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Bol Bol troppo solo e i diabolici Thompson

Autore: Stefano Russillo
Data: 1 Dic, 2018

Nuova settimana, solite conferme: Arizona State mantiene l’imbattibilità ed è più di una sorpresa mentre Bol Bol continua a predicare da solo nel deserto. Occhio però: in Pac12 ci sono talenti intriganti e le big sembrano in ripresa.

ASU: non solo Dort

Dell’incredibile inizio di stagione di Luguentz Dort vi abbiamo già parlato, il segreto di questi Sun Devils (6-0), però, sta nella profondità e nell’impatto del resto del roster di coach Bobby Hurley. Nella vittoria contro Omaha nonostante l’assenza di tre giocatori chiave (Remy Martin su tutti) non solo è arrivata l’ennesima vittoria ma tre importanti conferme: Zylan Cheatam rischia di essere uno dei migliori transfer (da San Diego State) di tutta la Division I con una tripla doppia sfiorata frutto di 13 punti, 12 rimbalzi e 9 assist e giocate come questa…

 

L’apporto del sophomore Kimani Lawrence (da 3.1 punti a 15.8 in un anno) e il suo tiro dalla lunga distanza (48.3% in stagione su oltre 5 tentativi) non sono solo un fuoco di paglia, mentre il freshman Taeshon Cherry può dare il suo contributo sin da subito (career-high da 19 punti nella prima gara da titolare).

 

#freeBol-Bol

I dubbi della scorsa settimana di coach Dana Altman sulla forza mentale e la difesa dei suoi sono stati confermati: Oregon (4-2) è una squadra poco affidabile come ha dimostrato l’upset subito in casa contro Texas Southern, in una partita che ha visto i Ducks andare anche sul +13 a un quarto d’ora dalla fine. Poi? Il black-out con i Tigers guidati da un super Trayvon Redd da 23 punti e 9/9 dal campo che ha messo in evidenza tutti i limiti difensivi di Oregon. Indovinate un po’ chi è l’unico che si salva in casa Ducks? Ovviamente il solito immarcabile Bol-Bol con il career-high da 32 punti (+ 11 rimbalzi) e l’autocandidatura a una scelta in top3 al prossimo Nba Draft.

 

Attenti a quei due (Parte 1)

Chi ha il miglior record nella conference alle spalle di ASU? La sorprendente Oregon State (5-1). Sorprendente fino ad un certo punto: i Beavers, infatti, possono contare non solo su Tres Tinkle, uno dei giocatori più sottovalutati e versatili di tutta l’Ncaa (20.2pts, 10.3reb e 4.5ast), ma anche sulla seconda miglior coppia (dopo i gemelli Martin) di fratelli in Division I: Stephen e Ethan Thompson. Le due guardie combinano per 26 punti (1/3 di quelli di squadra) e 5.5 assist (la metà del fatturato di tutta OSU).

Attenti a quei due (Parte 2)

Colorado (4-1) e Washington State (4-1) condividono non solo il terzo miglior record nella Pac12 ma anche la leadership di due talenti come Mckinley Wright IV e Robert Franks. Il primo, dopo aver sorpreso nel suo anno da freshman ed essere stato indicato come uno dei top20 giocatori ritornati al college, ha ritrovato il suo gioco, dopo un inizio difficile, nella vittoria dei Buffaloes contro Portland: season-high da 22 punti e dichiarazioni importanti alla fine del match “I’m starting to get back my groove”, il resto della conference è avvisata.

Il senior dei Cougars, invece, nell’ultima W dei suoi contro CSU Northridge ha fatto registrare la sua “peggiore” prestazione a 22 punti ma in stagione viaggia a ben 26.8 di media (+8.8 rimbalzi) che ne fanno il top scorer della nazione e mantengono viva l’attenzione degli scout Nba intrigati dalla combinazione di gioco dentro-fuori e atletismo.

 

E le Big?

Dopo una settimana difficile tornano alla vittoria quelle che, sulla carta, dovrebbero essere le squadre in grado di contendere il titolo di conference ad Oregon: Washington, UCLA, USC e Arizona.

Gli Huskies (5-2) nella vittoria contro Eastern Washington trovano (finalmente) un terzo violino capace di mettere punti a referto quando il duo Nowell-Dickerson decide di prendersi un giorno di riposo. Contro gli Eagles è toccato a Dominic Green con il career-high da 25 punti e 7/10 da tre. La sua capacità di aprire il campo sarà fondamentale per una squadra che viaggia con il 32.1% dalla lunga distanza in stagione (214ª in tutta l’Ncaa).

I Bruins (5-2) si dimostrano una squadra temibile quando Jaylen Hands veste i panni del playmaker efficiente: vs Hawaii massimo in carriera di 11 assist (a fronte di sole 2 palle perse) e UCLA che gira alla grande con i 23 punti di un ritrovato Prince Ali e i 16 del solito Kris Wilkes che ha fine gara chiosa “we all feed of the point guard”.

 

USC (5-2), invece, centra la seconda vittoria consecutiva contro Long Beach State grazie alla quarta doppia-doppia stagionale da 19+12 di Nick Rakocevic che si conferma tra i migliori rimbalzisti di tutta la Division I con 11.7 carambole di media (6° in Ncaa) nonché uno dei lunghi più eleganti da vedere su un parquet collegiale.

 

Arizona (5-2) ha perso DeAndre Ayton al centro dell’area ma l’arrivo di Chase Jeter (transfer da Duke) ha reso meno amaro l’addio alla prima scelta dell’ultimo Draft. Dopo un Maui Invitational a dir poco rivedibile i Wildcats trovano non solo una convincente vittoria contro Georgia Southern ma anche la miglior prestazione in carriera finora del lungo con 18 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate e un gioco totale ed efficiente tanto in attacco quanto in difesa. Poi se, vista l’assenza di un chiaro go-to-guy a roster, la panchina contribuisce con 47 punti le ambizioni di ‘Zona non possono che crescere.

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