Ferocia e talento. Baylor entra nella storia del college basketball e lo fa in maniera spettacolare, vincendo la partita più importante dell’anno con un’autorità e una superiorità sui due lati del campo a tratti impressionante. A Gonzaga non riesce l’impresa di completare la stagione perfetta. Purtroppo per gli Zags di perfetto, nella finale del Torneo, c’è solo la partita dei Bears. Finisce 86-70, così come si arresta a 31 la striscia di vittorie consecutive in stagione per Gonzaga.
Rimbalzi, tiri da 3 e palle recuperate
Qualche statistica per dare un quadro sulla partita. Baylor ha vinto la gara sotto i tabelloni per 38 a 22, e soprattutto 16 a 5 quella dei rimbalzi offensivi. Certo, il prezzo da pagare sono stati i falli (Flo Thamba 5, Tchamwa Tchatchoua 4 e Mark Vital 3) e i tiri liberi concessi agli avversari. In cambio però, i Bears hanno avuto il controllo totale della gara e se a questo aggiungiamo le palle perse (14 alla fine per Gonzaga), si spiegano i parziali con i quali Baylor ha ucciso la partita.
Anche perché quando si è trattato di attaccare a difesa schierata, la squadra di coach Scott Drew ha risolto molti problemi tirando 10/23 dall’arco, confermandosi la migliore squadra della Ncaa nel tiro tiro da 3.
La profezia di coach Drew
A quattro minuti dalla fine della gara, la CBS ha trasmesso un video della prima conferenza stampa di coach Drew, nell’agosto del 2003, quando aveva detto “sono qui per portare Baylor a vincere il Torneo“. Un allenatore dal volto giovane, che rilevava una squadra quasi azzerata dopo il peggior scandalo della storia dello sport collegiale e che probabilmente allora aveva fatto sorridere la maggior parte degli esperti. Invece aveva ragione lui. Pezzo dopo pezzo, non ha solo rimesso assieme il programma dell’università, ma ha portato Baylor ai livelli più alti del college basketball.
Gonzaga non ha avuto armi. Ha perso il primo tempo con un deficit di 10 punti e il secondo di 6, ha provato la zona, ha provato a pressare, ma i Bears hanno trovato la risposta a ogni tentativo di rimonta degli Zags. Ogni volta che è sembrato Gonzaga potesse anche solo vagamente tornare in partita, Baylor ha risposto con parziali tremendi di quelli che sottraggono non solo punti ma anche energie mentali.
I protagonisti
Per una volta, i quattro moschettieri di Baylor, le quattro guardie terribili, si sono fatte trovare tutte presenti contemporaneamente e quando è stato così in stagione, i Bears sono stati sempre ingiocabili. Jared Butler è quello che ha segnato di più, 22 punti con 4/9 dall’arco, il primo giocatore a realizzare almeno 20 punti e 7 assist in finale dai tempi di Carmelo Anthony nel 2003. Butler ha segnato o assistito il 44% dei punti della sua squadra (38 su 86 punti) e si è anche aggiudicato il premio di most outstanding player del Torneo.
Nonostante tutto questo, ci sentiamo di assegnare una menzione d’onore a Davion Mitchell, che ha giocato una March Madness incredibile e ha dato la carica ai suoi con i primi punti del match e lo sfondamento subìto che ha mandato Jalen Suggs in panchina con due falli. Mitchell ha chiuso con “soli” 15 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, ma con il solito contributo pazzesco a livello di energia, che gli è valso il riconoscimento del Torneo.
Gli “altri due”, ossia Macio Teague e Adam Flagler non sono stati però da meno, il primo con canestri chirurgici dalla media distanza per fare a fette la zona di Gonzaga e il secondo a punire con le triple le palle perse di Gonzaga.
Gonzaga, appuntamento rimandato
Il dominio del programma di Gonzaga è tale da far pensare che gli Zags abbiano solo spostato in avanti di qualche mese l’appuntamento con la storia. I 70 punti della finale sono il loro minimo stagionale a referto, Drew Timme ha giocato una partita onesta ma tutt’altro che stellare, non è mai riuscito ad avere set offensivi comodi e ha terminato con 12 punti, 5 rimbalzi 3 assist, ma anche 5 palle perse.
Il migliore per Gonzaga è stato alla fine il freshman Jalen Suggs, l’eroe della semifinale, il più talentuoso e il più capace di ricavare giocate anche fuori dagli schemi.
Per lui 22 punti alla fine, mentre Corey Kispert ha pagato le polveri bagnate (2/7 da tre) mentre Andrew Nembhard e Joel Ayayi sono rimasti imbrigliati nella pressione difensiva di Baylor. E alla fine Indiana rimane ancora l’ultima squadra ad aver avuto una stagione perfetta.