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La follia di Lsu, la crisi di Auburn

Autore: Raffaele Fante
Data: 1 Feb, 2019

Tennessee continua ad andare come un treno e a meritarsi la vetta del ranking: le vittorie consecutive sono 15 (pareggiato record dell’ateneo) e anche la temibile South Carolina è stata sepolta da 22 punti. Oltre a Grant Williams, è entrato definitivamente in forma anche Admiral Schofield, di cui vi abbiamo parlato qui assieme a PJ Washington, un altro assoluto protagonista della Sec. Anche Kentucky continua a vincere ma nessuna squadra è tanto folle e divertente come LSU, seconda imbattuta della conference. Vediamo perché.

“Una volta ogni 500”

Alla voce esperienza, la squadra di coach Dean Wade può vantare un bel 329/o posto nella Division I, con una media di 1.08 anni per giocatore. Nel quintetto dei Tigers c’è un po’ di tutto, dal freshman Naz Reid al senior Kavel Bigby-Williams, ma poi dalla panchina si alzano solo tre giocatori al primo anno di college, ed è insomma inevitabile che la squadra viva di alti e bassi anche all’interno di una stessa partita.

Contro Missouri, per esempio, cioè una delle peggiori squadre della conference, i Tigers sono stati un pianto e sono finiti sotto di 14 a poco più di 2 minuti dalla fine. Notare nel video le chance di vittoria che avevano a quel punto

 

“Succede una volta ogni 500, a essere generosi”, ha detto Wade. Ed è successo alla sua squadra pazza, che improvvisamente può accendersi e diventare inarrestabile.

Nella partita successiva sul campo di Texas A&M, invece, i Tigers han vinto con un solo giocatore in doppia cifra. Tremont Waters ha segnato la metà esatta dei 72 punti della sua squadra, partendo con un 5/7 da 3 che ha segnato la partita. “Tutti mi dicono che devo tirare di più e io l’ho fatto”. Semplice. 15 punti, 6 assist, 3 rimbalzi e 3 rubate l’apporto medio della miglior guardia della conference.

 

Il risveglio di Allen

Dopo aver iniziato 1-3, Florida ha messo insieme 3 vittorie di fila nella conference che hanno ridato una qualche dignità alla loro classifica. Merito soprattutto del giocatore più atteso e, fino a poco fa più deludente, dei Gators e cioè KeVaughn Allen: prima partita sopra i 30 (e (8/10 da 3) contro Texas A&M, sei triple sbagliate di fila ma quella decisiva a segno e 21 punti contro Ole Miss.

 

Coach Mike White aspettava il risveglio del suo senior da tempo, anche perchè senza di lui i Gators non vanno da nessuna parte. E visto il buco dovuto a infortuni e transfer nel reparto lunghi, è il backcourt l’asse portante della squadra che ha nella difesa (10/a per efficienza sui 100 possessi) la sua arma migliore. Tra le (poche) note positive della stagione, c’è anche l’affidabilità del freshman canadese Andrew Nembhard, che non sarà mai un cecchino vista anche la sua orrida meccanica di tiro, ma dà via 6 assist a partita ed è dotato di discreta creatività.

 

La prossima sarà una settimana decisiva per capire il valore di Florida con Kentucky in casa e le trasferte sui campi di Auburn e Tennessee. Se Allen si è davvero svegliato, sarà questa l’occasione giusta per confermarlo.

Auburn saluta il ranking

E dopo aver iniziato con il record di 9-1 ed essere arrivata fino alla #7, alla 13/a settimana Auburn uscì per la prima volta dal ranking. La facile vittoria in casa contro Missouri ha interrotto una striscia di tre sconfitte, ma non è stata sufficiente per restare là dove la squadra di Bruce Pearl è sempre stata sin dall’inizio della stagione, cioè nella Top25.

L’assenza per infortunio di Austin Wiley ha aperto una voragine in area, dato che sia Chuma Okeke che Anfernee McLemore sono due stretch four e così gli avversari dei Tigers segnano dagli 80 punti in su e l’attacco, che resta il secondo della conference, non basta per vincere le partite. Contro Mississippi State, per esempio, non è bastato tirare il 53% dal campo con 11/21 da 3 perché i piccoli dei Bulldogs hanno trovato sempre una comoda strada per segnare 92 punti e vincere. Alabama, Florida e LSU le prossime avversarie dei Tigers, che ora non possono più sbagliare.

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