Nell’ultimo periodo, oltre che da una forte ondata di Covid-19, l’America è stata colpita anche dal tornado Johnny Davis. Il prospetto di Wisconsin ha attirato parecchie attenzioni a suon di prestazioni di altissimo livello. 193 centimetri per 83 chili, la guardia ha segnato più di 15 punti in ogni uscita stagionale (30 contro Houston per il career-high al Maui Invitational). Le vittorie recenti contro Marquette e Indiana hanno soltanto confermato lo sviluppo e la maturità di Davis.
Predisposto da sempre
Dean Oliver, assistant coach di Wisconsin, ha descritto in modo conciso sia la personalità che lo stile di gioco di Johnny Davis: “Lui è abbastanza silenzioso, il suo gioco invece si fa sentire. Gli viene tutto naturale: tu gli dici cosa fare e lui esegue immediatamente, ascolta e impara, è pazzesco”. D’altronde, che gli venga naturale praticamente tutto è stato chiaro fin da subito. Il ragazzo, un dual athlete ai tempi delle superiori, aveva trascinato LaCrosse Central HS al primo titolo statale nella pallacanestro dal lontanissimo 1925. Già eroe della scuola, come se non fosse bastata la prima impresa, ha poi anche vinto il Dave Krieg Award, premio attribuito al miglior quarterback del Wisconsin.
Il giusto mix di tecnica e atletismo
Dopo un primo anno in uscita dalla panchina, Davis è fin qui partito titolare in tutte le partite di questo suo anno da sophomore. Lui è la prima fonte di gioco offensiva di Wisconsin e, nonostante una buona dose di potenziale inespresso, risulta completo e versatile come nessun altro nel roster.
A livello tecnico è decisamente sopra la media. Tira quasi con il 38% da tre punti e oltre l’82% ai liberi. Un buon ball handling e buone letture gli permettono di essere una minaccia costante in attacco e di potere migliorare sul playmaking, fase di gioco in cui non è ancora a proprio agio, probabilmente a causa della scarsa esperienza in situazioni simili.
Anche atleticamente è ben messo, come mostrano alcune delle sue clip a cui non manca nulla per finire su House of Highlights. A volte, troppo fiducioso di questa sua esplosività, fatica a segnare nel traffico contro avversari che non sovrasta fisicamente.
Tecnica e atletismo sono una base solidissima per il suo futuro, per quanto riguarda invece le letture, ci sono ancora margini di miglioramento. In attacco si comporta meglio che in difesa. Sa come occupare gli spazi, i tempi e i modi con cui giocare off ball rendendosi pericoloso e conosce le situazioni in cui la squadra ha bisogno di essere presa in mano. Nella propria metà campo non sempre riesce a stare con avversari più rapidi di lui nel breve e sbaglia qualche interpretazione del gioco. Non preoccupano troppo questi errori, soprattutto in considerazione della sua attitudine, comunque positiva e dei suoi fondamentali sui quali costruire.
Il futuro tra March Madness e Draft 2022
Al momento si tratta del riser principale di tutti i mock draft NBA del 2022. Alcune testate americane importanti lo hanno addirittura inserito all’interno della propria Top 10, quando, fino a pochi mesi fa sarebbe stato difficile trovarlo nella prima parte del secondo round. È per questo motivo che ora appare alla #24 del nostro Super Mock Draft (che è appunto una media dei migliori mock in circolazione), con la sensazione netta che salirà ancora nei nostri prossimi aggiornamenti.
La solidità di prestazioni e la continuità con cui produce gioco fanno pensare che si tratti di tutto tranne che un fuoco di paglia. Ne è sicuro anche coach Greg Gard, che può guardare con fiducia alla parte restante della stagione. Nonostante la Big Ten sia una delle conference più difficili in cui competere, soprattutto nelle ultime annate, i Badgers hanno tutte le carte in regola per provare qualche colpo grosso durante la stagione contro le più attrezzate Purdue, Michigan State e Ohio State e magari anche un’impresa al torneo di conference o alla March Madness. Sicuramente, con Johnny Davis in forma smagliante, lo spettacolo è garantito.