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Jack Gohlke è il primo grande volto di marzo

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 22 Mar, 2024

Non è March Madness senza eroi mid-major: Jack Gohlke è passato in un attimo da meme per pochi intimi per via delle sue stat a eroe di Oakland nell’upset su Kentucky. Ecco il riassunto del primo giorno di gare.

 

South

Un eroe mid-major affonda Kentucky – Jack Gohlke ha 24 anni abbondanti, ha passato la sua carriera universitaria in Division II e si è concesso l’ultimo giro di pallacanestro collegiale al livello superiore nella piccola Oakland che gioca nella modesta Horizon. Con la maglia dei Grizzlies, uscendo quasi sempre dalla panchina, si è preso 335 tiri, di cui 8 da due. Otto. Gli altri 327 sono triple perché il ferro da vicino Gohlke non lo vede mai. Così come non aveva mai visto in vita sua un campo della March Madness, ma tutto sommato l’atmosfera gli è piaciuta: con 10/20 da 3 (e ovviamente zero tiri da 2), ha demolito le guardie di Kentucky, realizzando il suo career high di 32 punti e dando a Oakland, e al suo coach da 40 anni Greg Kampe, la prima vittoria della sua storia al Torneo. E a John Calipari l’ennesima delusione.

Kentucky non arriva quindi al secondo weekend per il terzo anno di fila ed esce ancora al primo turno come successo nel 2022 contro Saint Peter’s, inseguendo praticamente per tutta la partita una squadra che sulla carta non aveva una chance di vittoria. Sulla carta, perché poi la March Madness si chiama così per una ragione ed ecco che dei freshman talentuosi destinati all’Nba si sono arresi a un gruppo di ragazzi che non camperanno certo di pallacanestro. Zero i punti di Dj Wagner, 3 quelli di Reed Sheppard, Rob Dillingham non si è mai acceso e solo Antonio Reeves è riuscito a mettere in crisi la zona match up di Oakland. Non sono serviti a nulla i tanti centimetri in più contro un pseudo lungo come Trey Townsend, non è servita la box and one contro Gohlke perché alla fine conta saper gestire la pressione. E ancora una volta Kentucky non ha saputo farlo ed esce subito dal torneo. Ancora una volta.

NC State ha ancora qualcosa da dire – Non ha nessuna intenzione di fermarsi North Carolina State e, dopo aver vinto 5 partite in 5 giorni al torneo dell’Acc, si è presentata tutt’altro che stanca e appagata a Pittsburgh. Dalla panchina, Ben Middlebrooks ha trovato la partita della vita con il suo career high di 21 punti e, assieme al centrone Dj Burns, ha colpito proprio dove Texas Tech è più debole, e cioè in mezzo all’area. Tra due delle sorprese della stagione, sono quindi i Wolfpack a continuare il loro cammino, venendo a capo della tosta difesa dei Red Raiders grazie al solito contributo di Dj Horne, aiutato nell’occasione anche da un ottimo Mohamed Diarra da 17+12.

GUIDA ALLA MARCH MADNESS: TUTTE LE SQUADRE DELLA SOUTH REGION

 

East

Duquesne non ha finito di stupire Jimmy Clark ha segnato 9 dei suoi 11 punti totali negli ultimi 4 minuti. Tabellino a parte, è lui l’eroe della vittoria contro BYU (71-67). In generale, i Cougars non sono mai riusciti a prendere le misure della coppia di guardie di Duquesne, ossia Clark e Dae Dae Grant (19 alla fine). BYU ha rincorso per tutta la gara, trovato il pareggio a 1:30 dalla fine ma poi è arrivato Clark che tra lunetta e jumper ha regolato la pratica Cougars. La squadra è reduce dalla vittoria della Atlantic 10 ed è carica. Illinois è avvisata.

Illinois spegne gli allarmi upset nella ripresa Morehead State ha regalato 20 minuti di partita vera e poi Illinois ha mostrato 20 minuti di buon basket. Il risultato è stata una gara che non ha mandato in frantumi milioni di bracket come accaduto con Kentucky, ma è stata anche a tratti godibile, almeno fino a che agli Eagles è entrato il tiro da tre. La sveglia l’ha data il lungo degli Illini Dain Dainja (21 punti con 9/9 dal campo) e poi alla lunga la coppia Terrence Shannon e Marcus Domask è risultata indigesta e ingestibile. Il primo al momento è il più letale giocatore in velocità del college, 26 alla fine per lui. Il secondo una macchina, che ha chiuso con una tripla doppia da 12 punti, 11 rimbalzi e 10 assist.

Iowa State passeggia, Washington State non cede a Drake – Dopo 5 minuti il tabellino di Iowa State contro South Dakota State era 17-3. Difficile dire altro di una gara in cui la difesa dei Cyclones non ha fatto capire niente agli avversari. La squadra di coach Otzelberger non si è mai voltata indietro fino al 77-52 a 4 minuti dalla fine. A quel punto dentro le riserve, garbage time e testa al prossimo match contro Washington State. A proposito, i Cougars sono stati in svantaggio per quasi tutto il loro match, venendo a capo di Drake solo nel finale grazie alle sportellate e ai rimbalzi di Jaylen Wells e Isaac Jones.

