Duke riporta Gonzaga sulla terra e regala a questa stagione di college basket, già avvincente, ancora più equilibrio. La partita tra la numero 1 del ranking e la numero 5 ha rispettato le attese: intensa, combattuta, piena di belle giocate e spunti tecnici. Alla fine ha prevalso Duke per 84-81. Ecco i principali spunti di una gara resa godibile anche dalla sfida nella sfida fra i super prospetti Paolo Banchero e Chet Holmgren.
Banchero contro Holmgren
Era la sfida nella sfida, quella che aveva reso il match così interessante e Paolo Banchero, giocando un solo tempo, l’ha portata a casa. La sensazione è che Il ragazzo naturalizzato italiano al momento sia più pronto mentre Chet Holmgren abbia un potenziale ancora tutto da esplorare.
Le cifre del lungo di Duke sono sontuose e fa impressione pensare che sono state realizzate tutte nei primi 20 minuti, visto che nel secondo tempo Banchero è stato quasi sempre fuori per crampi (e non è la prima volta). Per il Blue Devil, 21 punti di cui 20 nella prima metà di gara, con 5/9 da due, 3/8 da tre, 2/3 ai liberi, più 5 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero in 30 minuti. Al di là dei numeri continua a colpire la disinvoltura con cui il ragazzo prende il tiro dalla distanza, sia in spot up che dal palleggio (7/16 dall’arco nelle ultime tre partite).
Anche Holmgren ha registrato buoni numeri (16 punti con 8/13 dal campo, più 7 rimbalzi e 3 stoppate in 29 minuti) ma con la sensazione che nel complesso abbia inciso meno sulla gara. Al suo attivo ci sono un paio di buoni canestri in fade away e due buone stoppate proprio su Banchero. Ma in compenso è sua la persa ingenua e sanguinosa a 5 minuti dalla fine che ha ridato slancio a Duke. E anche nei passaggi è sembrato meno preciso del solito.
Mark Williams la stella
Presente in difesa, per un tempo ha tarpato le ali a Drew Timme, mostrando però di essere efficace in attacco (8/8 da due punti per lui). Al di là del contributo offensivo, sono i suoi 9 rimbalzi, 5 stoppate e 2 recuperi che gli hanno permesso di incidere sulla gara, risultando alla fine forse il più determinante dei Blue Devils in campo.
Duke c’è
Al di là di Banchero (fuori come detto quasi tutto il secondo tempo), Duke ha mostrato grande solidità, trovando contributi da quasi tutti i giocatori in campo. Trevor Keels meno brillante di altre volte ma determinante in difesa, Wendell Moore che sembra finalmente il giocatore di talento che i Blue Devils hanno tanto aspettato, anche la PG Jeremy Roach che ha spadellato per tutta la gara ma nel finale ha messo il sottomano in penetrazione che ha chiuso i conti.
A Gonzaga sono umani
Duke ha mostrato al mondo una possibile ricetta per colpire Gonzaga: limitare le ricezioni di Drew Timme e mettere pressione a Andrew Nembhard. Va detto che su Timme gli Zags possono un po’ battersi il petto visto che non sono stati in grado, pur con la loro gran circolazione di palla, di innescare davvero il loro lungo talentuoso fino a secondo tempo inoltrato (sfruttando la situazione falli di Williams).
Un promosso e un bocciato
Se dovessimo scegliere un colpevole per la sconfitta di Gonzaga, sceglieremmo probabilmente Nembhard. Per lui 8 rimbalzi e 11 assist, e questo è buono. Ma anche 6 palle perse, poca precisione al tiro e una regia che non è mai apparsa lucida. La buona notizia è la stagione di Julian Strawther, sophomore che fa della concretezza il suo marchio di fabbrica: anche contro Duke canestri pesanti, 8 rimbalzi e nessuna palla persa.