Home 9 Focus 9 UConn batte San Diego State e entra nella storia, da outsider a dominatrice

UConn batte San Diego State e entra nella storia, da outsider a dominatrice

Jordan Hawkins UConn campione 2023
Autore: Manuel Follis
Data: 4 Apr, 2023

Nel Connecticut il panettone deve essere indigesto. Non c’è altra spiegazione visto com’è finito il Torneo Ncaa, con UConn che ha portato a casa il titolo con una performance complessivamente tra le più dominanti della storia della March Madness non solo contro San Diego State in finale. Doveva essere ed è stata la March Madness dei risultati imprevisti, ma a vedere i ragazzi di coach Dan Hurley vincere in scioltezza contro ogni tipo di avversario affrontato, viene da chiedersi cosa sia mai successo a gennaio, quando UConn ha chiuso con un record di 2-6 compresa una sconfitta in casa contro St. John’s. Risultato finale del 15 gennaio 85-74 per i Red Storms e gli Huskies erano a ranghi completi.

È quel terribile gennaio che alla fine ha portato il Committee ad affibbiare agli Huskies la testa di serie numero 4 al Torneo. Perché senza quel momento buio, UConn aveva ampiamento mostrato di avere le caratteristiche per essere uno dei top team della stagione del college basket. E chiariamo, aveva dovuto dimostrarlo perché a inizio stagione non ci credeva nessuno.

Quasi nessuno l’aveva pronosticata

Nel ranking di preseason la squadra del Connecticut non era contemplata fra le top 25. Al primo posto c’era North Carolina (ed è finita che i Tar Heels manco si sono qualificati per il Torneo) e al 19° c’era San Diego State che poi è arrivata in finale. Ma non UConn. Anche per Blue Ribbon, una delle guide più complete della preseason, gli Huskies non erano da top 25. Negli Usa solo The Almanac (altro prodotto editoriale che prepara alla stagione Ncaa) li dava al 22esimo posto. Ma San Diego State veniva sempre prima al 13esimo. La valutazione più alta di inizio stagione l’abbiamo fatta noi di basketballncaa, che abbiamo messo Connecticut al 19esimo posto.

Cosa hanno sottovalutato gli esperti? Banalmente verrebbe da dire l’impatto di Alex Karaban, freshman of the year nella Big East, fondamentale per il contributo difensivo e offensivo, percché un 202 cm che tira con il 40% da 3 fa molto comodo allo spaziature. Ma anche l’impatto di un altro giocatore al primo anno, il lungo Donovan Clingan, il cui +/- divensivo è stato mostruoso. Con lui in campo la squadra passava (su 100 possessi) da 95.3 punti concessi (intorno al 30esimo posto in Ncaa, non male ma non eccellenza) a 83.6 punti concessi, ossia prima difesa in assoluto (e con distacco) dell’intero college, davanti a Tennessee.

Donovan Clingan UConn

Donovan Clingan UConn

 

Ma in generale si è capito fin da subito che il gioco di UConn funzionava. Adama Sanogo sotto canestro era una certezza, pronosticato da tutti come giocatore d’impatto e tra i migliori centri della nazione. Ma pochi si aspettavano che la chimica di squadra con i transfer Tristen Newton, Nahiem Alleyne e Joey Calcaterra funzionasse così bene. Coach Hurley ha pescato giocatori fisici, in grado di portare punti dal perimetro, ma anche solidità difensiva. Se a tutto questo si aggiunge la crescita eponenziale del sophomore Jordan Hawkins (che qualcuno ha iniziato a chiamare “the next Ray Allen”, povero lui) ecco che la ricetta per il dominio era servita.

Inizio e finale col botto. I numeri da record

E così dopo 8 settimane la squadra aveva record 13-0 e stava al secondo posto del ranking AP di Espn. Pronta a dominare la Big East e proiettata a un seed #1 al Torneo. Invece qualcosa si è inceppato. Qualche certezza è svanita, qualche tiro è uscito, UConn non è riuscita a imporre il ritmo fatto di pressione e transizione agli avversari. In stagione ha subito lo sweep da parte di Xavier e una doppia sconfitta da Marquette, la seconda al Torneo di Conference. Ma si era capito che la squadra era in ripresa. Pronta per la storia.

Il capolavoro è stato il dominio del Torneo. I dati riassumono bene quello che le partite hanno mostrato. Dal 1985 solo sei squadre hanno vinto tutte le sei gare della March Madness con doppia cifra di scarto. L’ultima a riuscirci è stata la dominante Villanova del 2018. Per “point differential” complessivo prima di UConn (120 punti) ci sono solo Kentucky nel 1996, Villanova nel 2016 (ma la finale fu tiratissima) e poi North Carolina nel 2009. Parlando di seed, solo Arizona nel 1997 aveva vinto partendo da #4.

Con la vittoria del 2023, UConn entra in un club esclusivo e raggiunge Duke e Indiana a 5 titoli. Il punto è che tutti i titoli degli Huskies sono arrivati negli ultimi 25 anni. Un dominio pari a quello dei Blue Devils degli anni 90, e a quello di Kentucky e UCLA in passato. Se si contano anche le finali, blue blood come KansasNorth Carolina hanno fatto meglio. Ma se parliamo di vittorie no: 5 finali e 5 titoli. Dei killer. Che ora si sono presi un pezzo di storia.

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