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Jon Scheyer, chi è il volto della nuova era di Duke

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Autore: Giovanni Bocciero
Data: 29 Ott, 2022

Sta per iniziare una nuova era a Duke. Con il mitico coach Mike Krzyzewski che ha deciso di ritirarsi, il timone della squadra è passato al fedele assistente Jon Scheyer. Esclusa una piccola parentesi da atleta professionista durata giusto un paio di annate, il nuovo tecnico è legato ai Blue Devils da ben sedici anni tra le vesti di giocatore e poi allenatore. Capirete, dunque, che ha l’autentico blue blood che gli scorre nelle vene. Ma chi è Jon Scheyer, da dove viene, e perché Coach K ha scelto proprio lui quale suo erede?

L’ascesa da enfant prodige

Nativo di Northbrook, piccolo sobborgo a nord di Chicago, è cresciuto negli anni dei mitici Bulls di Michael Jordan e si è avvicinato alla pallacanestro come ogni ragazzino con il sogno di diventare una superstar. Gli anni liceali ne hanno messo in mostra tutte le qualità di grande realizzatore. Infatti, il giovane Jon è stato una guardia che macinava punti su punti, capace un giorno di segnarne 21 in 75 secondi per evitare che la sua Glenbrook North High School interrompesse l’invidiabile striscia di 35 successi consecutivi. Alla fine quella gara l’ha chiusa con un bottino totale di 52 punti. Con una buona mira da tre punti, ha sempre avuto un’innata abilità nel trovare incredibili vie verso il canestro, tanto che chi lo ha seguito da vicino ha iniziato a parlare di lui come una combinazione tra Pete Maravich e Larry Bird. Paragoni piuttosto pesanti.

È stata molto precoce la carriera di Scheyer, che al primo anno di scuola superiore già ha ricevuto la prima offerta di borsa di studio da coach Tom Crean e la sua Marquette. Negli anni ne sono arrivate molte altre, alcune davvero prestigiose come Arizona e Kentucky. Anche Illinois, dove allenava il fratello del suo coach di liceo, non voleva farsi scappare un talento locale. Ma soprattutto, lo voleva Duke. La scelta è caduta proprio sui Blue Devils, secondo lui la squadra che meglio poteva garantire l’opportunità per vincere il titolo nazionale. Ambizioso come pochi e con il premio di Mr. Illinois sotto al braccio, nel 2006 ha iniziato la sua avventura in Ncaa.

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Jon Scheyer giocatore in un abbraccio con Coach K

Da freshman ha segnato 26 punti nel sempre acceso derby contro North Carolina. La squadra però ha perso, e allora Krzyzewski ha iniziato a pensare che potesse essere più di uno scorer. Il ball-handling non gli mancava, e la visione di gioco neppure. Anche se era stato sempre abituato a tirarla la palla piuttosto che passarla. E allora dalla stagione successiva l’allenatore ha pensato bene di spostarlo dal ruolo di guardia a quello di playmaker. Non è partito titolare, ma ha appreso tanto uscendo dalla panchina. «È stata un’esperienza che mi ha insegnato molto – ha detto lo stesso Jon Scheyer – che mi ha reso un giocatore e un uomo più sicuro dei miei mezzi». Comunque non ha dimenticato la vecchia vocazione, dato che ancora oggi resiste il suo record stabilito contro i Miami Hurricanes di 27 punti segnati da una riserva di Duke.

Un allenatore in campo

La trasformazione è stata completata nell’anno da junior, quando si è appropriato delle chiavi dell’attacco dei Blue Devils diventando il classico allenatore in campo. Ha aumentato il numero degli assist senza che questi andassero a discapito dei canestri. Infatti, entrambe le statistiche sono cresciute di pari passo e Coach K già all’epoca ne ha identificato dei tratti particolari: «Jon è molto competitivo. Più la palla è nelle sue mani, meglio riesce ad influenzare il gioco». Nel quarto ed ultimo anno di college sia lui che l’allenatore hanno ottenuto quello per cui hanno tanto lavorato: il titolo Ncaa. Duke ha vinto quella che per molti è stata la più bella finale di sempre, con l’iconico tiro da metà campo di Gordon Hayward che si è infranto sul ferro così come i sogni del piccolo college di Butler.

