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Vols davanti a tutti, lo show di Ja Morant

Autore: Manuel Follis
Data: 22 Gen, 2019

Chi sale

Tennessee. Ci sono i Vols in testa al ranking ed era successo una sola altra volta nella loro storia, nel 2007/08. Sono 86 i punti segnati con pochissimi tiri da 3, 66 quelli presi, primi nel rapporto assist/palle perse, 12 le vittorie consecutive, unica squadra della Division I ad avere sei uomini in doppia cifra di media. Tosti, compatti, esperti, con due leader iper affidabili che non predicano affatto nel deserto. Solo complimenti per coach Rick Barnes.

Tre Jones (Duke). La guardia dei Blue Devils, fondamentale per la squadra, sta rispondendo bene ai trattamenti e tornerà in campo molto prima del previsto. Un’ottima notizia per Duke e per i suoi tifosi. Tanto più che la squadra ha già battuto Virginia senza di lui.

Ky Bowman (Boston College). Non c’è modo migliore di mettersi sulla mappa dei top player al college che segnare 37 punti nel corso di un upset (contro Florida State). Non si tratta però di un fulmine a ciel sereno: la guardia degli Eagles ne aveva già messi 38 contro Wyoming e 44 contro Hartford. Segnare sul taccuino.

Ja Morant (Murray State). Sì, gioca da Dio. Sì, vola. Sì, è una guardia da Nba. Oggi però vogliamo segnalare non tanto i 40 punti e 11 assist contro SIU Edwardsville, ma il suo 21/21 dalla lunetta, record assoluto di sempre nella Division I. Hashtag #comefarsinotare

Kansas State. La squadra è 3-0 da quando è tornato Dean Wade con 2 vittorie in trasferta (che in Big 12 non è banale). E attenzione perché contro TCU si è rivisto Xavier Sneed.

Zion Williamson-RJ Barrett (Duke). Ok lo abbiamo già scritto, ma non possiamo non inserirli nel “meglio” della settimana. Hanno distrutto la difesa di Virginia. Ripetiamo: la difesa di Virginia, ultima delle imbattute. In due. Da soli. La roba più vicina alla Marvel della stagione.

Brandon Childress (Wake Forest). Capiamo che giocare per la squadra in cui il proprio padre fa l’assistente abbia un senso. Ma la guardia dei Demon Deacons meriterebbe più visibilità. I suoi 28 punti contro Virginia Tech (unico in doppia cifra tra i suoi) sembrano il grido disperato di chi ha il talento imprigionato in una squadra mediocre.

Coby White (North Carolina). Sarà sempre border line tra la magata e la stupidaggine, le palle perse sono sempre pericolosamente vicino alle 3 a partita, ma Roy Williams gli ha dato in mano la squadra e i risultati gli stanno dando ragione: 27 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 4 recuperi per il freshman nella schiacciante vittoria contro Virginia Tech, non l’ultima delle difese.

Tres Tinkle (Oregon State). Ad oggi semplicemente il miglior giocatore della Pac 12. L’ala grande, figlio dell’allenatore Wayne, sta disputando la miglior stagione in carriera: viaggia a 20 punti a partita con 8,4 rimbalzi e 4.4 assist. È un junior, ma è già da segnare in ottica europea.

Lipscomb. Chi? Fate i bravi e prendete nota. Questa è una squadra votata alla difesa che ha già sconfitto in stagione SMU, TCU e Vermont e ha perso davvero solo il casa di Clemson. Ora sono 4-0 nella Atlantic Sun e se finiranno al Torneo non sarà divertente incontrarli.

Wofford. Non più solo la cenerentola che espugnò North Carolina un anno fa, bensì una delle mid-major più temibili che ci siano. Capace di rifilare 29 punti a una rivale diretta come UNC Greensboro, i Terriers sono ancora imbattuti nella SoCon e possono fare danni seri nella March Madness. Fletcher Magee e Cameron Jackson, all’ultimo anno di college, non faranno sconti a nessuno.

Neemias Queta. Sì, anche i portoghesi giocano a basket e quelli di Utah State fanno sul serio. La guardia Diogo Brito è reduce da un career-high di 23 punti ma l’attrazione vera è il freshman Queta, un lungo di 2.10 che colleziona stoppate ed è pure capace di andare in coast-to-coast (vedere per credere). Potenziale altissimo, da NBA: ne sentirete parlare sempre più spesso.

Chi scende

Gli arbitri della AAC. I due allenatori Dan Hurley (Uconn) e Frank Haith (Tulsa) sono stati espulsi per uno “scambio acceso di vedute” durante il match tra le squadre. I due coach hanno parlato di decisione esagerata e lo stesso commissioner della AAC ha commentato un po’ imbarazzato dicendo che si poteva gestire meglio la situazione. Pochi giorni prima era stato Mick Cronin a essere espulso nel corso della gara contro South Florida e alla fine aveva commentato che sarebbero stati da espellere gli arbitri. Insomma, i fischietti della AAC non sembrano riscuotere grandi consensi.

TCU. La guardia Jaylen Fisher, per molti il più talentuoso prospetto nel roster della squadra texana, non giocherà più questa stagione con gli Horned Frogs e a fine anno chiederà il trasferimento.

Oklahoma State. Da una squadra della Big 12 all’altra, Michael Weathers, Maurice Calloo e Kentrevious Jones sono stati sospesi da Oklahoma State per violazione delle regole interne della squadra.

Romeo Langford (Indiana). Spiace dirlo, ma è in involuzione. E sembra che anche coach Archie Miller non sappia più bene come gestirlo. Il suo dentro/fuori dalla panchina contro Purdue, non per problemi di falli, ha finito per tenerlo freddo in campo. Alla fine 4 punti con 2/7 e 0/3 dall’arco e 0/4 dalla lunetta.

Kansas. La sconfitta contro West Virginia fa male. Per fortuna dei Jayhawks ha perso anche Texas Tech, ma per la prima volta il titolo della Big 12 sembra seriamente a rischio dopo 14 anni di dominio incontrastato.

Ignas Brazdeikis (Michigan). E’ uno dei nostri freshman preferiti e la sorpresa migliore nella sorprendente stagione dei Wolverines. Ma contro Wisconsin non ci ha capito niente ed è arrivata la prima partita da 0 punti della stagione. E la prima sconfitta per la squadra di John Beilein.

Alessandro Lever. Quattro partite di fila senza andare in doppia cifra: non è questo il Lever cui siamo abituati. Le difese lo prendono di mira, lo raddoppiano di continuo e il bolzanino deve ancora trovare il modo di rendere pan per focaccia, magari facendo spendere qualche fallo in più agli avversari. Nonostante tutto, Ale resta il fulcro dell’attacco di GCU e Dan Majerle è sicuro che ce la farà. Speriamo presto, aggiungiamo noi.

John Petty (Alabama): un’ira di dio a cavallo tra primo e secondo tempo contro Tennessee, 18 punti con 5/5 da 3 solo nei primi 10 minuti della ripresa. E poi il nulla, compresa l’infrazione di passi nell’ultima azione decisiva. In una partita, tutta l’incostanza di un giocatore capace di passare da onnipotente a inutile in un niente.

ESPN. In una partita vagamente importante come quella fra Auburn e Kentucky, ci si aspetterebbe una copertura precisa e puntuale. La super emittente americana invece ha deciso di mettere fra parentesi la gara per circa metà del primo tempo in modo tale da dare spazio alle chiacchiere inutili fra l’ospite Charles Barkley e un Dick Vitale sempre più bollito. È troppo complicato raccontare quel che succede in campo?

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