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UVA e le conseguenze della vittoria

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 1 Lug, 2019

Cambiare gli assunti e i pregiudizi. Questo è quello che Virginia e Tony Bennett sono riusciti a fare con la conquista della March Madness di qualche mese fa. Siamo passati dalla narrativa di Boring Virginia a quella degli Hollywood Hoos. Tony Bennett non ha cambiato il suo consueto stile da monaco tibetano per vincere ma ha inserito nozioni di basket moderno nei suoi schemi, un attacco più votato al flow (lo schema specifico si chiama Continuity Ball Screen) e i risultati si sono visti. Il “dono doloroso” della sconfitta contro UMBC si è trasformato in autentico successo. Il nuovo obiettivo sarà quello di ripetersi e mantenere il programma, nella prossima stagione, ai vertici della ACC e della nazione. La sorte, le scelte dei suoi giocatori, sembra però riservargli un destino analogo a quello di Villanova nella scorsa annata. 

Tutti al piano di sopra

De’Andre Hunter, Ty Jerome, Kyle Guy e Mamadi Diakite. La spina dorsale del titolo di Virginia. O anche, i quattro giocatori che hanno deciso di giocarsi la carta Nba in questa stagione. I primi tre sono stati scelti al Draft rispettivamente con le chiamate numero 4 (Atlanta), 24 (Boston), 55 (Sacramento) mentre il nome di Diakite non era comparso tra quelli invitati alla Nba Combine, bensì in quello del G-League Elite Camp, decidendo infine di far ritorno a Charlottesville per la prossima stagione.

Gli Hoos perdono anche Jack Salt, centro che ha esaurito la propria eleggibilità, e Marco Anthony, guardia che ha deciso di trasferirsi a Utah State. Quindi da chi ripartirà coach Bennett l’anno prossimo? Sicuramente da Kihei Clark. Il playmaker nano è stato un’autentica sorpresa scovata dal coaching staff dei Cavaliers e, con il passare del tempo, è diventato sempre più centrale nell’economia della squadra. Le molteplici partenze fanno di lui il perno, soprattutto difensivo, su cui ripartirà la costruzione della nuova Virginia. Un altro giocatore su cui Tony Bennett farà affidamento sarà Braxton Key, reduce da una stagione in chiaroscuro.

I minuti di Key sono passati da 29.8 del primo anno a Bama ai 19.2 della scorsa stagione. I punti sono scesi da 12 di media a 5.7 di media.

Il transfer da Alabama sembrava essere l’incastro perfetto negli schemi di Virginia ma il suo rendimento ci ha mostrato quanto difficile e complicato sia l’adattamento al sistema degli Hoos. Proprio per questo, Bennett spesso relega i freshmen appena arruolati ad un anno di purgatorio, affibbiandogli lo status di redshirt. Nonostante ciò, l’anno di apprendistato dovrebbe rendere Key un giocatore più affidabile e anche decisivo. Il suo numero di possessi aumenterà e l’ex Alabama dovrà dimostrare una continuità nel segnare per far sì che Virginia rimanga in alto. Jay Huff è la copia carbone di Jack Salt che era la copia carbone di Mike Tobey, centro titolare degli Hoos nella stagione 16/17, quindi il ruolo che ricoprirà sarà pressoché quello.

Ci si aspetta molto da Francisco Caffaro, redhisrt freshman argentino, e Kody Stattmann, sophomore australiano. Caffaro sarà il centro di riserva dietro Huff e Diakite, mentre Stattmann potrebbe essere la sorpresa della prossima stagione. L’australiano è essenzialmente un tiratore longilineo di oltre due metri. Nella scorsa stagione ha giocato pochissimi minuti, mostrando un fisico ancora acerbo. L’anno passato a lavorare con Mike Curtis, preparatore atletico di Virginia che ha saputo trasformare il fisico di molti giocatori passati tra le mani di Bennett, lo ha reso probabilmente un’ala che potrà imporsi come titolare nella prossima stagione. 

Freshmen e italiani

Durante la stagione, vi abbiamo raccontato spesso delle realtà europee che entrano in contatto con la Ncaa. Ebbene, a Virginia le fila di giocatori italiani si sono appena ingrossate. Accanto al neo campione Francesco Badocchi, quest’anno troveremo lo JuCo Tomas Woldetensae, guardia di Indian Hills, a cui rimangono ancora due anni di eleggibilità. 

Possiamo immaginare come Badocchi avrà un suo spazio (lo scorso anno prima dell’infortunio, Bennett ne parlava come la possibile rivelazione), per quanto però appaia come una sorta di incognita. Non lo vediamo giocare da due anni (il primo lo ha passato da redshirt) e il gioco fisico e esplosivo che faceva vicino al canestro alle high school non è replicabile in Ncaa. Per lui si prospetta dunque, almeno in parte, un ritorno alle origini, “tornare a uno stile più versatile, quello di quando giocavo a Cernusco e all’Armani, un 3-4 che può stare un po’ in post ma riesce a gestire la palla da 3”, come ci aveva raccontato lui stesso qualche tempo fa.

In una delle poche apparizioni a Virginia, Badocchi sembrava dover essere l’X Factor nella scorsa stagione. Potrebbe diventarlo quest’anno.

Per Woldetensae, il discorso rischia di essere simile a quello fatto per Key durante il suo primo. Il suo minutaggio passerà dalla velocità di apprendimento e d’inserimento nel contesto tattico di Virginia. È una guardia tiratrice che può giocare anche da point guard, col potenziale fisico per diventare un difensore valido ad alto livello. È conosciuto soprattutto però per il suo tiro da tre, davvero letale. Questo è uno dei motivi che hanno convinto Andy Katz a inserirlo nella sua Top 5 dei giocatori più importanti della ACC nella prossima stagione. Del resto, lo spazio a disposizione e il bisogno di punti nelle mani non mancano in quel roster.

La classe di reclutamento di Virginia è buona, sempre conforme agli standard a cui ci ha abituati Bennett, il quale è anche andato vicino al piazzare un colpaccio col 5-star Johnny Juzang, infine giunto a Kentucky. È composta da tre freshmen: Casey Morsell, Justin McKoy e Kadin Shedrick. Probabilmente solo il primo non dovrà scontare l’anno da redshirt. Morsell è una guardia sottodimensionata che potrebbe trovare spazio dato le molteplici defezioni di cui abbiamo parlato, mentre McKoy e Shedrick troveranno molto più intasata la depth chart nelle loro posizioni.

Tony Bennett aveva adocchiato i fratelli Sam e Joey Hauser, in uscita da Marquette, come obiettivi per le due borse di studio rimaste, poi diventata una per il commitment di Woldetensae. Alla fine, Virginia ha reclutato Sam, il maggiore, che rimarrà la prossima stagione seduto ad apprendere il sistema di Virginia, mentre il fratellino andrà alla corte di Izzo.

Gli assunti e i pregiudizi su Virginia sono cambiati, ora è il momento di mantenere standard alti anche al Torneo. D’altronde, sono i campioni in carica e tutti li vorranno battere.

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