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Il borsino delle big: dominio di Duke

Autore: Andrea Mauri
Data: 16 Nov, 2018

La prima settimana della nuova stagione di college basketball è andata ufficialmente in archivio ed è giunto il momento di vedere com’è stato l’avvio di stagione delle 10 squadre più seguite e conosciute in Italia, ma non solo.

Saranno loro le protagoniste del nostro borsino delle big fino alla fine della stagione: ogni 15 giorni faremo il punto sul loro rendimento per vedere se le loro quotazioni sono salite, scese o rimaste stazionarie.

Chi sale

Duke (3-0)

Impossibile non mettere al primo posto i Blue Devils, finiti dopo le prime due partite in testa a tutti i ranking del college basket. Lo spettacolo messo in piedi da Williamson, Barrett e Reddish è stato davvero notevole e soprattutto hanno spazzato via all’istante tutti i dubbi che c’erano su di loro. Tiro da 3? Un onesto 37.2% con Cam Reddish on fire al 44%. Panchina corta? Nove giocatori sopra i 10′ di media con Jack White spuntato dal nulla in campo 30′ contro Kentucky, sfiorando la doppia doppia.  E Zion è vero? Oh yes, è decisamente tutto vero e se ne sono accorti tutti. Un solo tempo giocato male, soprattutto in difesa, e cioè il primo contro Army chiuso con 42 punti concessi al Cameron Indoor. Coach K dovrà lavorare su questo, ma per il resto può solo sorridere.

Michigan (3-0)

“This is a November win. That’s all it is. We have to learn from it, forget it and get ready for our next game”. Ok coach, sarà anche novembre ma rifilare 27 punti ai campioni uscenti sul loro campo non è proprio la più facile delle imprese. John Beilein è un vecchio marpione del college basket e vuole tenere la sua squadra con i piedi ben piantati per terra, ma la vittoria contro Villanova è stata tanto netta quanto sorprendente. Come prevedibile, Charles Matthews sta guidando l’attacco, mentre meno prevedibile era il solidissimo contributo che gli sta dando il freshman lituano-canadese Ignas Brazdeikis. La difesa è semplicemente la migliore della nazione dietro a Virginia. Sarà anche novembre, ma meglio iniziare così.

Indiana (3-0)

Le larghe vittorie contro Chicago State e Montana State sono state un buon inizio, ma il meglio si è visto nella netta vittoria contro Marquette. Romeo Langford deve raddrizzare la mano da 3 (2/12 finora) ma per il resto sembra essere già a suo agio in Division I e si comporta come un veterano trascinando la squadra a suon di punti (17.7 di media). Anche per gli Hoosiers il secondo violino è una mezza sorpresa dato che Evan Fitzner è stato più un fantasma che altro nei suoi due anni a Saint Mary’s. E invece per ora ha prodotto tantissimo nei non molti minuti che Archie Miller gli sta dando e che sono ovviamente destinati a salire. Ottimo anche l’inizio di Rob Phinisee, freshman a cui Miller sta dando molta fiducia, del tutto meritata.

Kansas (3-0)

E’ solo la quarta volta nella storia che una squadra perde la prima posizione avuta nel preseason poll senza perdere una partita. Tutta colpa del ciclone Duke, ma i Jayhawks restano ovviamente una delle candidate al titolo, come ha capito subito Michigan State. Bill Self sta dando fiducia alle due guardie appena arrivate, Devon Dotson e Quentin Grimes, e soprattutto il secondo sta confermando di essere uno dei talenti da seguire quest’anno perchè non sa solo segnare (15.5 di media) ma anche passare, come dimostrano i 14 assist dati via in 2 gare. Per il resto Self è tornato al doppio lungo con la solidissima coppia Dedric Lawson e Udoka Azubuike. E poi ci sarebbe Lagerald Vick, 32 e 33 nelle ultime due partite con 15/20 da 3, uno che quando si accende può fare cose così.

