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March Madness, ecco le magnifiche 16

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 26 Mar, 2024

Eccoci giunti alla seconda settimana di March Madness, in cui 16 squadre si daranno battaglia per un posto alle Final Four. Vediamo come sono arrivate fin qui.

 

East Region

 

UConn – 132 punti per 100 possessi contro Stetson scesi a 115 contro Northwestern. Come dire che finora gli Huskies non hanno ancora nemmeno percepito le difficoltà del Torneo e hanno demolito i Wildcats nonostante abbiano tirato 3/22 dall’arco. La difesa è saldamente nelle mani del ritrovato Donovan Clingan, in attacco si privilegia la velocità quando si può ma contro le difese schierate la palla circola a meraviglia. La rotta verso la Final Four al momento sembra una formalità.

 

San Diego StateSan Diego State – Hanno faticato contro UAB e poi passeggiato contro Yale. L’elemento che non è mai mancato è l’apporto offensivo di Jaedon LeDee, ormai diventato un giocatore da NBA, capace di punire sia sotto canestro sia con il jumper (e ha 3/3 dall’arco finora). Il problema è che il resto della squadra è molto più discontinuo ma se c’è un team in grado di mettere granelli di sabbia negli ingranaggi degli avversari è San Diego State.

 

Illinois – Se Terrence Shannon si accende l’attacco di Illinois diventa ingestibile, perché oltre ad essere la migliore guardia in campo aperto del college, Shannon ama prendersi triple in step back o penetrare in acrobazia. La squadra è profonda ed equilibrata, forse meno talentuosa di altre versioni del recente passato, ma più coesa ed efficace. A proposito di efficacia, l’utilizzo del piede perno di Marcus Domask è una forma d’arte. Le partite di Illinois valgono la pena anche solo per quello.

 

Iowa State – Finora è bastata la difesa, e quella dei Cyclones numeri alla mano al momento è la migliore del college. Quando chiudono, chiudono per davvero. In attacco invece spesso bisogna affidarsi alle soluzioni estemporanee e contro Washington State è stato il play guardia Tamin Lipsey a togliere le castagne dal fuoco. Non sempre però va così bene e non sempre la squadra tora con il 50% da tre (7/14 nella gara di secondo turno). In quintetto c’è però uno dei migliori freshman della nazione, Milan Momcilovic, lungo dalle mani educate (36% dall’arco su 169 tentativi). Un bello spettacolo.

 

West Region

 

North Carolina – Con Wagner e Michigan State praticamente tutto è andato per il verso giusto nelle due metà campo. Due vittorie senza appello che giustificano lo status di favorita del Region. La difesa è sempre ultra solida, ma è anche offensivamente che questi Tar Heels sembrano implacabili: almeno tre quinti dello starting five possono segnare a raffica (RJ Davis, Armando Bacot, Harrison Ingram) e c’è sempre spazio per gli acuti di qualcun altro.

 

Alabama – La solita Bama nel primo turno e un’insolita Bama nel secondo: così è arrivata alle Sweet 16, intontendo Charleston a suon di canestri e poi resistendo a GCU in una gara brutta, sporca e cattiva. Ecco, le migliori notizie per Nate Oats forse giungono proprio dalla prestazione meno limpida delle due, se non altro perché i Crimson Tide hanno dimostrato un tipo di durezza mentale che può spingerli ancora un po’ più in là in questa March Madness. In ogni caso però serve sempre un Mark Sears al top: 56 punti sbagliando proprio poco in due match fin qui.

 

Arizona – Si piega ma non si spezza: questa è la differenza, almeno finora, fra i Wildcats di quest’anno e quelli della scorsa March Madness. LBSU è riuscita giusto per qualche minuto ad agitare gli spettri di Princeton versione 2023 mentre Dayton, avversaria ben più ostica, ha avuto una chance solo a cavallo fra i due tempi. Per il resto Arizona tira dritto per la propria strada senza scomporsi più di tanto, imponendo i propri ritmi e trovando in maniera puntuale i protagonisti giusti da imbeccare in attacco, anche con un Oumar Ballo imbrigliato dal suo status di osservato speciale.

 

Clemson – Arriva a fari spenti (più che altro perché se ne parla meno di quanto merita) ma c’è da fare attenzione. Era l’unica at-large solida dalla ACC oltre a UNC e Duke, ma i Tigers sono andati anche al di là delle previsioni nel modo in cui hanno battuto New Mexico e Baylor: dominanti coi primi, impedendo agli avversari di correre, e spietati coi secondi, colpendo con precisione ogni smagliatura difensiva. Lotta, si adatta e vince, con in più un Chase Hunter scopertosi trascinatore a marzo (due ventelli consecutivi, non gli capitava da due anni).

