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Big 12, la conference dove regna l’equilibrio

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 16 Gen, 2019

Non sarà la conference più profonda o quella che staccherà più pass per il torneo, ma di certo la Big 12 è la conference più equilibrata. Tutte le squadre, eccetto Texas Tech, hanno conosciuto la sconfitta e ci sono state molte sorprese, finali scoppiettanti e giocatori emersi dal nulla.

Tre squadre presenziano la Top Ten delle migliori difese (Kansas è undicesima), con sei atenei all’interno della Top 30 del ranking e ben otto nella Top 50 (dati Kenpom). Ecco a voi il power ranking riassuntivo di queste prime due settimane

1. #8 Texas Tech (15-1, 4-0)

Percorso netto (4 su 4), massimo margine di vittoria sette punti. Vittorie tutte tirate, sudate ma meritate. Hanno sfatato due miti: non avevano mai vinto a Morgantown (sede di West Virginia) ed erano ventidue partite che non battevano in trasferta Texas. Moretti favoloso per il feel for the game mostrato, Jarrett Culver innalza le sue quotazioni Nba ad ogni partita e Chris Beard sta dimostrando una capacità di aggiustare in corsa le partite che può fare la fortuna dei Raiders. 

2. #7 Kansas (15-2, 4-1)

Con Udoka Azubuike fuori per la stagione, Bill Self ha dovuto aggiustare difesa e rotazioni, pescando dal fondo della panchina il freshman nigeriano Ochai Agbaji, che sembrava destinato ad una stagione da redshirt. L’impulso energetico dato da Agbaj, nelle tre partite fin qui disputate, ha cambiato il volto di Kansas. Stop difensivi, palle rubate, schiacciate, tiri da tre e istinti da passatore. Agbaji è la sintesi delle caratteristiche di ogni singolo giocatore del roster di Kansas. Bill Self lo sa e gli ha dato ampio spazio (23.7 minuti di media). I Jayhawks, ancora pieni di problemi, potrebbero aver trovato la risposta. Soprattutto se Marcus Garrett ha deciso che sa tirare le triple. 

3-7: TCU, Iowa State, Kansas State, Baylor, Oklahoma (2-2)

L’equilibrio della Big 12 in cinque squadre. Iowa State (12-4) è passata dall’essere la squadra più hot della nazione a finire fuori dal ranking. Nei prossimi undici giorni, affronterà in sequenza Texas Tech, Kansas e Ole Miss. Noi pensiamo che siano più simili alla versione che ha distrutto Kansas. La sconfitta più dolorosa per i Cyclones è stata la migliore prestazione stagionale di Baylor (10-6), che ha trovato finalmente il suo equilibrio con il duo McClure-Mason e Mark Vital è sempre più impressionante sotto i tabelloni. Kansas State è la squadra che ha messo più in difficoltà Texas Tech grazie alla difesa impressionante di Cartier Diarra e Barry Brown Jr  su Culver. Brown Jr. ha anche messo il canestro vincente contro i Cyclones.

 

Oklahoma ha avuto la sfortuna di giocare sia con Kansas che con TT, uscendo rafforzata dalle due sconfitte e candidandosi come darkhorse per la corsa alle zone alte. TCU, ancora senza Jaylen Fisher, è andata vicinissima all’essere 3-1 se non fosse stato per Doolittle.

 

Desmond Bane sta tirando il 57% da tre e vuole provare a trascinare i suoi. E Kouat Noi, che parte dalla panchina, ha messo 30 punti contro Oklahoma con una facilità imbarazzante. 

8-9 Texas e Oklahoma State (2-3)

Stesso record, sensazioni diverse. Il turning point è stato lo scontro diretto, vinto dai Cowboys. Texas (10-7)  ha avuto la peggiore prestazione al tiro da tre degli ultimi sei anni (2/22) e ha capito che la ricetta “tiro da tre e difesa” non basta per avere un record positivo in Big 12. Questo potrebbe essere un buon modo per trovare punti.

 

Oklahoma State (8-9) rimpiange l’ultima sconfitta contro Baylor (in vantaggio a pochi minuti dalla fine, dopo una rimonta), ma si può consolare con l’esplosione di Curtis Jones, 33 punti nelle ultime due, la costanza al tiro di Dziagwa (40% da tre in conference) e spera di trovare continuità in quel progetto di stella di Isaac Likekele. 

10. West Virginia (8-9, 0-5)

Peggior partenza nella Big 12 di West Virginia nella gestione Bob Huggins. Difesa pessima, gestione dei vantaggi ancor peggiore (+21 sprecato contro Kansas State) e un’atmosfera di piattume alquanto emblematica. Nelle prime partite era almeno affondata negli ultimi minuti, contro Tcu, invece, è stata spazzata via già nel primo tempo, finendo sotto di 20.

Huggins chiede maggiore consistenza difensiva ai suoi e ha ragione (42% da tre concesso nelle ultime quattro partite). Alla squadra, però, manca il talento e lo sviluppo dei giocatori non può sempre sistemare le falle di un reclutamento non sempre all’altezza. Se poi, Konate è fuori per infortunio, i dolori continueranno per i Mountaineers.

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