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Creighton non perde più: le pagelle della Week 14

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 13 Feb, 2023

Creighton si vendica di UConn e centra l’ottava vittoria consecutiva, mostrandosi sempre di più squadra di élite. Le pagelle della Week 14 incoronano i Bluejays e Northwestern, autrice di un successo storico contro Purdue.

 

Creighton. Otto vittorie consecutive per scalare la Big East. La migliore difesa della conference è retta dal miglior difensore della conference, Ryan Kalkbrenner, ma non solo. Nella cruciale contro UConn, Trey Alexander ha negato qualsiasi ricezione sul perimetro a Jordan Hawkins, uno dei migliori tiratori della D1, spingendolo dentro per tutta la gara. Le sei sconfitte di fila a inizio dicembre ci hanno fatto dimenticare della forza di Creighton, una possibile contender, che anche in attacco ha una batteria di giocatori che spaventa.

Northwestern. Ha battuto una #1 del ranking, Purdue, per la prima volta nella sua storia: un tassello di pregio per una stagione largamente positiva e, per Chris Collins, quasi il coronamento di un percorso da tartaruga della favola di Esopo. Dopo la storica stagione 2016-17 (prima volta al Torneo Ncaa) infatti la squadra dell’Illinois aveva arrancato e il coach era diventato fondamentalmente un meme nella socialsfera del college basket. Il lavoro certosino di costruzione del roster anno dopo anno (dal portal c’è poco e nulla) ora gli stando ragione.

 

Max Abmas (Oral Roberts). Non perde un colpo: 22.8 punti di media (#3 nell’intera D1) e in settimana ha anche superato il record all-time di triple segnate nella Summit League, il che non sorprende visto che ha oltre il 39% da tre su quasi 9 tentativi in carriera. Semplicemente assurdo. La guardia texana è la stella sempre più brillante di una formazione che guida la conference da imbattuta e che appare temibile quanto quella già leggendaria di due anni fa. C’è modo per lui per essere ancora una volta un eroe di marzo.

Isaiah Johnson (Portland State). Ogni anno i buzzer beater abbondano ed è difficile eleggere il migliore: quello segnato da lui sul campo di Northern Arizona non solo è un serissimo candidato ma sembra impossibile da superare. 0.4 secondi sul cronometro, rimessa dal fondo, passaggio baseball che vola nell’angolo in fondo a destra e lui riesce incredibilmente a intercettare e coordinarsi per toccare una palombella da 4-5 metri che finisce nel canestro con l’aiuto del tabellone. Video da vedere e rivedere grazie pure al telecronista.

 

Dajuan Harris (Kansas). Da settimane Bill Self chiede al suo floor general di essere più aggressivo. Ne va della competitività di Kansas. Detto, fatto: il playmakerino dei Jayhawks piazza la migliore settimana dal punto di vista realizzativo della sua carriera: 17 punti contro Texas e poi 16 con una bomba importantissima nel secondo tempo contro Oklahoma. È una questione di matematica: Kansas è 19-0 quando Harris segna 10 o più punti. Essere una minaccia anche in questo senso potrebbe svoltare la stagione.

Florida Atlantic. Curriculum e numeri in mano, la sua esclusione dalla Top 25 dopo la sconfitta con UAB è stata ingiusta, ma si sa che una buona metà dei votanti della AP Poll è composta da incompetenti e disinteressati. FAU non ha fatto una piega e quindi infilato tre vittorie di fila, tra cui due combattutissime in settimana (Rice e LA Tech) che certificano ulteriormente il livello alto di organizzazione e durezza mentale degli Owls. E il bello e che sembrano avere pure ulteriori margini di miglioramento da esplorare entro marzo.

 

Amari Bailey (UCLA). Mick Cronin inizia a fidarsi di lui anche dal punto di vista difensivo e UCLA può godersi il talento offensivo dell’ex Sierra Canyon che sta capendo come attaccare le difese. I 26 punti contro Oregon State sono la dimostrazione: canestri nel traffico e grandissimo tocco nei pressi del canestro. Dà ancora il suo meglio in transizione, però ora è più puntuale nel punire le difese concentrate su Jaquez e Campbell. Contro Oregon sono arrivati solo 8 punti, ma un grande apporto complessivo. Potrebbe essere una grande arma a marzo.

Edoardo Del Cadia (Nicholls). Un primo mese di stagione complicato lo aveva fatto retrocedere nelle rotazioni fino a sparire, ma il marchigiano si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa nelle ultime tre partite: parecchi rimbalzi (18), tanti recuperi (11), qualche punto (21) e pure qualche giocata da highlights per dare quel qualcosa in più uscendo dalla panchina. Tre vittorie consecutive e l’ultima, in trasferta a SE Louisiana, pesa ai piani alti della Southland. Occhio perché potremmo ritrovare il buon Edo su palchi importanti a marzo.

 

West Virginia. Batte Iowa State trovando risorse importanti dalla panca e con giocate clutch nelle due metà campo, poi crolla in casa di Texas in una gara senza storia. Una settimana del genere lascerebbe l’amaro in bocca a chiunque, ma qui è più semplice vedere il bicchiere mezzo pieno per una squadra in cerca d’identità nel bel mezzo d’una Big 12 che sta toccando livelli storici di competitività. Non è la migliore WVU di sempre ma la qualità c’è: a marzo, una volta uscita dalle forche caudine della conference, potrebbe apparire diversa.

