Tutto facile per Villanova
Dominio. Villanova è stata troppo più forte in termini di talento, organizzazione del gioco, aggressività e tenuta mentale di una povera Radford, che il suo dovere l’ha già fatto entrando nel tabellone principale. L’ 87-61 finale chiarisce la lezione data dai Wildcats che hanno stritolato l’attacco avversario, con una difesa aggressiva e spesso anche allungata per far perdere secondi sul cronometro.
In attacco sono i primi della nazione e hanno solo dovuto fare ciò che hanno fatto tutto l’anno, cioè segnare a ripetizione, per di più con percentuali fantastiche (60% dal campo e 52% da tre) mandando in doppia cifra sei giocatori. Insomma nulla di sorprendente, solo un primo facile passo per una delle pretendenti al titolo. Che però nel prossimo turno dovrà fare molta, ma molta attenzione.
Sexton pronto per Brunson
I Wildcats se la dovranno vedere infatti contro Alabama, ed eccolo il primo meraviglioso scontro tra talenti che in realtà non potrebbero essere più diversi: il metodico e concreto Jalen Brunson contro il funambolico e inesperto Collin Sexton. Il freshman non ci ha capito praticamente nulla della difesa di Virginia Tech nel primo tempo, chiuso con 3 punti grazie a una fortunata tripla di tabella, due falli in attacco e un paio di perse.
La zona degli Hokies alternata con la marcatura a uomo di un junior tosto come Justin Robinson lo ha tolto completamente dalla gara. Per 20′. Poi la musica è cambiata e parecchio anche, e nella ripresa sono arrivati 21 dei suoi 24 punti, con mano fredda nel finale e un canestro da vero talento a 90 secondi dalla sirena.
Meno talentuosa ma più ordinata, Virginia Tech ha confermato di essere una buonissima squadra ma coach Buzz Williams non ha trovato molto dalla panchina, mentre Avery Johnson ha pescato una gran partita di un altro freshman, John Petty, che ha tenuto a galla in attacco i Crimson Tide nel primo tempo e ha chiuso con 6/8 da 3. E ora tutti pronti per la grande partita di sabato, tra Villanova-Alabama.
Texas Tech di esperienza
Era una delle big a rischio e invece Texas Tech ha risolto il rebus Stephen F. Austin con una grandissima prova di carattere ed esperienza. Ha sofferto per oltre 30′ la difesa iper-aggressiva dei Lumberjacks, perdendo un’infinità di palloni, ma in un modo o nell’altro è sempre riuscita a rimanere a contatto. Decisiva come al solito la difesa per i Red Raiders, che hanno lasciato a secco gli avversari negli ultimi cinque minuti, quando hanno vinto sostanzialmente la gara. Solida partita di Zhaire Smith, con un paio di giocate da cineteca tipo questa assurdità qui
Bene Niam Stevenson ma è stato soprattutto Keenan Evans a risolverla nel secondo tempo, mettendo 19 dei suoi 23 punti a referto, con la consueta dose di penetrazioni folli attirando tutte le attenzioni della difesa e segnando il canestro del sorpasso. In campo 14 minuti per Davide Moretti, che ha ripagato la fiducia che gli ha dato presto coach Chris Beard, con 2/4 al tiro e impegnandosi molto in difesa, rimediando tante botte e tanti falli.
Stephen F. Austin ha giocato una grandissima partita per 33′ prima di entrare in riserva e perdere le ultime energie rimaste. Solita difesa aggressiva dei Lumberjacks che però hanno alzato il ritmo nel momento clou della partita, facendo scatenare l’atletismo dei Red Raiders in contropiede. E addio upset.
Più facile del previsto per Florida
C’era chi aveva scommesso anche sull’upset di St Bonaventure ai danni di Florida, non certo una delle big più in forma della nazione, ma i Bonnies hanno giocato una gara davvero scarica e deludente, traditi dai due senior Matt Mobley e Jaylen Adams che hanno chiuso male la loro ottima carriera universitaria con 21 punti complessivi e e 5/19 al tiro.
Meglio gli attaccanti di Mike White, con i suoi Gators che non hanno sofferto una squadra che gioca praticamente sempre con 4 guardie. Chris Chiozza ha prodotto gioco come sempre, con 11 assist, Egor Koulechov ne ha messi 20, Jalen Hudson invece ha tirato malaccio ma ha fatto questa cosa qui