A Duke quest’anno ce n’è un altro che vola. Si chiama Cassius Stanley e in teoria doveva essere il freshman meno quotato rispetto a talenti come Wendell Moore, Matthew Hurt e Vernon Carey. Peccato che dal primo giorno in cui è entrato nello spogliatoio dei Blue Devils abbia portato un’energia speciale.
Primo allenamento, secondo allenamento, poi primo scrimmage. Sempre la stessa storia. In campo Stanley andava al doppio della velocità degli altri, metteva il doppio dell’energia e segnava canestri con una facilità pazzesca. Il racconto di chi ha visto i primi allenamenti è più o meno questo “sembrava un ragazzetto al playground. Rilassato e in controllo”.
Poi c’è stato il momento delle misurazioni. Momento che in teoria di solito passa in sordina, ma non se nel salto in alto da fermo batti il record fatto registrare solo 12 mesi prima da Zion Williamson, che era 45 pollici. Lui ha saltato 46,5 pollici (ossia 1,18 metri contro 1,14). Ora, già Zion era un mostro di elevazione, cosa è Stanley?
Forte, almeno questo è chiaro. E nelle prime partite l’ha già fatto vedere: 13 punti in 30 minuti nella combattuta gara d’esordio contro Kansas (11 dei quali nel secondo tempo) e poi 18 in 25 minuti nel match molto meno impegnativo contro Colorado State. In tutto questo, sforna almeno un highlight a partita.
Non proprio come Zion, ma abbastanza perché i tifosi l’abbiano già trasformato in uno dei loro beniamini. Attenzione però, che di strada prima della NBA ce n’è parecchia da fare. Tutti quelli che l’han visto giocare dicono che è destinato a stare insieme ai più forti. C’è anche chi lo ha già paragonato a Russell Westbrook, di cui peraltro è leggermente più alto.
Il dubbio, come accade per tante guardie di talento con le molle nelle gambe, riguarda il tiro. Stanley in campo sa fare praticamente tutto, ma ci sono dubbi che possa essere continuo al tiro da fuori. Per ora lui ha registrato un 1/1 da tre nella gara contro Kansas e 0/1 nella successiva. Totale 1/2, che indica come il tiro dall’arco non sia l’arma preferita dal ragazzo. Però c’è tempo per lavorare. Nel frattempo godiamoci gli highlights.