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Arizona la vera mina vagante del Torneo

Autore: Stefano Russillo
Data: 11 Mar, 2018

La stagione

Si potrebbe scrivere un romanzo sui Wildcats: indicati in pre-season all’unanimità come una delle principali favorite per la vittoria finale grazie al mix di talento e esperienza, hanno iniziato a perdere certezze prima dell’inizio della stagione tra le prime avvisaglie dello scandalo FBI e l’infortunio di Rawle Alkins. Tre sconfitte consecutive alla Battle 4 Atlantis (North Carolina State, SMU e Purdue) l’hanno addirittura portata fuori dalla top25 prima che una serie di 16 vittorie in 17 partite (coincisa con il ritorno di Alkins) ha riportato ‘Zona nel college basket che conta. Finite le disavventure a Tucson? Nulla affatto! Un febbraio-marzo da montagne russe: prima l’allontanamento di coach Sean Miller dovuto al falso report di Espn riguardo il reclutamento di Ayton mentre la Ncaa negava l’eleggibilità a Allonzo Trier, poi il ritorno di entrambi con la vittoria sia della regular season che del torneo della Pac12. Squadra sbilanciata: all’enorme talento offensivo fa da contraccolpo una difesa che non ha mai trovato un proprio equilibrio (29ª per efficienza nel 2016/2017, 71ª quest’anno). Una mina vagante.

Il giocatore chiave

In una squadra troppo dipendente dal talento del miglior duo del college basket Ayton-Trier e con una panchina che ha reso al di sotto delle aspettative (i vari Lee, Akot, Smith e Randolph hanno deluso) è un altro duo quello chiamato a fare la differenza: Rawle Alkins-Dusan Ristic. Il primo è il terzo violino perfetto: tanta difesa, versatilità in attacco e una sicurezza a referto. Il secondo ha finalmente dimostrato una confidenza nei propri mezzi e nel proprio talento che dalle parti di Tucson aspettavano di vedere da quattro anni.

Dusan Ristic (Arizona)

I Prospetti

Su DeAndre Ayton si è detto di tutto e di più: miglior freshman, miglior centro, giocatore più dominante del college basket e futura prima scelta al Draft Nba. È il prototipo del lungo perfetto: fisico da divinità greca (216cm x 113kg), agilità e naturalezza degne di una guardia e uno skill-set in attacco completo: un lungo così ne nasce uno ogni Hakeem Olajuwon. Trier è uno scorer puro, la guardia tutta punti nelle mani che farebbe comodo in uscita alla panchina a qualsiasi squadra Nba. A proposito di pro Alkins il fisico Nba-ready ce l’ha, quest’anno ha dimostrato di avere anche un gioco maturo per il piano di sopra. Capitolo senior Europa-ready: se volete un’asse play-lungo affidabile puntate a occhi chiusi sulla coppia Jackson Cartwright Jr-Dusan Ristic.

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