi solo su ciò che fa in campo. Certo l’avere un amico di famiglia come Spike Lee non è da tutti, ma lui ha ben chiaro che “la popolarità è una distrazione”. Già paragonato a molte guardie newyorkesi come Stephon Marbury, non si vanta né tanto meno gli interessano i confronti perché è consapevole di non aver fatto ancora nulla.
I genitori gli hanno insegnato che nella vita nulla si riceve per caso, ed è per questo che gioca come se fosse povero. È la mentalità che la famiglia gli ha voluto trasmettere sin da piccolo. “Non lo abbiamo mai guardato come un prodigio della pallacanestro, e nessuno gli ha mai leccato il culo”, ha dichiarato senza mezze misure la mamma. Come già detto, non vuole solo arrivare in Nba, vuole esserne una stella acclamata. Non è arroganza la sua, ma solo tanta fiducia nei propri mezzi.
Ai tempi di Michael Jordan, le famiglie borghesi di New York mandavano i figli a studiare nel North Carolina. La famiglia Anthony non è stata da meno, e così Cole dal prossimo autunno giocherà per i Tar Heels di coach Roy Williams. Una decisione ponderata perché “è importante la scelta del college, soprattutto per quello che può offrirti non solo in campo, ma fuori. Diventerà la tua famiglia, farà parte di te per tutta la vita”, ha dichiarato il padre che si è occupato in prima persona del reclutamento.
Massima competitività
L’alta competizione è alla base del suo carattere. La madre ha raccontato che quando era più piccolo sfidò un ragazzino ad una corsa e, dopo aver perso per pochi centimetri, pianse per l’intera giornata. Quel ragazzino aveva nove anni, lui meno della metà. Questo episodio fa capire bene il suo carattere vincente, così come l’aver trascinato il liceo Archbishop Molloy a giocare la finale statale dopo oltre 17 anni dall’ultima apparizione. “È fantastico, completo, competitivo ed un buon compagno di squadra. Combina la capacità di segnare a quella di gestire la squadra. In parole povere, controlla il gioco”, ha dichiarato il noto osservatore Tom Konchalski. “La sua competitività ha la capacità di infrangere la volontà degli avversari”, ha aggiunto Terrance ‘Munch’ Williams, allenatore della squadra AAU dei PSA Cardinals per i quali ha giocato.
L’estate la passa costantemente in palestra perché non fa altro che ripetere che “non c’è niente di più bello che migliorare”. La sua idea di relax è appunto quella di impiegare il tempo per alzare il livello del suo gioco. Al termine di una partita del circuito Nike EYBL ha dichiarato
“che senso ha competere se non si ha l’obiettivo di primeggiare”
Ebbene lui di quel circuito estivo è stato nominato sia Defensive player che Mvp, segno di quanto sia un giocatore completo oltre che competitivo. In questa primavera ha fatto registrare anche un record mai riuscito a nessun altro liceale. È stato nominato miglior giocatore dei tre più importanti appuntamenti per giovani cestisti che si affacciano alla Ncaa, ovvero McDonald’s All American, Nike Hoop Summit e Jordan Brand Classic ritrovandosi puntualmente a duellare con il nostro Nico Mannion.
Un perfezionista con uno scopo preciso
La mamma ha sottolineato che il figlio è rimasto a giocare nel liceo dell’Upper West Side sino all’ultimo anno di scuola perché volevano che avesse una vita normale. Il pensiero per la pallacanestro c’era, ma era importante che vivesse con i suoi fratelli (i genitori si sono separati ed hanno avuto ciascuno due figli dalle successive relazioni) e che coltivasse altri interessi. Ecco, per questo è un maghetto del computer e sa addirittura scrivere stringhe di codice per videogames. Per l’ultimo anno di liceo si è trasferito alla prestigiosa Oak Hill Academy, per perfezionare il suo gioco ma anche perché questa esperienza lo avrebbe preparato a vivere da solo al college.
Prima di lasciare New York ha svolto tante sedute di lavoro con il personal coach Chris Brickley, che ha lavorato tra gli altri con Kevin Durant e Russell Westbrook. Cole lo ha contattato su Instagram perché voglioso di lavorare su se stesso, e Brickley si è accorto subito di un’etica del lavoro che non ha eguali per la sua età: “La sua persistenza è uguale a molti giocatori della Nba”. Tecnicamente può attaccare in una miriade di modi differenti, è molto ricettivo alle critiche ed è disposto a lavorare sulle sue debolezze. Molto atletico e verticale per il suo ruolo, come stile di gioco e statistiche collezionate (quest’anno ha viaggiato a 22.2 punti, 9.8 rimbalzi e 9.5 assist) assomiglia molto a Westbrook.
L’Oak Hill Academy si trova a Mouth of Wilson, un paesino tra le montagne della Virginia dove ci sono pochissime distrazioni. Lì sono passati tanti campioni come Jerry Stackhouse, Carmelo Anthony e Rajon Rondo, tutti allenati dal leggendario Steve Smith. Riguardo a lui il coach ha detto che “è un giocatore di basket naturale, vede le cose con due o tre passi avanti gli altri e soprattutto è un leader in campo. Lo vedi parlare con i compagni, dargli consigli e incoraggiarli”.
Con Oak Hill quest’anno ha disputato una partita a Charlotte. Nel dopo gara è uscito dagli spogliatoi ed ha cercato di sviare la folla di ragazzini che lo attendevano per una foto mettendosi il cappuccio della felpa in testa e nascondendosi dietro ad un compagno. Il travestimento non ha funziona perché è stato riconosciuto e circondato. Nonostante Cole Anthony sia già al quanto famoso, non cerca quella popolarità che può solo distrarlo. Dopotutto, è pur sempre un ragazzo che spera solo di realizzare il suo sogno. E per farlo dovrà consacrarsi a Chapel Hill. Ma questa è una storia che inizierà a scrivere solo dal prossimo autunno.