Home 9 Pagelle 9 Duke, Auburn e Saint Mary’s: tre imbattute al comando

Duke, Auburn e Saint Mary’s: tre imbattute al comando

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 3 Feb, 2025

Auburn continua a dominare, Duke umilia i cugini di North Carolina e Saint Mary’s fa il colpaccio con Gonzaga: le pagelle della Week 13 non possono che iniziare menzionando queste tre squadre che marciano spedite verso il titolo di conference.

 

Auburn, Duke, Saint Mary’s: imbattute al comando. Febbraio è arrivato e ci sono ancora sette squadre in tutta la D1 senza sconfitte in gare di conference: tre di queste si trovano ai piani alti della Ncaa. Guidata dalle solite doppie doppie abbondanti di Johni Broome, Auburn è uscita indenne da due trasferte consecutive, regolando LSU e Ole Miss con doppia cifra di scarto in match condotti quasi ininterrottamente. Duke intanto s’incorona regina (provvisoria) dello stato dopo un secondo tempo d’autorità con NC State e un rivalry game dominato dall’inizio alla fine con North Carolina. In entrambe le uscite, sia Cooper Flagg che Kon Knueppel si sono imposti ad alto livello. Infine Saint Mary’s ha strappato una vittoria enorme contro Gonzaga che sa di ipoteca sul titolo di stagione regolare nella West Coast: i Gaels infatti ora hanno tre vittorie di vantaggio su Zags e San Francisco, quattro su Santa Clara, Oregon State e LMU.

 

Ryan Kalkbrenner (Creighton). Bravo Steven Ashworth a infilare la tripla della vittoria in casa di Villanova, ma è innanzitutto merito del centrone se i Bluejays sono la squadra più in forma della Big East insieme alla capolista St. John’s. Le vittorie consecutive ora sono sette e il super senior è risultato semplicemente immarcabile in area (e anche fuori), piazzando 29 punti con Xavier e 22 con Nova, il tutto con percentuali da videogioco modalità semplice (21/28 dal campo e 7/9 ai liberi in totale fra le due partite). Un tipo d’arma senza pari nella conference.

Gabriel Pozzato (Evansville). Gli ci sono volute un paio di gare per carburare dopo oltre un mese d’assenza per infortunio, ma una volta che ha ingranato lo ha fatto alla grande, tanto da poter cambiare la stagione dei Purple Aces. L’italiano ha registrato tre ventelli consecutivi per altrettante vittorie della sua Evansville, l’ultima in casa di Belmont. Giocate atletiche a volontà e buonissima mira dalla distanza (8/17 da tre in totale in questa striscia). Nessun altro freshman europeo del panorama mid-major sposta quanto lui.

 

Robert Wright (Baylor). Nella tanto decantata classe freshmen 2025 c’è spazio anche per questo nanetto dalla faccia tosta. Oltrepassiamo un primo tempo tragico per i Bears, presi a pallate dai Jayhawks, perché la storia sta tutta nella seconda frazione: 20 dei suoi 24 punti finali, una serie di triple e di canestri nella foresta di braccia nell’area di Kansas che hanno rivitalizzato un palazzetto clinicamente deceduto a Waco. Baylor, senza Jeremy Roach e Langston Love, sembrava pronta a buttare via la stagione e invece Robert Wright potrebbe aver invertito la rotta.

Caleb Grill (Missouri). Lo stato del Mississippi ha un nemico giurato da questo lunedì in avanti: lo sparatutto Caleb Grill ha prima freddato Ole Miss e poi messo la ciliegina sulla torta nella dominante prova di Missouri contro Mississippi State. Undici triple in due partite, poco altro da notificare, oltre la solita difesa rognosa dei Tigers che si lanciano ormai come certezza e non più sorpresa di questa SEC. 17-4, 6-2 in conference dietro solamente alle armate Auburn e Alabama. Un bell’andare per la squadra di coach Dennis Gates.

