Negli ultimi 5 anni lo stato della Georgia è tornato a sfornare con continuità prospetti da Nba. È iniziato tutto con Jaylen Brown, al quale sono seguiti Wendell Carter Jr, Collin Sexton e per ultimi Anthony Edwards, potenziale prima scelta al prossimo draft, e Isaac Okoro possibile chiamata in top-5. L’anno prossimo toccherà al play Sharife Cooper provare a farsi strada in Ncaa con la casacca di Auburn. Le capacità, a fronte del suo 1.85 m, non gli mancano affatto.
La competizione fatta persona
Nato nel New Jersey, Sharife a sei anni si è trasferito con tutta la famiglia nella piccola città di Powder Springs. Ha frequentato la McEachern High School, scuola dell’ex professionista Josh Smith, e in quattro anni l’ha guidata ad un titolo statale. Per via della statura e della faccia d’angelo, in tanti lo hanno sottovalutato sin da piccolo. Ma Cooper è il ragazzo più competitivo di questa classe liceale. Dopotutto è un new jerseyan, come spesso ricorda in campo con il suo atteggiamento da duro.

Il giovane Sharife Cooper in azione
“Sono stato cresciuto per competere ogni volta che gioco”, per questo gli viene praticamente automatico puntare unicamente alla vittoria. Di conseguenza, per lui, è molto difficile digerire una sconfitta. Non a caso dopo una partita persa ai quarti di finale per il titolo statale, a notte fonda, invece di tornare a casa è andato dritto in palestra per eliminare la frustrazione. “Odia perdere più di quanto gli piace vincere”, ha confessato il padre Omar.
Le lezioni di famiglia
Il padre è suo allenatore nel circuito AAU ed è artefice dell’atteggiamento così estremo del figlio. “Mi ha insegnato a non dare mai nulla per scontato – ha spiegato Cooper – mi spinge a migliorare ed ha alimentato la mia fame di competizione”. Il padre, in stile sergente di ferro, gli ha addirittura sequestrato per lungo tempo lo smartphone. Il motivo? “Se vedo che utilizzando il telefono sbagli tanto, va eliminata questa distrazione”.

Sharife Cooper ad un raduno di USA Basketball
Sharife ha ben chiaro dove vuole arrivare. “Se mio padre è la mia continua motivazione, mia sorella è l’esempio che guardo e che voglio seguire per i traguardi che ha raggiunto”. Te’a Cooper ha vinto tre titoli statali con McEachern, la medaglia d’oro al Mondiale U17 con Team Usa nel 2014, è stata eletta Mvp al McDonald’s All-American nel 2015, e lo scorso 17 aprile è stata selezionata al draft della Wnba dalle Phoenix Mercury. “I tanti 1-contro-1 che ho giocato con lei mi hanno aiutato a migliorare in difesa”.
L’ascesa e la conferma
Sharife è salito alla ribalta nazionale nella stagione da sophomore, quando al circuito AAU ha messo insieme 24.5 punti, 7.5 assist, 5.2 rimbalzi e 1.4 recuperi di media, guidando la squadra degli AOT Rebels alle finali del Nike Peach Jam. “Ho avuto una grande seconda annata al liceo che mi ha fatto conoscere da tutti”, ricorda Cooper. Nel dicembre successivo, poi, al prestigioso torneo City of Palm ha schiantato da solo Hudson Catholic del prospetto Jahvon Quinerly. Ha realizzato 42 punti con buzzer beater annesso per l’83-81 finale, prestazione che gli è valso il premio di Mvp.
Da incorniciare la stagione 2018-19 quando, insieme all’amico Isaac Okoro, ha trascinato McEachern al titolo statale con un perfetto 32-0. Sharife ha fatto registrare 28.6 punti, 8.7 assist, 6 rimbalzi e 4.1 recuperi di media, con quattro partite da oltre 40 punti. Ovviamente con queste cifre ha fatto incetta di premi individuali, come l’Usa Today e il Gatorade Player of the Year. Ed è stato il primo giocatore underclassmen a vincere il National Player of the Year di MaxPrep.
La fama e il rispetto sono accresciute con la tripla-doppia da 52 punti, 13 rimbalzi e 10 assist realizzata nell’ultima stagione. “Non mi sono mai sentito davvero considerato dagli scout, ma è bello avere finalmente la giusta attenzione dopo tanto lavoro”. Per guadagnare la notorietà, però, ha dovuto fare dei sacrifici: “Il più grande è stato la vita sociale. A volte vorrei essere un ragazzo normale, ma devo concentrarmi su chi voglio diventare”. Nei pochi momenti di tempo libero che riesce a ritagliarsi gli piace molto scrivere e spesso lo si trova in palestra a giocare con i bambini.
L’uomo giusto al posto giusto
Offensivamente sa fare tutto, attacca il canestro ed ha un’ottima mira dalla lunga distanza. Non è egoista ma un passatore intelligente e veloce. E nonostante le dimensioni lo limitino parecchio, in difesa è un marcatore ostico. “Mette il bene della squadra davanti ai bisogni personali”, dice il papà Omar, “migliora tutti i giocatori che ha intorno”, gli fa eco coach Jesse Bonner, avversario al liceo. Caratteristiche che sembrano essere perfette per il sistema di Bruce Pearl ad Auburn. Sharife è il prospetto più alto mai reclutato nella storia dei Tigers (#19 della Espn top 100), e sembra l’uomo giusto per ereditare le chiavi della cabina di regia che nelle ultime due stagioni sono state prima di Jared Harper e poi di J’Von McCormick.
Proprio coach Pearl è convinto che Cooper possa essere protagonista di un percorso simile a quello di Harper, che ha trascinato Auburn alla prima Final Four nel 2019. E spetterà a lui rilanciare il programma visto che i primi sei marcatori della squadra non torneranno al campus per la prossima stagione. Questo non scalfisce le ambizioni dei Tigers che si presenteranno comunque agguerriti ai nastri di partenza della Sec, con lui e i four-star JT Thor, Justin Powell e Dylan Cardwell, ma soprattutto con Devan Cambridge, Allen Flanigan e Babatunde Akingbola ai quali sarà chiesto di fare un salto di qualità. Sharife è carico e pronto, voglioso di dimostrare tutto il suo valore così come già fatto al liceo. “Vincere è una sensazione grandiosa. È difficile da descrivere, ma voglio provarla ancora”. Il messaggio ai tifosi è chiaro.
auburn has THE BEST FAN BASE in the country ! ?? i feel it and i’m not even there yet .. can’t wait to meet y’all and get to work #wde
— Sharife Cooper (@CooperSharife) April 16, 2020