 

South Region

 

NC State – L’unica con seed in doppia cifra rimasta nel torneo con un gioco brutto e cattivo ma efficace, ha sfruttato il calendario ed eccola a sorpresa alle Sweet 16. Netta la vittoria contro Texas Tech, ha rischiato invece contro Oakland che ha sprecato la palla della vittoria ma alla fine DJ Burns e compagni sono dove nessuno pensava potessero arrivare solo due settimane fa. Il centrone dei Wolfpack è difficile da fermare in area e si è trascinato dietro tutti. Sta tirando male DJ Horne e visto che il miglior giocatore di coach Kevin Keatts deve ancora accendersi, il meglio potrebbe ancora non essere arrivato.

 

Marquette –  Dopo 3 settimane di assenza, Tyler Kolek ha ripreso in mano la squadra e con due doppie doppie ha riportato i Golden Eagles alle Sweet Sixteen dopo 11 anni. Tutto bene, ma in entrambe le partite si sono visti i difetti di una squadra con amnesie a rimbalzo e un roster non propriamente infinito. Kam Jones deve stare in campo ed evitare problemi di falli, così come Oso Ighodaro, altrimenti son dolori veri perché nel complesso la squadra ha lasciato qualche dubbio sulla sua solidità, andando in difficoltà sia nel primo tempo contro Western Kentucky che nella ripresa contro Colorado.

 

Duke – Due vittorie convincenti concedendo 102 punti in tutto sono un bel biglietto da visita per una squadra arrivata alla March Madness senza troppe certezze e che invece sembra aver trovato la forma migliore. Le notizie più confortanti arrivano dal backcourt con un caldissimo Jared McCain e un ritrovato Tyrese Proctor, meno timido e molto più utile alla causa sia in attacco che in difesa. Tutto facile con la debole Vermont mentre James Madison poteva essere un bel fastidio ma è stata spazzata via. Il tutto con due prestazioni normali di Kyle Filipovski, il che è un gran bel segnale per Jon Scheyer.

 

Houston – Una passeggiata al primo turno, una faticaccia al secondo, e proprio la partita contro Texas A&M e i 95 punti presi (con un overtime) è stato il secondo campanello d’allarme dopo il -40 subito da Iowa State nella finale di conference. Ha un roster corto e si sapeva, ma non ci si aspettava che potesse essere vulnerabile anche nei suoi punti forti, e cioè la difesa e i rimbalzi. Per fortuna di coach Kelvin Sampson, la meno attesa delle sue guardie e cioè Emanuel Sharp, sta facendo un grande torneo tirando con il 50% da 3 (9/18) ma nel complesso sono meno solidi del previsto.

 

Midwest Region

 

Purdue – Grambling State o Utah State non fa differenza. Per Purdue sono in egual modo sparring partner su cui infierire. La prova del secondo turno contro gli Aggies è stato un chiaro segnale alle rivali. Se questo è il piglio, l’attacco dei Boilermakers può girare con un efficienza irreale e avere un’arma totale come Zach Edey sotto canestro, due cose che farebbero spaventare anche le difese di Houston e UConn. I fantasmi del passato sembrano essere dietro le spalle.

 

Gonzaga – Le sue avversarie nulla hanno potuto contro la potenza di fuoco messa in campo dall’attacco di Mark Few. Kansas è stata vivisezionata dal pick and roll centrale di Ryan Nembhard, autentico cervello di questo attacco che, da febbraio in avanti, è uno dei migliori della nazione. Ma la cosa che balza agli occhi è il momento di forma di Nolan Hickman, mai come in queste ultime settimane versione scorer implacabile. Avere una guardia capace di essere temibile con e senza palla, aggiunge una risorsa fondamentale ai Bulldogs chiamati ad un’autentica impresa contro Purdue.

 

Creighton – Grande forza mentale e un arsenale dalla qualità e dalla quantità invidiabile hanno portato per il secondo anno di fila la squadra di Greg McDermott alle Sweet 16. Ryan Kalkbrenner rimane un totem difensivo incredibile, capace di dissuadere chiunque dall’avvicinarsi al canestro, ma quello che impressiona è lo shotmaking di questo roster. Trey Alexander, Steven Ashworth e Baylor Scheierman possono battere qualsiasi difesa grazie alle loro capacità balistiche. Questo mette i Bluejays in una buona posizione per vincere almeno un’altra partita in questa March Madness.

 

Tennessee – Lungo le sei partite che dividono il primo turno allo strappo della retina nella finale, c’è sempre quella partita in cui l’importante è sopravvivere anche se tutto va storto. Coach Rick Barnes spera che Tennessee si sia giocata questo jolly nella sfida piena di errori con Texas, dove il tiro da tre è scomparso dalle mani dei Vols. La notizia importante è che la difesa gli permetterà sempre di rimanere in gara e che Dalton Knecht deve ancora spremere fino in fondo le sue capacità realizzative.

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