Tristen Newton (UConn). Tripla doppia (12 punti, 10 rimbalzi, 12 assist) e grande gestione dell’attacco con Marquette ma poi inesistente nella sconfitta con Creighton. La transizione da realizzatore a floor general ha trovato più inciampi del previsto nella seconda metà di stagione e il record degli Huskies nella Big East (8-7) lo dimostra. I suoi alti e bassi sembrano essere alla base della strana stagione di UConn, sempre premiata dai metrics ma capace di sali-e-scendi vertiginosi da un mese e mezzo a questa parte.

 

Kentucky. Prima ha dovuto fare a meno della point guard Sahvir Wheeler contro Arkansas e poi anche del tiratore CJ Fredrick contro Georgia. Per coach John Calipari rotazioni ridotte all’osso e poca pericolosità sul perimetro. Il risultato sono state due sconfitte, ma contro due squadre non irresistibili, con la sensazione che la squadra abbia un po’ perso il bandolo della matassa. E la vetta della Sec è ormai lontana.

Devo Davis (Arkansas). Il ritorno di Nick Smith sarà cruciale per il finale di stagione, non solo per il talento del freshman ma anche per la distribuzione dei minuti: Davis ad esempio sta giocando 38 minuti a partita da inizio 2023 e i risultati si vedono. 15 buoni punti in una convincente vittoria con Kentucky, ma nella partita che poteva dare il là al gran finale dei Razorbacks si è assentato: 2/11 dal campo senza trovare un rimedio a Shakel Moore e Dashawn Davis in difesa. Meno minuti e maggiore efficienza potrebbe essere la soluzione.

 

Tennessee. Perdere due volte di seguito per colpa di un canestro sulla sirena è più sintomo di sfortuna che di lacune, ma d’altronde il non convincere appieno sembra essere nel DNA dei Vols di Rick Barnes. Innanzitutto con Vanderbilt non si doveva arrivare a quel punto e bisognava conquistare più viaggi in lunetta. Con Mizzou, poi, sono apparsi irriconoscibili su entrambi i lati del campo nel primo tempo, pregiudicando l’andamento della gara. Alabama è imbattuta, le sconfitte sono quattro e le preoccupazioni aumentano.

Utah State. Resta in pace, cara Mountain West da 5 squadre al Torneo Ncaa: gli Aggies si sono dati la zappa sui piedi con due sconfitte in settimana. Se la L contro San Diego State, pur fra le mura amiche, è comprensibile e non pesa eccessivamente nell’economia del NET, quella sul campo di San José State (squadra a malapena Top 100 su KenPom) dovrebbe pregiudicare ulteriormente la lotta per un at-large bid, già resa complicata dall’assenza di vittorie Quad 1 per USU.

 

Gli arbitri di Duke-Virginia. Spesso e volentieri ci si lamenta dei fischietti benevoli coi Blue Devils: stavolta però sono loro che hanno pagato a caro prezzo una svista. Nel finale con Virginia, con le squadre in parità, Kyle Filipowski va a canestro e subisce fallo sulla sirena: gli arbitri si consultano e decidono che il fallo c’è ma che, essendo arrivato col cronometro sul doppio zero, non c’erano liberi da assegnare. Per il regolamento Ncaa però si sarebbero dovuti assegnare due liberi comunque. La ACC si è scusata, ma Virginia l’ha vinta all’OT anche così.

Rondel Walker (TCU). Tre come i punti segnati questa settimana che distrugge le ambizioni di TCU nella Big 12. Sostituire Mike Miles è praticamente impossibile ma questo è un netto downgrade. Dopo aver sparacchiato nella disfatta contro Kansas State (1/7 dal campo), coach Jamie Dixon lo panchina duramente dopo un inizio terribile in cui ha lasciato scorrazzare Adam Flager in attacco come e quando voleva. Ora gli Horned Frogs sono stati superati anche da Oklahoma State nella conference.

 

New Mexico State. Quando una squadra ha record 2-10 in conference e quello è l’ultimo dei problemi, significa che la situazione è davvero seria. Il rettore di NMSU ha abbassato la saracinesca sul programma per questa stagione dopo che un giocatore è andato dalla polizia per denunciare abusi gravi perpetrati a più riprese da tre compagni nei suoi confronti. Tutto questo a tre mesi di distanza dalla sparatoria nel campus della rivale UNM che aveva coinvolto un atleta (armato) degli Aggies, Mike Peak – non denunciato ma tuttora incluso nelle indagini. “Se mi date una possibilità, vi cambierò la vita”, aveva detto Greg Heiar ai suoi giocatori quando si era insediato come nuovo head coach di NMSU. È stato di parola, nel peggior senso possibile però: ha inserito in squadra elementi di dubbia moralità ed è almeno possibile che abbia lasciato che la situazione degenerasse. Non è ancora chiaro se fosse al corrente dei fatti, ma su di lui pesa l’ombra di un passato omertoso quando era assistente a Wichita State sotto Gregg Marshall, uno che di abusi fisici ne aveva commessi in prima persona.

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