 

Brice Williams (Nebraska). Fermi tutti: la stagione degli Huskers non è morta e il colpo di defibrillatore lo dà l’ex Charlotte. Nebraska era reduce da ben sei sconfitte consecutive ma ha deciso d’invertire rotta drasticamente in settimana con due vittorie contro ranked team, grazie a un Williams in versione iradiddio: 27 punti con Illinois (quasi l’unico dei suoi a trovare il canestro durante i supplementari) e poi 28 in casa di Oregon. Se l’ala supersenior gioca così, allora la truppa di Fred Hoiberg può risalire la china, forse fino alla medio-alta classifica della Big Ten.

Caleb Love (Arizona). Pò esse piuma o pò esse fero. Questa settimana Caleb Love è stato decisamente ferro: prima l’incredibile buzzer che ha distrutto le certezze di Iowa State, poi l’overtime con due triple decisive che ha mandato a tappeto i Cyclones, infine i 27 punti in trasferta contro i rivali di Arizona State per lanciare i Wildcats in testa alla Big 12. In mezzo però anche una prova da 1/10 da tre contro Iowa State, prima dei miracoli finali, e un’espulsione contro i Sun Devils per un alterco con BJ Freeman. È la Caleb Love Experience, prendere o lasciare.

 

Tennessee. L’impronosticabile SEC colpisce ancora. Tennessee cade in casa contro una Kentucky dimezzata dagli infortuni, concedendo quasi 50 punti all’attacco triplomane di coach Mark Pope durante il secondo tempo. In più vede anche infortunarsi Zakai Ziegler. Il peggiore dello scenario prima della partita contro una Florida in Top 5 capace di dare trenta punti ai Vols tre settimane fa: privi anche di Igor Milicic, però, Tennessee si riscatta alla grandissima ingabbiando l’attacco dei Gators (44 punti concessi) per un +20 finale che ribalta totalmente quanto visto un paio di settimane fa.

Reyne Smith (Louisville). L’ex Charleston una cosa deve fare: tirare da tre. E in genere lo fa benissimo (pensate all’assurdo 10/17 da oltre l’arco con SMU di recente) ma una sua giornata storta sabato scorso ha finito per coincidere con la fine della lunga striscia vincente dei Cards, che durava da ben 10 gare. Solo 1/5 da tre (1/6 al tiro) in 35 minuti nella sconfitta rimediata a sorpresa con Georgia Tech, squadra della fascia medio-bassa della ACC.

 

J’Wan Roberts (Houston). Houston incappa nella prima sconfitta dell’anno in una partita simile a quella vista qualche settimana fa contro UCF: la difesa non è riuscita a fare la differenza e a J’Wan Roberts non è riuscito lo spunto finale. Di nuovo palla a lui nel possesso finale, ma Fede Federiko lo marca bene e il lungo dei Cougars incappa in un’infrazione di passi ai limiti del tragicomico. E dire che nella vittoria contro West Virginia non era stato brillante come al solito: 2-6 dal campo e una prestazione un po’ incolore. Il risultato è che la striscia di 18 vittorie consecutive dei Cougars in Big 12 è finita.

Nolan Hickman (Gonzaga). Dove c’è delusione c’è Hickman quest’anno. Nella seconda metà di gennaio aveva dato qualche segnale di ripresa, per poi però sparire di nuovo quando contava di più. Nella sconfitta bruciante in casa di Saint Mary’s non c’è Graham Ike che tenga, visto il contributo magro del backcourt: Hickman ha finito per segnalarsi in negativo con un misero 2/7 al tiro in 27 minuti di gioco. Dietro Ryan Nembhard, il nulla.

 

Kansas. Era possibile toccare un fondo ancora più profondo dopo il disastro contro Houston? Assolutamente si! Dilapidare un fenomenale primo tempo chiuso 40-21 in casa di una Baylor moribonda subendo 60 punti (mai successo nella storia di Kansas) nella seconda frazione è una giocata da maestri. Coach Self sbaglia tutto lo sbagliabile nella ripresa: Fiori Bidunga, autentico X Factor nelle ultime settimane, ha giocato solo 4 minuti nel secondo tempo dopo aver dominato nella prima frazione e negli ultimi cinque minuti il coach ha deciso di giocarsi il finale punto a punto dando la palla ai suoi due peggiori attaccanti, Dajuan Harris e KJ Adams, per ben cinque possessi di fila.

