Per chi l’ha visto giocare l’anno scorso non è una sorpresa, i lampi di talento erano sotto gli occhi di tutti: ma nella stagione in corso Keegan Murray sta persino superando le aspettative. Il talento dello stato dell’Iowa, nato a Cedar Rapids, è uno dei giocatori della Big Ten ad avere maggiormente impressionato in questo inizio di Ncaa.
Partiamo dai numeri, che dicono molto anche se non tutto, sia in positivo sia in negativo. Murray è un’ala atletica e longilinea di 203 cm per 97 kg che sta dominando la classifica marcatori della Division I con 23.9 punti a partita e con il miglior Offensive Rating della nazione (136.2). In più, è anche terzo nella graduatoria di KenPom per il Player of the Year, dietro a EJ Liddell e Drew Timme. Tutto questo è accaduto perché i suoi minuti di gioco sono passati da 18 a 26.6, ma l’anno scorso era solo un freshman e davanti a lui c’era Joe Wieskamp.
Gioca in squadra con suo fratello gemello Kris (forte anche lui) e, arrivato al secondo anno, ormai i riflettori sono puntati su di lui. Caratteristiche? Grande atleta, grande rimbalzista (8 a gara), buon difensore soprattutto in aiuto e buon realizzatore. Come mai solo “buon” realizzatore? Perché Murray, più che un cecchino, è un giocatore che emerge quando aumenta il numero dei possessi (prende quasi 15 tiri a partita). Non a caso un suo leggero infortunio ha pregiudicato le ultime due gare di Iowa. La prima contro Purdue, in cui Murray non ha giocato, e la seconda contro Illinois (persa di 4 punti) in cui Keegan non era al meglio ma ha comunque provato a suonare la carica nel finale.
Il ragazzo dei record
Resta il fatto che, anche solo per i libri, Murray ha già scritto qualche pagina della storia della sua università. Alla terza partita della stagione in corso, quella in casa contro North Carolina Central, il talento degli Hawkeyes ha messo a referto 27 punti, 21 rimbalzi e 4 stoppate. Coach Fran McCaffery in conferenza stampa è arrivato con il tabellino della gara, si è seduto davanti ai cronisti in silenzio e ha iniziato a guardare il foglio delle statistiche, scuotendo la testa. “Beh, diciamo che non capita spesso vedere una statline del genere“, è stato l’esordio dell’allenatore.
Quanto raro? Molto. I 21 rimbalzi non li prendeva nessuno ad Iowa dai tempi di Greg Brunner nel 2006. L’ultima gara da 20/20 prima di Murray l’aveva registrata (in maglia Iowa) Bruce “Sky” King nel gennaio del 1977 (PS: King è uno di quei giocatori sconosciuti che meriterebbe una storia a parte, una leggenda della Ncaa che non ha mai sfondato nella Nba ma che ha scritto pagine importanti di college basketball). Andiamo avanti. L’ultimo giocatore dell’intera Division I ad andare a referto con un 27+ punti 21+ rimbalzi e 4+ stoppate è stato Michael Beasley nel 2007. Erano 14 anni che non ci riusciva nessuno.
Please, don’t hype
Quanti ne abbiamo visti con i numeri da star e poi con poco futuro in Nba? Troppi. Quindi iniziamo col dire che, a livello di college, Murray è un fattore “senza se e senza ma”, aggiungendo poi però che il livello pro è e sarà un’altra cosa. Chiaramente, visto il fisico, in Nba potrebbe giocare solo da ala piccola. Il tiro ce l’ha ma è evidente che per ora funzioni solo in situazioni di catch and shoot, mentre dal palleggio tira pochissimo e quel poco senza grande ritmo. Molto più nelle sue corde la penetrazione, anche se tende alla virata dorsale sempre verso destra.
Resta il fatto che corre il campo come una gazzella, se salta arriva ben in alto ed è dinamico negli spostamenti. Soprattutto non sembra abbia esaurito la sua fase di crescita, motivo per cui è immaginabile che possa ancora migliorare. Nel nostro Super Mock Draft, Murray compare già al primo giro alla #27, ma state certi che se le prestazioni continueranno di questo passo arriverà ben più in alto alla fine dell’anno.