Pur non avendo mai vinto un titolo, BYU ha sempre chiuso la regular season nei primi tre posti della WCC, affermandosi come una delle outsider principali in grado di spezzare il dominio di Gonzaga. In particolare in questo 2021 i ragazzi di Mark Pope hanno seriamente impensierito gli Zags, seed #1 a livello nazionale, nella finale del torneo di conference: dopo aver toccato il +14 alla fine del primo tempo, hanno chinato la testa solo al grande rientro guidato da Jalen Suggs negli ultimi minuti.
Il cocktail tecnico-tattico messo insieme da coach Pope è per certi versi semplice quanto efficace: comandare sotto i tabelloni e punire la difesa avversaria con delle buone percentuali dall’arco. Queste caratteristiche sono state accentuate con l’arrivo dei redshirt senior Matt Haarms e Brandon Averette, la scorsa estate. Oltre ad aver portato ai Cougars una dose importante di esperienza, i due transfer (rispettivamente da Purdue e Utah Valley) hanno aggiunto caratteristiche diverse ma essenziali in entrambe le metà campo.
L’olandese è un gigante (221 cm) con ottime doti da rim protector: viaggia a 2.0 stoppate di media a partita. Muovendosi così bene in aiuto, permette ai difensori perimetrali di poter essere aggressivi sui cambi e sui close-out: attaccare l’area contro di loro vuol dire spesso finire con le ossa rotte.
Anche in attacco, Brigham Young cavalca tanto le capacità dei suoi lunghi. I Cougars sono una squadra fisica, dura da affrontare, che ama sottoporre l’avversario al più classico dei pick your poison: quando Haarms viene coinvolto in post basso o come rollante dopo un blocco, la difesa è obbligata a scegliere se accettare il mismatch – e spesso pagare dazio alla sua statura – o raddoppiarlo, lasciando però scoperto uno dei tiratori. In generale, attenzione però ai cali di tensione, che hanno portato BYU a subire anche parziali pesanti: alla Big Dance potrebbe essere un peccato capitale.
Secondo KenPom, BYU chiude la stagione regolare nella top 30 del college basketball per efficienza offensiva (113.8) e difensiva (91.6), dato che testimonia una solidità importante. Al Torneo l’obiettivo sarà alzare il livello per dimostrare di potersela giocare con i più grandi: il percorso sarà sicuramente difficile, ma in una stagione così complessa avere una delle squadre più esperte della nazione può sicuramente risultare un fattore importante.
Quintetto
G – Brandon Averette
11.5 PTS, 3.8 AST, 0.8 STL
G – Alex Barcello
15.9 PTS, 4.7 REB, 4.5 AST
F – Gideon George
5.6 PTS, 3.6 REB, 0.3 STL
F – Caleb Lohrer
7.0 PTS, 7.0 REB, 1.2 AST
F – Matt Haarms
11.3 PTS, 4.8 REB, 2.0 BLK
Giocatori chiave
- MATT HAARMS – RS Sr. – C – 221 cm, 113 kg
Il già citato lungagnone olandese ha portato i Cougars in una dimensione nuova: oltre ad essere un terrore in difesa, quando è in campo quasi tutte le azioni offensive passano dalle sue mani. In post basso si muove sufficientemente bene da riuscire a sfruttare le sue lunghissime leve per tirare in testa all’avversario diretto e, anche quando viene chiuso, riesce a riciclare la palla in maniera notevole per permettere ai suoi di attaccare il lato debole.
- ALEX BARCELLO – Sr. – SG – 188cm, 82 kg
Leader di squadra per minuti, punti, assist e rubate, il senior da Arizona (con la quale ha giocato le prime due stagioni al college) è una guardia rapida ed esplosiva, ma soprattutto dotata di un tiro dall’arco letale: ha appena chiuso la seconda stagione consecutiva con il 48.6% da tre, su quattro tentativi di media a partita. Il suo movimento continuo dietro la linea del tiro pesante è essenziale per tenere sulle spine la difesa, e con la palla in mano riesce a prendere decisioni rapidamente ed in maniera lucida: quando è in giornata, risulta davvero difficile da contenere.