Keeshawn Barthelemy (Oregon). Da fenomeno a giocatore in crisi nell’arco di poche partite. Oregon, che aveva iniziato la stagione alla grande, ha perso 4 delle ultime 5 partite e il giocatore canadese è una cartina di tornasole del momento difficile della squadra. Dai 2 punti contro Purdue ai 4 contro Nebraska, senza il suo contributo i Ducks fanno fatica. Pesa particolarmente il 5/20 dall’arco nelle ultime cinque gare, percentuali che hanno abbassato di molto la sua media stagionale che resta intorno al 40%. Coach Dana Altman deve ritrovarlo alla svelta.

 

RJ Melendez (Mississippi State). Tre punti contro South Carolina, altri 3 contro Alabama e altri 3 contro Missouri per 11 tiri totali tentati nell’arco di tre gare. Troppo poco per l’ala che dovrebbe essere (ed è stato) uno dei giocatori con più esperienza nel roster di Chris Jans. Certo, gli vengono assegnati importanti compiti difensivi, grazie alla sua versatilità in campo. Ma il suo limitarsi a fare lo spettatore ha portato a una vittoria risicata in OT contro l’ultima della conference e a due sconfitte casalinghe che fanno male.

Iowa State. Il primo vero momento di sbandamento della stagione e stanotte arriva Kansas in trasferta (che non è più un nome così temibile). Caleb Love rovina una buonissima partita giocata in trasferta dai Cyclones che sembrano però essersi fermato a quel tiro. Il successivo overtime e la disfatta contro una mesta Kansas State hanno dato l’impressione di una squadra incapace di reagire al momento e che, con queste due sconfitte, sembra aver ormai mollato la corsa al titolo della Big 12, proprio nella settimana della prima sconfitta di Houston.

 

Da Colorado a Green Bay: incubi senza fine. Al momento ci sono sei squadre in tutta la D1 con una striscia negativa attiva in doppia cifra. Colorado (a quota 10 sconfitte) è l’unica fra queste a provenire da una power conference. Per carità, si sapeva che senza Tristan da Silva e KJ Simpson questo sarebbe stato un anno di transizione, ma i Buffs stanno facendo molto peggio del previsto, tant’è che le vittorie di non-conference con UConn e i rivali di Colorado State sembrano ora un ricordo lontanissimo. Nella lista della vergogna troviamo poi San Diego (anch’essa 10 sconfitte di fila), Air Force (12), Bellarmine e The Citadel (13 a testa), ma a guardare tutte dal basso non può che esserci Green Bay. La squadra del coach-per-caso Doug Gottlieb ora “vanta” ben 19 L filate (di cui 14 con scarto in doppia cifra). Eh sì, ha perso due giocatori importanti nel frattempo, ma se prendi pizze anche da Detroit Mercy e IU Indy nessuno ti può togliere l’etichetta di zimbello della stagione.

Articoli correlati

Lo strapotere di Garza e la sfiga di Towns
Luka Garza

Luka Garza è fra i primi della classe (avevate dubbi?) mentre Seth Towns deve farsi togliere il malocchio. Le pagelle Leggi tutto

Texas fa sul serio, Kentucky fa finta
Matt Coleman Texas Indiana Maui

Texas è in forma strepitosa. Kentucky è un mezzo disastro. Eugene Omoruyi di Oregon è la sorpresa della settimana. Le Leggi tutto

Mamu fa sognare, Coach K fa ridere
Sandro Mamukelashvili Seton Hall Coach K

Mamukelashvili fa onde. Missouri è la sorpresa d'inizio anno. Coach K invece ha cambiato idea su alcune cose. Le pagelle Leggi tutto

Suggs e Garza illuminano la stagione
Luka Garza e Jalen Suggs

Gonzaga-Iowa non ha deluso, con Jalen Suggs e Luka Garza che hanno offerto un saggio del proprio talento. Le pagelle Leggi tutto

Ayo Dosunmu 30 e lode, Gonzaga fa 90
Ayo Dosunmu Illinois grin

Due trentelli di Ayo Dosunmu danno slancio a Illinois. Kispert e Timme sono devastanti e Gonzaga va ancora sopra quota Leggi tutto