La stagione
Tentare di definire la stagione di Kansas State è arduo. Hanno praticamente battuto tutte le squadre inferiori e meno solide di lei e sono stati presi a pallate dalle squadre più forti, eccetto due ottime prestazioni contro Arizona State e Kansas. È molto difficile cercare di capire di che pasta sono realmente fatti questi Wildcats, ma al Torneo hanno regolato a dovere sia Creighton che UMBC facendo leva sulla loro arma migliore: la difesa (59 punti concessi ai primi e 43 ai secondi).
Anche i numeri parlano per loro: stabilmente nelle migliori 50 su entrambi i lati del campo secondo KenPom, record positivo in conference, cosa che non succedeva da quattro anni, tutto questo con una squadra giovane, senza senior in rotazione. L’asse portante è composto da un trio di junior, Dean Wade, Barry Brown jr. e Kamau Stokes, tutto sapientemente mixato dalle mani di quel vecchio volpone di Bruce Weber. Posto al torneo prenotato, potrebbe essere la Texas Tech del prossimo anno.
Il giocatore chiave
Se lo vedreste in giro per il campus di Manhattan sembrerebbe “the typical white guy” un po’ alto, ma niente di eccezionale. Invece in campo, Dean Wade diventa l’X factor della squadra: playmaker occulto dalla sua posizione di ala grande, miglior rimbalzista, miglior tiratore da tre, miglior DRtg della squadra, 99.8, e miglior realizzatore (16.5). Uno dei più sottovalutati in tutta la nazione. K-State se l’è cavata bene in sua assenza durante le prime due partite del Torneo: il suo ritorno nelle Sweet 16 potrebbe dare una spinta ulteriore verso un sogno proibito chiamato Final Four.
I prospetti
Nulla di nulla. Classica squadra Ncaa con una serie di ragazzi che torneranno tutti al college l’anno prossimo.