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Midwest

Gonzaga e Kansas zittiscono i gufi – Erano tra le due partite preferite adocchiate da chi ama mettere upset compulsivi nel proprio bracket. Si tramutano in due nulla di fatto. Gonzaga si presenta prontissima ai blocchi di partenza e spazza via l’irriverenza difensiva di McNeese con un attacco travolgente nel primo tempo. Ritmi alti, tanta precisione dall’arco (10/21 alla fine) e Ryan Nembhard e Anton Watson in versione dispenser di assist. Kansas, invece, vince nel suo solito modo. Finge di essere una squadra capace di controllare le partite, domina fisicamente Samford fino a toccare il +22, collassa fino a pensare alla clamorosa debacle e quando è rimasto solo un punticino di vantaggio chiude la partita. Le due note veramente positive sono che la spalla di Hunter Dickinson sembra okay (19+20 rimbalzi) e che Nick Timberlake ha segnato 19 punti.

Oregon è sempre un problema a marzo – South Carolina incontra la dura legge dell’ex. Jermaine Cousinard è immarcabile: 40 punti, 14/22 dal campo, 6 assist e 4 rimbalzi e porta Oregon al secondo turno insieme ad un grande N’Faly Dante sotto canestro. Un parziale di 18-2 a metà primo tempo ha di fatto spaccato la partita con i Gamecocks troppo fallosi e poco continui di fronte alle diverse difese offritegli dai Ducks. Per coach Dana Altman é l’ottava vittoria partita su otto opening round giocati con i Ducks. Le uniche due volte che si è presentato al Torneo con un seed in doppia cifra è sempre arrivato al secondo weekend. Creighton avvisata.

Colorado State-Texas, o meglio la fiera dei ferri scheggiati – Texas vince ma solo perché i Rams hanno deformato il canestro a forza di mattonate. 29.3% dal campo, 25% da tre per quello che era stato uno degli attacchi più efficienti della stagione. Troppo aggressiva e troppo atletica la difesa dei Longhorns che ha lasciato CSU a bocca asciutta per lunghi tratti del primo tempo (3 punti negli ultimi 16 minuti di primo tempo). Dall’altra parte anche Texas ci ha messo del suo tirando 1/14 da tre punti, ma Max Abmas e Dylan Disu hanno trovato i canestri giusti nel momento giusto.

Creighton e Tennessee sul velluto – Ryan Kalkbrenner e Dalton Knecht allontanano ogni spettro di upset passeggiando su Akron e Saint Peter’s. Lo scarto tra due squadre di Top Ten e due mid-major, anche di buon livello, è stato notevole con Creighton a volare via nel secondo tempo dopo una prima frazione complicata e Tennessee che prende il largo da subito. 23 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate per il centrone dei Bluejays, stessa quota di punti per il super senior dei Volunteers.

GUIDA ALLA MARCH MADNESS: TUTTE LE SQUADRE DELLA MIDWEST REGION

 

West

Nevada fa harakiri – Sopra di 17 a sette minuti e mezzo dalla fine, cosa mai potrà andare storto? Tutto, evidentemente, se ti chiami Nevada. Dayton si sveglia di colpo e mette su un parziale di 17-0 in meno di cinque minuti che manda i Wolfpack completamente in bambola, incapaci di adattarsi e fare le scelte giuste in attacco nel finale punto a punto. 63-60 Flyers alla fine con 18 punti della stella DaRon Holmes, di cui 8 in quei decisivi minuti finali, più Koby Brea e Nate Santos anche loro autori di canestri molto pesanti. Un grande giorno per UD e anche per l’Atlantic 10, che manda due formazioni su due al secondo turno. Invece la squadra di coach Steve Alford, infarcita di giocatori al quarto o quinto anno, spreca un’occasione rara di fare qualcosa d’importante a marzo e questa sconfitta rimarrà sempre traumatica per i suoi tifosi. A Cincinnati nel frattempo più di qualcuno avrà riso di gusto, perché l’ultima volta che si era vista una rimonta simile al Torneo fu proprio per mano di Nevada (allora allenata da Eric Musselman) contro i Bearcats nel 2018.

Michigan State passa d’autorità – Mai sotto nel punteggio e +18 alla fine su Mississippi State (più sgonfia del previsto, va detto): gli Spartans non potevano cominciare meglio la propria March Madness nel sempre complicato scontro 8-contro-9. Talismano di turno: il record di MSU contro squadre della SEC al Torneo (10 vittorie filate, 9 con Tom Izzo in panchina), ma le buone notizie per i verdi vanno ben oltre la cabala, dato che sono apparsi trasformati rispetto alle molte infelici uscite delle ultime settimane, molto più in sintonia in attacco e con guardie belle pimpanti (19 punti per Tyson Walker e 15 per Jaden Akins). UNC dovrà guardarsi bene da loro.

North Carolina e Arizona dilagano – La prima vince di 28 una gara condotta quasi ininterrottamente, la seconda arranca un po’ nel primo tempo ma poi scappa velocemente verso il +20 finale. Contro Wagner, a North Carolina non serve una prova decente del metronomo Elliot Cadeau (nota stonata con 0 punti e 4 perse), visto che RJ Davis e Armando Bacot ventelleggiano comunque senza problemi: non sarà così semplice contro Michigan State. La zona di Long Beach e le attenzioni speciali rivolte a Oumar Ballo (11 punti, 13 rimbalzi e 4 stoppate comunque alla fine) si sono rivelate un ostacolo poi non così complicato per Arizona, visto che le triple sono entrate con buone percentuali: 13/35 di squadra basta e avanza.

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