Il successo, però, non è rapportato alla sua carriera da professionista. Finito undrafted nel 2010, ha giocato in G League prima di provare l’avventura europea con il Maccabi Tel Aviv di David Blatt, spinto in Israele dalle origini ebraiche della sua famiglia. Dopo l’esperienza di Gran Canaria, nell’aprile del 2013 è entrato a far parte dello staff tecnico di Duke. Ha sostituito Chris Collins, che lo aveva reclutato per i Blue Devils, diventato capo allenatore di Northwestern. E’ stato poi promosso per rimpiazzato Steve Wojciechowski, altro ex giocatore di Coach K, che ha lasciato l’alma mater per guidare Marquette.

Un mago del reclutamento

Nel frattempo, Jon Scheyer si è dedicato anima e corpo nel portare a Durham i migliori prospetti del paese. In sette anni ne ha arruolati 28: dal primissimo Luke Kennard al nostro Paolo Banchero, passando per Jayson Tatum, Marvin Bagley e Zion Williamson. È diventato un vero e proprio mago del reclutamento, visitando tante scuole superiori, creandosi centinaia di contatti in tutto il paese e quando si arriva al momento decisivo, la sua capacità di relazionarsi con i ragazzi e le loro famiglie si è sempre rivelata decisiva.

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Jon Scheyer insieme a Zion Williamson, forse il maggior prospetto da lui reclutato

Dei sette freshmen che si apprestano a disputare questa stagione, sei li ha reclutati proprio lui. Tra questi i due migliori prospetti della nazione quali Lively e Whitehead. E per la prossima stagione ha già convinto a diventare dei Blue Devils MgbakoStewart e McCain. Sotto il suo comando Duke ha strappato ogni talento che si è contesa con Kentucky o North Carolina. E solo pochi giorni fa ha messo a segno il primo colpo della classe 2024, la guardia Harris. Perché il futuro va costruito oggi, mattoncino dopo mattoncino.

Nessuna paura dell’eredità

Con i suoi 35 anni Scheyer è il più giovane allenatore di una squadra delle Power 5 conference. «Da quando avevo 10 anni ho sempre avuto con me dei taccuini – ha detto il neo allenatore – sui quali scrivevo statistiche di giocatori e squadre del college. La mia aspirazione era di avere una lunga carriera in Nba, e solo dopo diventare un allenatore. La vita però non sempre va come speriamo». Nonostante l’inesperienza e Coach K che rimarrà comunque nell’orbita della squadra quale ambasciatore del programma, Jon non teme che possa fargli ombra. «Non ho paura e non sono stupido. Se ho una difficoltà ho il migliore a cui chiedere consiglio, un vantaggio incredibile. Non mi aspetto sia facile, ma sono pronto alla sfida».

Non è di certo il primo che eredita un posto così difficile, anche se per alcuni succedere sulla panchina dei Blue Devils è il lavoro più difficile della storia di questo sport. E sembra non fosse neppure lui il designato. Infatti, l’università si era mossa per ingaggiare Tommy Amaker. Ex giocatore di Duke che è stato assistente a Durham prima di ricoprire il ruolo di head coach. Dal 2007 ad Harvard, ha portato il college non così famoso per lo sport quattro volte al torneo Ncaa. Ma la dirigenza non aveva fatto i conti con Coack K, che si è impuntato ed ha invece scelto Scheyer perché il più adatto per dare continuità al programma cestistico che lui ha creato a partire dal 1980.

Jon Scheyer ha già dimostrato sul campo che in termini di reclutamento ci sa fare, portando Duke ad evolversi dato che il college non era mai stato propenso ad arruolare quei prospetti considerati one and done. Ma adesso arriva la parte decisamente più complicata: non far rimpiangere l’era di Coach K con i risultati. Ci riuscirà? Per il momento cerchiate in rosso sul calendario l’8 novembre. Duke esordirà contro i Dolphins di Jacksonville, e per i Blue Devils inizierà una nuova era. In tutti i sensi.

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