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Matt Painter e la sfida della nuova Purdue

Autore: Stefano Fontana
Data: 11 Giu, 2020

Questa primavera non sarà di certo ricordata come la migliore per i fan di Purdue. Oltre ad aver perso due pedine importanti come Nojel Eastern e Matt Haarms, entrati nel transfer portal, i Boilermakers hanno anche vissuto da vicino il dramma del COVID-19, che si è portato via a 59 anni Ronald Newman, padre di Brandon.

Eastern, guardia preziosissima in fase difensiva, ed Haarms, lungo di 221 cm con ottime caratteristiche da stoppatore, lasciano il programma alle porte dell’annata da senior. L’olandese ha scelto BYU come nuova esperienza da grad transfer, mentre il suo ex-compagno ha optato per Michigan, dopo aver inizialmente avanzato la sua candidatura – piuttosto effimera – al Draft 2020. La totale assenza di un tiro convincente (42% dal campo, 48.5% ai liberi e 0/3 dall’arco nell’intera stagione 19-20) per ora mina in maniera seria le sue possibilità di fare il salto.

Tuttavia ad alleggerire le preoccupazioni ci ha pensato coach Matt Painter. Sulla panchina dei Boilermakers dal 2005, Painter è solo il sesto coach di Purdue dal 1950, testimone della tradizionale longevità degli head coach del programma. Prima di lui a guidare la squadra (allenando tra gli altri anche lo stesso Painter) è stato il leggendario Gene Keady che, pur non essendo mai andato oltre la Elite Eight del Torneo, nei suoi 25 anni in panchina ha contribuito in maniera cruciale a mettere il nome di Purdue sulla mappa del college basketball.

Keady è rimasto nella mente di tutti come un coach dalla disciplina ferrea. In questi giorni Painter ha dimostrato di averne assimilato i principi: intervenuto allo show di Dan Dakich, l’head coach non ha avuto parole dolci per i suoi due ex-giocatori. La prima stilettata è arrivata nei confronti di Haarms, che si è trasferito dopo la laurea: “Potrai anche esserti laureato a Purdue, ma non sei davvero un Boilermaker se te ne vai prima della fine. Ho provato a fare un passo indietro e a guardarla dalla sua prospettiva. Come diventerai un giocatore migliore? Giocherai contro squadre migliori rispetto ad ora? No. In quella posizione ho allenato Caleb Swanigan, AJ Hammons, Carl Landry, JuJuan Johnson. Ora c’è Trevion Williams che diventerà sicuramente un ottimo giocatore, e gli ha tolto il posto.”

Parole forse ingenerose verso il ragazzo ma che hanno sicuramente lo scopo di tutelare chi a Purdue ci è rimasto. Anche Nojel Eastern, però, ha avuto la sua dose dall’oramai ex-allenatore: “Quando giocavo per Gene Keady, non davo la colpa a lui. Semplicemente non ero abbastanza bravo, facevo 8 punti di media. Non avrei mai avanzato la mia candidatura per il draft. Gli altri ragazzi [rispetto ad Eastern, ndr] sono migliorati, sono rimasti qui ed hanno combattuto contro le difficoltà. Qualcuno invece se ne è andato, candidandosi per il draft nonostante avesse segnato 4 punti a partita di media…”

Nojel Eastern ha annunciato il suo trasferimento a Michigan. Fonte: @NEblessed20, Twitter

Insomma, i rapporti si sono rotti in maniera tutt’altro che serena, ma per uno dei programmi di punta della Big Ten è già ora di guardare alla prossima stagione. Il ritorno di Sasha Stefanovic, unico vero tiratore di ruolo a roster nella scorsa annata, è una buona notizia per un reparto guardie che potrà contare anche su Eric Hunter Jr, in netta crescita, e il già citato Newman, capace di aggiungere ulteriore pericolosità dall’arco dopo aver trascorso da redshirt il 2019/20.

Il recruiting ha portato Jaden Ivey, guardia #1 nei ranking dello stato dell’Indiana per la classe 2020: ottimo tiratore anche lui, potrebbe fornire interessanti alternative offensive, oltre a cementare il legame, già molto solido, tra l’università e lo stato in cui ha sede. Assieme a lui arriva dalla Pennsylvania Ethan Morton, combo-guard che avrà il compito di rimpiazzare, almeno in parte, il lavoro difensivo che fino ad ora è stato a carico di Eastern.

Per quanto riguarda il frontcourt, oltre ad Haarms ha salutato, dopo la laurea, anche Evan Boudreaux. Il reparto sarà guidato da Trevion Williams, vero leader naturale di questi Boilermakers, ma a questo punto potrebbero venire a mancare un po’ di “gioco sporco” e di stazza sotto i tabelloni. Aaron Wheeler è ancora un incognita troppo grande e il recruit Zach Edey (centro di oltre 220 cm in uscita dalla IMG Academy) rappresenta un progetto convincente solo in prospettiva. Difficile vederlo in campo con continuità da subito.

Tirando le somme, a coach Painter sarà chiesto di plasmare ancora una volta l’identità di una squadra dal buon potenziale, pronta a scrivere l’ennesimo capitolo di una storia gloriosa, pur dovendo riadattare schemi e rotazioni.

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