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Yves Pons, il francese unico nel suo genere

BasketballNcaa - Yves Pons - Tennesse Volunteers
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 19 Dic, 2019

Tennessee era stata snobbata, durante l’offseason, per via delle partenze di Grant Williams, Admiral Schofield e Jordan Bone verso l’Nba. Ora nessuno la snobba più: 7-3 e 21° posto nel ranking (però deve stare attenta, ne ha perse due di fila). Se i leader offensivi sono Lamonte Turner e Jordan Bowden, due role player della scorsa trionfale stagione, la difesa è dominata da Yves Pons, junior che finalmente è sbocciato e sta attirando l’attenzione su di sé.

INSEP, reclutamento e difficoltà 

Se sei francese e giochi a basket, l’ingresso all’INSEP è l’attestato che il tuo talento potrà tramutarsi in un futuro da giocatore professionista. Anche Pons, come i vari Diaw e Parker, è passato da lì. Ma se sei europeo, per balzare all’occhio delle varie università americane, serve un palcoscenico degno di nota. Per Pons, fu il Mondiale Under 17 del 2016, dove il suo atletismo, la sua attività costante e il suo fisico (già definito e sopra i due metri) era un’arma illegale per la Francia che arrivò sesta. 

 

Così Rick Barnes, coach di Tennessee, lo scoprì. L’ex coach di Texas e Clemson ha sempre avuto un debole per gli europei: Iker Iturbe a Clemson, Ioannis Papeptrou e Dogus Balbay a Texas. Incaricò il suo assistant coach ed ex giocatore a Texas, Micheal Schwartz, di chiamarlo e conoscerlo.

Se per un high schooler americano, di media, gli staff organizzano sette incontri, tra scout e chiacchierate, per un teenager europeo è molto più complesso. Finanziariamente, non è possibile andare così spesso oltreoceano e Schwartz iniziò a bombardarlo di chiamate, messaggi e FaceTime. Sapeva di partire dietro a Florida e Texas Tech, entrambe dotate di un contatto più saldo con la Francia.

Dopo mesi di corteggiamento e una visita natalizia di Schwartz, Pons optò per i Volunteers, senza sapere che i primi due anni a Knoxville sarebbero coincisi con nove minuti di media in due anni e lo spazio nel frontcourt intasato dal duo più vincente della storia di Tennesse, Grant Williams e Admiral Schofield.

Un difensore implacabile

“Abbiamo sviluppato Pons in maniera opposta rispetto a Williams e Schofield. Data la loro presenza, è stato schierato prima sul perimetro per poi spostarlo sotto canestro. Pensiamo che la nuova posizione lo aiuterà, come lo aiuterà l’aver giocato sul perimetro”. 

Rick Barnes è stato profetico, con questa sua dichiarazione nella pre-season. Pons è uno dei difensori più versatili della nazione. Di fatto, è il centro della squadra. Compensa la statura non esagerata (201 cm) con un atletismo mostruoso (è capace di saltare più volte nella stessa azione) e un tempismo che lo rende un incubo in aiuto.

Terzo stoppatore della Sec, con 2.2 di media e 6.9 di Blk%. Secondo Synergy, con lui in campo, la difesa dei Vols concede 0.61 punti per possesso e il 34.3 di eFG%. Non solo sotto canestro, sa intimidire anche in giro per l’area. La sua estrema rapidità e fisicità lo rende un pericolo anche nei close-out, dove concede 0.69 punto per possesso quando va a contestare i tiratori piazzati.

Yves Pons è un difensore totale, capace di marcare tutti i ruoli e unico per essere un centro da small ball, dove riesce a conciliare queste caratteristiche moderne con la più classica protezione del ferro. 

 

Un attaccante in crescita

L’esplosione meno preventivata è stata quella sul lato offensivo. Dopo una partenza fantascientifica, le percentuali si stanno normalizzando e ci restituiscono comunque un giocatore che deve essere rispettato dall’arco dei tre punti (32%) ma che deve ancora lavorare sul tiro.

Un giocatore ancora minimale che ha tutte le capacità di migliorare come rollante, 91 punti su 100 possessi, ma che può essere un pericolo senza palla. Backdoor e rimbalzi offensivi, (1.3 punti per possesso in entrambe le situazioni) da queste azioni Pons riesce a portare un mattoncino in un attacco che sta ancora faticando molto a livello di squadra.

 

Si vedono dei flash dal palleggio, dove parte solo sulla sua amata mano mancina, e come passatore, ma sono ancora delle rarità da collezionista più che trend sottovalutati.

Se Tennessee non viene snobbata, molto del merito è di Yves Pons e del coaching staff che lo ha tenuto ibernato a lavorare per due anni per poi ritrovarsi con un giocatore che, con un’ulteriore anno, potrebbe diventare interessante per il Draft Nba. 

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