 

Chi scende

Kentucky (2-1)

La ripassata presa da Duke nella prima partita della stagione non può non pesare sulla valutazione dei Wildcats. Problemi in difesa e in attacco per coach John Calipari che pensava di avere una squadra più pronta e invece è come se avesse di nuovo solo freshman. I 71 punti contro Southern Illinois sono una miseria e sono la testimonianza di quanto questa squadra fatichi ad aprire il campo per ottenere dei buoni tiri. In questo inizio si salvano in pochi: Keldon Johnson sta facendo il suo, Immanuel Quickley sta migliorando, PJ Washington si è svegliato contro North Dakota ma la partita è stata una passeggiata. Più complicato del previsto l’inserimento di Reid Travis nella nuova realtà, mentre se qualcuno ha notizie di Ashton Hagans è pregato di telefonare a Lexington.

Villanova (2-1)

Sbattere contro la difesa dei Wolverines non è mai piacevole, lo è ancora meno se lo fai da campione Ncaa in carica, ed è un disastro se succede nella tua casa tutta nuova e rinnovata. Dopo le prime due vittorie, la squadra di Jay Wright ha subito una pessima battuta d’arresto frutto, soprattutto, della pessima serata di Eric Paschall e Phil Booth. Se non girano i due superstiti della squadra campione, è notte fonda anche perchè Jahvon Quinerly per ora è un oggetto misterioso e non il freshman meraviglia che doveva essere. Molto meglio l’altro nuovo arrivato Saddiq Bey, anche se lui pure contro Michigan non l’ha vista mai. “E’ colpa mia”, ha detto Jay Wright, come sempre un signore. Ma qualcuno dei suoi giocatori si deve svegliare.

 

Michigan State (2-1)

Coach Izzo è alla ricerca di una rivincita dopo le recenti premature uscite dal Torneo, ma l’inizio non è stato molto positivo. La sconfitta con Kansas all’esordio – seppur di misura – e la seguente vittoria contro Florida Gulf Coast hanno messo a nudo le difficoltà difensive di questa squadra. Manca ancora solidità e collaborazione e questo si riflette soprattutto sulla difesa degli Spartans. E sì che la squadra è composta soprattutto da veterani ed è questo il vero campanello d’allarme.

Stabili

Gonzaga (3-0)

Come Duke, anche gli Zags fanno dell’attacco la loro arma migliore. Nelle prime tre partite contro Idaho State, Texas Southern e Texas A&M hanno messo a segno una media di 106 punti per gara, senza risentire minimamente dell’assenza di Killian Tillie. Ottimo finora l’inserimento di Brandon Clarke, lungo atletico come piace a Mark Fex, un po’ meno quello dell’altro transfer Geno Crandall, ma il reparto piccoli degli Zags ha meno bisogno di aiuto, perchè Zach Norvell e Josh Perkins sono una garanzia. Rui Hachimura resta la risposta giapponese a Zion Williamson e ha messo subito le cose in chiaro con una prova da 33 punti nella prima partita.

North Carolina (4-0)

Non male l’inizio dei Tar Heels che saranno come sempre tra i rivali più pericolosi di Duke per il titolo nella Acc. Luke Maye ha iniziato da dove ha finito, cioè con la consueta produzione di punti e rimbalzi e i freshmen si sono già messi in mostra. Nassir Little va un po’ su e giù ma è sicuramente un gran talento, Coby White non sarà mai un play ragionatore ma ha già preso in mano la squadra e Leaky Black contro Stanford ha fatto capire che si può contare anche su di lui. Se il mix tra giovani e veterani continuerà a funzionare, sono destinati a salire in fretta nel nostro borsino.

UCLA (3-0)

La squadra vista lo scorso anno è un lontano ricordo e UCLA è pronta a riprendersi la Pac 12. Lo dimostrano le due vittorie in apertura di stagione con la conferma di aver fatto un recruit di alto livello. Moses Brown viaggia già ampiamente in doppia-doppia di media e i ritorni di Jaylen Hands e Krys Wilkes si fanno sentire eccome. Al momento manca ancora un po’ di affiatamento e lo si è notato su entrambi i lati del campo soprattutto contro Long Beach State, non proprio una big battuta con qualche sofferenza di troppo.

 

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