Dopo 71 anni, Baylor torna alle Final Four al termine di una partita vinta 81-72 combattuta e divertente che sembrava chiusa e sepolta dopo pochi minuti e che invece Arkansas ha saputo tenere viva fino alla fine. Il trio di guardie di Scott Drew ha fatto la differenza, ma i Razorbacks chiudono una stagione esaltante consapevoli che il futuro è dalla loro parte, vista la presenza di ben 3 freshman in quintetto.
Tre è meglio di uno
Quando hai un trio di guardie capace di farti male in tutti i modi, la tua vita da allenatore è abbastanza serena. Se poi hai la miglior squadra nel tiro da 3 della nazione, sai che produrre punti non sarà mai un grande problema. Jared Butler nel primo tempo, Davion Mitchell nel secondo, MaCio Teague per tutti i 40’ sono stati ancora una volta decisivi perché sono in grado di segnare in tutti i modi e non esiste backcourt in grado di fermarli. I falli hanno limitato Mitchell nel primo tempo ed è in sua assenza che Arkansas ha iniziato a rimontare.
Nel secondo tempo però, il junior dalla Georgia ha rimesso in moto le sue gambe e la sua presenza in campo è stata fondamentale per respingere indietro Arkansas. Dopo il 4/21 da 3 delle prime tre partite, Butler ha finalmente dato cenni di risveglio soprattutto nella prima frazione, ma ancora una volta il killer silenzioso è stato MaCio Teague, miglior marcatore della partita con 22 punti, chiusa con queste due triple consecutive
Mai morti
Sotto di 14 contro Colgate, di 10 contro Texas Tech, di 12 contro Oral Roberts e addirittura di 18 contro Baylor e mai morti. Ma se nelle prime tre partite ad Arkansas la rimonta è riuscita, questa volta la fossa era davvero profonda e l’avversario da battere troppo forte, anche se Baylor li ha visti tornare a -4 e non è stata tranquilla fino a pochi minuti dalla fine. A Eric Musselman era riuscita una volta l’impresa, quando con Nevada recuperò 18 punti a Cincinnati nel torneo del 2018 e vinse, e anche se questa volta ci è andato solo vicino, può essere ben orgoglioso del carattere dei suoi Hogs, autori di un’annata splendida.
In finale nel torneo della Sec e alle Elite Eight della Big Dance dopo due sole stagioni a Fayetteville, difficile trovare coach che ha fatto un lavoro migliore quest’anno. Amalgamare facce nuove e giocatori esperti non è sempre cosa semplice e Musselman ci è riuscito facendo crescere i suoi giovani, a partire da Davonte Davis, vera sorpresa dell’anno e migliore dei suoi anche contro Baylor
Chi è pronto e chi no
Non è solo questione di gambe, è anche questione di testa. E non è solo attacco, c’è tantissima difesa. Davion Mitchell è uno dei giocatori più Nba ready di tutta la Division I ed è la garanzia di Baylor. Il suo impatto parte dalla pressione sulla palla con le povere Pg avversarie che hanno questo cubetto di muscoli appiccicato addosso, e arriva all’altro lato del campo quando sempre le stesse Pg avversarie devono provare a fermare le sue penetrazioni.
Tre falli nel primo tempo lo hanno tolto dal campo ma, quando è tornato nella ripresa, ha dimostrato ancora una volta perché l’Nba lo aspetta a braccia aperte.
Lo stesso non si può dire di Moses Moody, le cui quotazioni invece sono giustamente scese in questa Big Dance. Dopo il 4/20 contro Oral Roberts, Musselman ha atteso invano un qualche cenno di risveglio del suo freshman più talentuoso che invece ha di nuovo tirato male (2/10) e in difesa è stato un buco nero
Peccato perché mani e movimenti sono di prima qualità e poteva essere uno dei grandi protagonisti del Torneo. Lo sono stati i suoi compagni, restare un altro anno con loro potrebbe essere la scelta giusta.