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Week 5, dal ruggito di Arizona al belato di Iowa

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 11 Dic, 2023

Un weekend da incorniciare per Arizona e per la Pac-12 in generale nonostante lo scivolone di USC. Ecco le pagelle della Week 5.

 

Arizona. Quanto sono belli i clash of style, vero? Sabato ci si chiedeva: vincerà Arizona col piede a tavoletta o Wisconsin che congela i ritmi? La domanda ha trovato risposta in un amen perché i Wildcats hanno investito i Badgers con tutta la loro potenza: 58.3% al tiro contro la miglior difesa della Big Ten, 48-31 all’intervallo e infine 98-73 con uno starting five in grande spolvero: Pelle Larsson e Caleb Love ventellisti più Kylan Boswell (di cui abbiamo scritto recentemente), Keshad Johnson e Oumar Ballo a sfiorare la doppia doppia. Prima W in tasca, ora rimangono Purdue, Alabama e FAU per un potenziale poker prenatalizio che sarebbe davvero clamoroso.

Zach Edey (Purdue). Ancora Edey nelle pagelle con un 10? Che barba che noia che noia che barba. Eh ma se continua a mettere su numeri da videogioco c’è poco da fare. Già reduce da una doppia doppia vincente (25+12) con Iowa, ha poi frantumato Alabama nella natia Toronto con una prova da 35 punti. Serissimo candidato a fare il bis per i premi di POY nazionale, eppure c’è ancora gente che dice “è solo alto”. Peccato che un cristone di 224 centimetri per 136 chili non dovrebbe muovere i piedi e distruggere avversari con short roll e tagli come fa lui…

 

Europei in odore di tripla doppia a Brooklyn. Al NABC Showcase è stata la domenica degli Europei: il tedesco Tristan da Silva, che fin qui aveva sempre steccato gli appuntamenti maggiori, ha messo insieme 22 punti, 10 rimbalzi e 9 assist in una di quelle vittorie che possono svoltare una stagione intera (90-63 Colorado su Miami, che era la #15 della AP Poll). L’olandese Quinten Post dal canto suo continua a incantare: 14 punti, 11 rimbalzi, 9 assist per un 86-80 su St. John’s che può rappresentare una bella iniezione di fiducia per una Boston College fin qui convincente a metà.

Ole Miss. “Considerando solo l’abilità di allenatore e non questioni fuori dal campo, quale coach sceglieresti per la tua squadra fra quelli della SEC?”. La domanda l’ha fatta di recente Gary Parrish a Matt Norlander nel corso del podcast Eye on College Basketball. Risposta? Chris Beard. Il commento di Parrish? “I agree”. L’ex coach di Texas ha portato Mississippi a una partenza 9-0 (di cui 3 vittorie contro la Top 75 di KenPom), cosa che non accadeva dalla stagione 2007-08. Vincere a Oxford quest’anno non sarà facile.

 

Washington. Forse forse sono finiti i tempi delle vacche magre. UW, che non disputa una buona stagione dai tempi pre-Covid, ha fatto la festa a Gonzaga (ci era riuscita solo una volta nei precedenti 15 scontri) con un attacco più vispo di quanto ci si aspetterebbe. È il secondo successo di rilievo per gli Huskies dopo quello con Xavier e dopo tre sconfitte onorevoli con squadre da metà alta nella Mountain West (Colorado State, San Diego State e Nevada). Mina vagante della Pac-12?

Utah. Ecco un’altra formazione della Pac-12 che sta andando un po’ meglio del previsto (e la conference ne ha un bisogno disperato). Sconfitti i rivali di BYU, fin lì imbattuti, interrompendo una striscia negativa di tre L nei derby. Ci è voluto un po’, com’è normale che sia, ma questo sembra sia l’anno buono per completare il processo di rebuilding intrapreso da coach Craig Smith, che può contare su diversi giocatori ben rodati, Branden Carlson su tutti, e un attacco che sembra finalmente girare a dovere.

 

Marcus Domask (Illinois). Una partita eroica più una steccata dovrebbe dare 6 di media, ma vogliamo essere magnanimi perché può capitare a chiunque di sbattere il naso contro la difesa di Tennessee. L’ex SIU, fin qui altalenante, è stata la stella a sorpresa del Jimmy V Classic: 33 punti, gli stessi segnati dal compagno Terrence Shannon, con 15/21 dal campo e 1/1 ai liberi per il 98-89 Illini su FAU. Coi Vols invece si è fermato a 6 con 2/11 al tiro e 2/2 a cronometro fermo. C’è bisogno di un Domask più continuo, certo, ma c’è anche più bisogno di un supporting cast capace di alleviare le responsabilità offensive che ricadono sulle spalle sue e di Shannon.

Babatunde Akingbola (GW). Quattro anni anonimi da panchinaro ad Auburn (solo 10 gare nelle scorse due stagioni), ma ora c’è gloria per lui a George Washington. Il lungo nigeriano ha scritto un pezzetto di storia del programma rifilando ben 11 stoppate nella vittoria all’OT su Navy, poi ne ha piazzate altre 5 con Coppin State e ora è secondo in tutta la Division I con 3.8 di media, che sono anche più dei punti che mette insieme (3.1). Ma i Revolutionaries, 8-2 in stagione, non l’hanno preso nel portal chiedendogli di fare canestro.

