Dopo cinque giorni di partite, è ora di fare il primo appello di questa stagione e distribuire un po’ di voti. Ecco qui che si va da una Gonzaga travolgente e un Luka Garza incontenibile alla bocciatura secca per l’angelo custode di Seth Towns e i pianti prematuri di Jim Boeheim.
E non esitate a farci sapere sui nostri social – Facebook, Twitter, Instagram – quale è la vostra preferita fra le faccine-icona che accompagneranno la rubrica per tutto l’anno.
Gonzaga. Esordio contro Kansas e seconda gara contro Auburn. Risultato? 2-0 senza patemi e con un attacco che già fa brillare gli occhi. Di Jalen Suggs abbiamo già detto. Drew Timme è il centro “da Zags” che farà ammattire tutti in stagione e comunque Corey Kispert al momento è a 10/11 da due e 7/16 dall’arco. Se non li ferma il Covid sembrano ingiocabili.
Richmond. L’avevamo messa nella Preseason Top 25 ma, dopo l’infortunio di Nick Sherod, tremavamo un po’ per gli Spiders. Invece non hanno fatto una piega e hanno dato una bella lezione ai pischelli di Kentucky. Gilyard che fa impazzire UK, Francis e Golden solite certezze e Cayo non è mai stato tanto protagonista. Proprio un bel vedere.
Luka Garza (Iowa). Ok, gli Hawkeyes non hanno affrontato corazzate, ma ha giocato come fosse un titano in mezzo a bambini spauriti. I 36 punti nel solo primo tempo contro Southern sono stati irreali. Il ragazzo è un 2.11 con tecnica e forza senza pari. Inspiegabile che ancora non venga minimamente considerato nei Mock Draft.
Marcus Carr (Minnesota). Come Luka Garza, anche lui è uno della Big Ten che non ha affrontato compagini super (ma comunque migliori delle avversarie di Iowa). Però, ragazzi, questo qui già fa sognare: 35 punti e 4 assist con Green Bay, 28+8 con Loyola Marymount. Il tutto senza forzare e mantenendo grandi percentuali. Bisogna parlare più spesso di lui.
West Virginia. La squadra è partita con un 3-0 e vittorie convincenti su South Dakota State, VCU e Western Kentucky. Sarà la solita formazione rognosa da affrontare nella Big 12.
Jalen Johnson (Duke). Dunque: 7/7 da due, 1/1 da tre, 19 rimbalzi, 5 assist e 4 stoppate. Un gigante in campo e (come avevamo previsto, ma non era troppo difficile) il più interessante dei freshman di Duke e il più quotato in ottica Draft.
Cade Cunningham (Oklahoma State). È il primo freshman della storia dei Cowboys a esordire con una doppia doppia (21 punti e 10 rimbalzi). Se il buon giorno si vede dal mattino.
I freshmen di Louisville. A coach Chris Mack mancano quattro giocatori di rotazione. Se i Cardinals non sono sprofondati è merito dei freshmen Dre Davis, Jae’Lyn Withers e JJ Traynor. Ancora poca tecnica ma energia da vendere.
Villanova. Giudizio che fa media tra le prestazioni buone, ma senza incantare, contro Boston College e Arizona State con quella di poca personalità contro Virginia Tech. Nessun giocatore sta facendo male, ma manca ancora qualcosa in esecuzione e concretezza.
San Francisco. La squadra del giovane rampante Todd Golden è un po’ sulle montagne russe: sconfitta bruttina con UMass Lowell, vittoria doverosa con Towson, successo sorprendente con Virginia e immediato ritorno sulla terra con Rhode Island. Non male, tutto sommato, ma può fare ancora meglio.
Purdue. Dopo la vittoria con Liberty ha fatto una figura mesta contro Clemson. Certo, i Tigers sono pericolosi e buttano energia in campo, ma questo non giustifica i 22 palloni persi (quasi il 30% dei possessi giocati). Bene la novità Zach Edey, ma gli altri devono darsi una svegliata.
UCLA. Ha iniziato con un -15 al cospetto di San Diego State e ha impiegato ben tre overtime per avere ragione di Pepperdine (e va bene che hanno Colbey Ross, ma insomma). Potremmo essere anche più severi, visto che ci aspettiamo tanto da loro, ma non è il caso d’infierire, considerato che hanno giocato senza Jalen Hill e Johnny Juzang.
Moussa Cissé (Memphis). Spiace ma al momento coach Penny Hardway (che dal canto suo meriterebbe forse un voto peggiore) non riesce a tenere in campo il suo centro. Molto grezzo, con un contributo (potenziale) che al momento è principalmente difensivo.
Makur Maker (Howard). Due partite positive, comunque senza brillare. È chiaramente il più forte della squadra. Ma vedendolo in quel contesto, pur comprendendo la scelta black, viene un po’ da chiedersi se la scelta sia stata cestisticamente felice.
Brandon Brooks (Southern). Avete presente la gara che abbiamo citato in cui Luka Garza ha fatto il fenomeno? Ecco, a un secondo dalla fine Iowa vinceva di 30 e Brooks ha sparato un tiro da metà campo, quasi più per liberarsi del pallone. Ha segnato e ridotto lo scarto finale: +27 per Iowa. Peccato che gli Hawkeyes fossero quotati dagli scommettitori con vantaggio di 28 punti. Con un canestro casuale sono andati in fumo milioni.
Northern Iowa. Mid-Major fra le più interessanti, ha scelto un calendario tosto e per ora non le è andata bene. Un po’ sfortunata nel finale contro Saint Mary’s, certo, ma resta il fatto che la squadra ora ha record 0-3 (sconfitte anche contro un’ottima Western Kentucky e una Utah State invece tutt’altro che irresistibile). Prossimi impegni: Richmond e Wisconsin. Ahia.
Seth Towns (Ohio State). Il voto è per quel brutto assenteista del suo angelo custode. Era tutto pronto per il ritorno in campo dell’ex ala di Harvard. Attesissimo. Ma recandosi al palazzetto per la partita ha fatto un incidente in macchina. E così ha saltato anche l’esordio in maglia Buckeyes. Per fortuna sembra che non ci siano state gravi conseguenze fisiche.
Jim Boeheim (Syracuse). Quando gli hanno chiesto un commento all’intervallo sul -7 contro Bryant (#276 su KenPom) è andato dritto dritto alla sezione alibi: “Non ci siamo allenati per 14 giorni, avrebbero dovuto cancellare la partita”. Alla fine ha vinto (di un punticino) e il suo collega Jared Grasso l’ha rimesso a posto in sala stampa: “Abbiamo dato loro cinque occasioni per cancellare il match. Volevano giocare. […] Se questa è la loro scusa, pazienza”.