Un fulmine ha colpito l’università di Memphis e tutta l’Ncaa che rischia di perdere dopo sole due partite uno dei talenti più attesi della stagione. Poche ora prima che la squadra scendesse in campo contro UIC, James Wiseman, stella dei Tigers e potenziale prima scelta assoluta al Draft, è stato dichiarato ineleggibile dall’NCAA, che è venuta a conoscenza dell’aiuto economico dato da Penny Hardaway alla famiglia del giocatore nel 2017, così da favorire il trasloco nella città del Tennessee. Grazie a un temporary restraining order emesso all’ultimo da un giudice, il giocatore è sceso in campo con i compagni e ora si attende una nuova sentenza che stabilisca definitivamente il suo status.
NCAA statement on James Wiseman: pic.twitter.com/B4hClOQxMj
— Inside the NCAA (@InsidetheNCAA) November 9, 2019
“L’università sta lavorando con lo staff dell’NCAA per ripristinare la situazione, sperando che questo problema si possa risolvere velocemente”, ha scritto in un comunicato UM. Ma la situazione è decisamente complicata. Nel 2017, quando Wiseman giocava nella East High School allenata da Hardaway, l’head coach avrebbe dato alla famiglia del giocatore 11.500 dollari per favorire lo spostamento a Memphis dell’intera cerchia del ragazzo. In quel periodo l’allenatore di UM era Tubby Smith ma Hardaway era comunque già legato all’università in qualità di booster.
Chi sono i booster? Chiamiamoli benefattori, tutor, sostenitori, l’Ncaa li definisce “representatives of the institution’s athletic interests” e spiega qui in che modo si diventa tali, a partire dalle donazioni finanziarie. I booster possono mantenere relazioni con i prospetti e le loro famiglie, ma non possono ovviamente fornirgli benefit di qualsiasi tipo, men che meno soldi. E una volta diventato booster, lo si è per sempre.
Hardaway, dopo una donazione dell’importo di un milione di dollari fatta nel 2008 in favore dell’università di Memphis, è diventato, inequivocabilmente, booster a vita. Ed è quindi chiara l’infrazione da lui commessa, fornendo risorse finanziarie alla famiglia di un giocatore e influenzando in qualche modo la sua decisione. Secondo l’atto d’accusa dell’NCAA, si tratterebbe nello specifico di “attività di reclutamento illecita”, un’interpretazione duramente contestata da Leslie Ballin, l’avvocato che difende Wiseman, che ha sottolineato l’assurdità della norma: “Se compri un abbonamento stagionale per i Tigers, devi fare una donazione e quindi ogni possessore di questi abbonamenti è un booster. E se dà un passaggio o compra un gelato a un giocatore, immediatamente lo rende ineleggibile”.
James Wiseman, all’epoca minorenne, non soltanto non aveva il minimo controllo su quei soldi arrivati da Hardaway alla propria famiglia, ma neanche era a conoscenza di questa somma di denaro, secondo quanto riportato da fonti vicine al giocatore. La mancata conoscenza del fatto da parte di Wiseman non va a modificare l’illiceità della situazione, ma sicuramente è un’attenuante in favore di Hardaway, forse non veramente intenzionato a influenzare la decisione del prospetto, visto che “nessuno, lui compreso, nel 2017 pensava che sarebbe andato ad allenare UM”, come ha detto Ballin.
Fino a quando la situazione non si chiarisce, in teoria Wiseman non dovrebbe più mettere piede in campo con i Tigers anche se Penny Hardaway ha in mente altro
Penny Hardaway on James Wiseman: “He will continue to play.”
— John Martin (@JohnMartin929) November 9, 2019
Non una grande idea, in realtà, visto che l’Ncaa è un organismo piuttosto rigido che non accetta atteggiamenti di sfida e potrebbe punire ancora più severamente Memphis, magari con un post season ban. Sicuramente fino a quando è stato sul parquet, Wiseman ha dimostrato di meritarsi tutte le attenzioni che gli vengono riservate. 28 punti, 11 rimbalzi nella prima partita e 17 punti e 9 rimbalzi nella seconda sono giusto le cifre di un giocatore che ha subito dimostrato di essere pronto per il piano di sopra.
Se gli verrà permesso di giocare, insieme a giocatori giovani e motivati del calibro di Precious Achiuwa e Boogie Ellis, i Tigers possono andare veramente lontano quest’anno. Non andrà mai da nessuna parte invece l’Ncaa, fino a quando non si doterà di regole più chiare e sensate, che rischiano, ancora una volta, di togliere dal parquet per colpe non sue un protagonista del college basket.