 

L’Italia che se la cava. Canka, Moretti e Anumba assenti per motivi vari, ma nel resto della pattuglia azzurra le cose vanno piuttosto bene. Matteo Picarelli (Temple) è incappato nella sua prima gara storta (1 punticino con Albany) ma rimane il migliore marcatore italiano con 12.8 punti di media e un impressionante 41.1% da tre su ben 7.0 tentativi. Lorenzo Donadio (American) è spesso impattante come scorer, oltre a fornire un contributo a tutto tondo: 9.2 punti, 4.5 rimbalzi, 2.5 assist e 1.3 recuperi. Nicolò Nobili (Boston U) sta pian piano emergendo ed è reduce da tre gare in doppia cifra nelle ultime quattro disputate (6.6 punti e 4.0 rimbalzi in 21.9 minuti fin qui). Emmanuel Innocenti (Tarleton) si tien ben stretto il ruolo di starter portando 6.0 punti e 6.6 rimbalzi di media. Edoardo Del Cadia e Giovanni Emejuru stanno mettendo su buoni numeri, anche se hanno ben poco di cui sorridere a livello di squadra: il primo viaggia a quota 9.9 punti, 6.4 rimbalzi e 2.8 assist ma Detroit Mercy ha un raggelante record 0-10 in stagione; il secondo ha 11.7 punti e 5.9 rimbalzi di media ma, a parte l’upset rifilato a Rider, la sua Siena sta facendo una fatica tremenda quest’anno (2-8).

 

San Diego State. Gioca col fuoco e si scotta, anche se meno di quanto meriterebbe. Già salvatasi solo per un pelo con UCSD nella settimana precedente, SDSU ha ceduto a Grand Canyon, che già gode di un campo difficile per gli avversari e oltretutto è in forma smagliante (tre W in quattro gare contro la Top 70 di KenPom), e poi ha evitato la doppietta negativa solo allo scadere con una UC Irvine rimaneggiata. La difesa, suo fiore all’occhiello, ha balbettato un po’ più del lecito ultimamente: è tempo di rimettere ordine se ci si vuole attestare su livelli alti.

Liberty. Ecco un’altra vittima mietuta da GCU in settimana, in una gara in cui era stata avanti di 17, e ora i Flames si ritrovano con tre sconfitte sul groppone nelle ultime quattro gare – e battere Mississippi Valley State quasi non conta, onestamente. Dovrebbe essere il faro che illumina la C-USA in versione remixata, ma la buona figura fatta quasi un mese fa al Myrtle Beach sembra già acqua passata. Sdeng a ripetizione (28.7% dall’arco negli ultimi quattro match) e difesa vulnerabile: così è difficile fare strada.

 

USC. In settimana ha perso con Gonzaga, che ci sta, e poi con Long Beach State, che ci sta un po’ meno anche perché è già la seconda sconfitta con una squadra della Big West quest’anno, non esattamente un motivo di vanto per una high-major. Vincere in casa di Auburn domenica sarebbe importante per almeno due motivi: il curriculum attuale inizia ad apparire debole e nel resto della stagione può essere difficile collezionare vittorie di peso (per ora non è chiaro quante ne possa mettere a disposizione la Pac-12). Unica buona notizia: il debutto di Bronny James, che potrebbe essere un role player utile da subito.

Donta Scott (Maryland). “Ecco inquadrato il leader e migliore giocatore di Maryland”, dicevano in tv all’inizio della partita contro Indiana, inquadrando Donta Scott. Ecco, sulla carta Scott dovrebbe essere quel tipo di giocatore. In campo però finora è scesa la controfigura scarsa. Peggior stagione dal punto di vista statistico per l’ala dei Terrapins che pure è un senior al quinto anno. Prende brutti tiri, ne segna pochi (3/19 dal campo negli ultimi due match), non passa mai il pallone anche quando dovrebbe. Ridateci il vero Donta.

 

Al-Amir Dawes (Seton Hall). Coach Shaheen Holloway è dall’anno scorso che dà grande fiducia alla sua guardia che in teoria dovrebbe essere il suo tiratore designato. Peccato che dopo due stagioni da quasi 40% dall’arco, Dawes quest’anno non la stia mettendo mai. Mvp nella gara contro la non irresistibile Northeastern con 4/7 da tre, ma nelle due precedenti e nelle due successive si è preso 37 tiri dall’arco segnandone 8. Un bel 21% e 4 sconfitte. Il 3/15 contro Rutgers con 0 assist e 2 perse l’emblema di una stagione fin qui da dimenticare.

Michigan State. Essere tifosi degli Spartans negli ultimi anni deve essere una bella pena. Per carità, la squadra in qualche modo alla fine dell’anno sbarca sempre al Torneo. Ma ormai è un classico partire con grandi aspettative e vedere Michigan State immancabilmente soffrire terribilmente durante l’anno. La Big Ten inizia con record 0-2 senza particolari responsabilità di singoli giocatori. Semplicemente ogni tanto la squadra si inceppa e non segna più. Soprattutto nei finali di partita. Peccato capitale.

 

Fran McCaffery (Iowa). Espulso con Michigan a coronamento di una settimana orrenda dei suoi, presi a sberle da Purdue lunedì (-19) e dai rivali di Iowa State giovedì (-25), infine sabato beffati da dei Wolverines (-10 in casa propria) che avevano rimediato 5 sconfitte nelle precedenti 6 gare. Il vulcanico coach degli Hawkeyes è, senza sorpresa di nessuno, l’allenatore che ha collezionato più falli tecnici nelle ultime sei stagioni.

Florida State. Nello stato della Florida finora ha fatto tutti contenti quest’anno. Il derby con Florida è andato ai Gators con un +21, ma anche South Florida ha banchettato contro FSU vincendo il match con uno scarto di 16 punti. Quella che per anni è stata la squadra più forte dello stato nelle ultime stagioni ha perso lo smalto di un tempo. Finora l’unico successo degno di nota è arrivato contro Colorado ai supplementari. Tra i tanti dati significativi, spicca il 64% ai liberi di squadra.

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