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I problemi di Kansas e le prime sorprese

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 19 Dic, 2018

Kansas si conferma numero 1 battendo Villanova in una partita difficile all’Allen Fieldhouse e Texas risponde alle critiche per i risultati troppo altalenanti, distruggendo la Grand Canyon di Alessandro Lever. West Virginia sta toccando apici negativi mentre Baylor continua la sua fase di ricostruzione: prima tiene Arizona a 49 punti e poi perde allo scadere contro Stephen F. Austin.

Questa settimana faremo una sorta di borsino sulle prestazioni di questi primi mesi, promossi e bocciati e qualche nome da tenere d’occhio.

Numero uno non significa qualità

Kansas è una delle numero uno meno convincenti degli ultimi anni, ma con la doppia vittoria su Villanova e South Dakota stiamo a 10-0. I problemi da risolvere rimangono tanti. Nelle ultime due partite Bill Self ha aggiunto K.J Lawson ad una rotazione a sette imposta sin dall’inizio, andando contro le premesse di inizio stagione. Quentin Grimes è il giocatore più impalpabile del roster e sta avendo le sue buoni dosi di panchina, mentre Devon Dotson rispecchia in pieno la tradizione dei playmaker impulsivi e dal basso IQ cestistico avuti da Self a Kansas (Graham e Mason esclusi). Il peso dell’attacco è interamente sulle spalle di un meraviglioso Dedric Lawson e di un LaGerald Vick migliorato sensibilmente in attacco, dove si è costruito un gioco dal mid-range e dal palleggio inesistente fino a sei mesi fa. 

Marcus Garrett è imprescindibile per la sua capacità difensiva, ma non ha idea di come si segni. Insomma Kansas ha tante domande a cui rispondere, giocatori da ritrovare e responsabilità da ridistribuire.

Sorprese 

Texas Tech: Tutti gli addetti ai lavori erano pessimisti (non noi) ma Texas Tech li ha smentiti tutti, dimostrando di essere una squadra allenata alla grande, vincendo tutte le partite giocate sin qui e arrivando al #12 nel ranking. Una difesa ai livelli di Virginia e di Michigan e un attacco con responsabilità finalmente distribuite, con un leader, Jarrett Culver, ben definito, nessun giocatore è sopra i 30 minuti. Il nostro Davide Moretti sta dimostrando di poter essere un titolare in una squadra di una Power 5 ed essere anche decisivo.

Oklahoma: Doveva essere una stagione di transizione per i Sooners e invece sono 10-1 con un calendario non semplicissimo. Il merito va dato, oltre al gran lavoro di coach Lon Kruger, a una difesa favolosa, 13esima della nazione, che con il suo atletismo chiude tutti gli spazi e ha in Jamuni McNeace un rim protector di lusso (Blk% 7.2). Christian James è alla terza trasformazione in carriera e quest’anno si è calato nei panni del go-to-guy, rispondendo alla grande alle esigenze della squadra.

Delusioni

West Virginia: Era dal 2012-13 (unica stagione in negativo di coach Bob Huggins) che West Virginia non partiva così male, 6-4. Anche questa settimana i Moutaineers hanno perso contro Rhode Island. La difesa press non produce palle recuperate e viene bucata spesso, e la squadra performa meglio a difesa schierata. L’attacco è privo di un leader, Esa Ahmad è rimasto anni luce indietro nel suo sviluppo, James Bolden ha pagato le nuove responsabilità e, in generale, la squadra perde molti palloni. Rimandati, col rischio di finire la stagione con un record negativo.

Giocatori da seguire 

Alex Robinson (TCU): il senior ha guidato l’attacco durante lo stop di Jaylen Fisher e questa volta non ha patito l’assenza del leader come lo scorso anno. Secondo assistman della nazione (8.6 con 44.4 di AstRate) e sempre efficiente al tiro (eFG% 61%), sta cercando di sistemare la questione turnover (2.6 a partita, miglior dato in carriera però), che forse diminuiranno con il ritorno di Fisher. In controllo.

Marcus Garrett (Kansas): un giocatore particolare come è Andre Roberson in Nba. Difensore eccellente per fisicità, velocità di mani e piedi e tempi, mentre in attacco l’unica cosa che riesce a fare con continuità ed efficienza è far girare la palla, per il resto è inesistente. La sua presenza difensiva giustifica il fatto di giocare sostanzialmente in quattro in attacco. Nelle ultime tre partite però ha tirato 3/10 da tre. Se il tiro da fuori inizia a entrare, tante cose possono cambiare per Kansas. In evoluzione.

Mark Vital (Baylor): non arriva a due metri ma è uno dei migliori rimbalzisti della nazione, nella due partite contro Arizona e SFA ne ha raccolti ben 28, di cui 15 offensivi (51-19 il computo finale dei rimbalzi contro Zona). Difensore iperatletico, salta, stoppa e recupera palloni (in pieno stile Baylor). In più è al secondo anno e ha margini di crescita altissimi. Prospetto.

Freshmen da seguire

Tyrese Haliburton (Iowa State): Talen Horton Tucker ha preso i riflettori, ma lui è il suo scudiero. Playmaker atipico di quasi due metri, con un’ottima visione di gioco, 17 assist contro Southern, e grande effort difensivo.

Jaxson Hayes (Texas): Si divide equamente i minuti con Jericho Sims, ma con lui Texas è estremamente più efficiente (+40.5 di NetRtg vs +5.1 del compagno). Un centro come quelli che ama coach Smart, verticale, fluido nei movimenti e che corre bene il campo.

Isaac Likekele (Oklahoma State): è lo spiraglio di luce di una Oklahoma State in picchiata. Difensore magnifico sulla palla e sulla linee di passaggio (6-10 di wingspan) e in attacco è bravissimo a trovare quasi sempre il modo per concludere al ferro.

Kyler Edwards (Texas Tech): È il 3&D della squadra. Beard gli sta dando spazio e minuti sin dall’inizio e lui ripaga con prestazioni da veterano, come quella immacolata contro Northern Colorado (19 punti, 7/7 dal campo e 4/4 da tre).

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