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Michigan, Duke, Purdue: ruggiti nei derby

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 10 Feb, 2020

La settimana ha visto un sabato strapieno di rivalità e partite di cartello, con Michigan, Duke e Purdue che si sono aggiudicati i derby storici fra quelli in programma – ma ovviamente c’è da segnalare anche Gonzaga che ha passeggiato con un tondo 90-60 in casa di Saint Mary’s.

La Tobacco Road porta il blu di Duke e la battaglia dell’Indiana è andata ancora una volta ai Boilermakers. Poi c’è Michigan, squadra che sembra rinata e che fa festa dopo aver inflitto a Michigan State la terza sconfitta consecutiva. 77-68 per i Wolverines in una partita tanto intensa quanto poco propensa allo spettacolo, specie nel primo tempo. UM è sempre in fondo nella Big Ten ma di certo continuerà a dare molti grattacapi in una conference che è sempre tremendamente equilibrata. Quanto equilibrata? Date un’occhiata qui. Roba da matti.

Maryland è in gran forma e ha fatto un colpaccio in casa di Illinois ma sembrano essere altre le squadre che si stanno staccando dal resto della D-I in quanto a qualità.

Di super team non se ne vede l’ombra da inizio stagione, ma Baylor e Gonzaga sono quanto di più simile si possa trovare. Ora potete aggiungere tranquillamente Seton Hall al novero, perché la formazione di Kevin Willard sta andando sempre meglio e ha una chimica speciale, fra quello che forse sarà il POY di quest’anno (Myles Powell), due gregari trasformatisi in protagonisti veri (Quincy McKnight, Romaro Gill) e un secondo violino che sta scaldando i motori dopo aver recuperato da un infortunio abbastanza lungo (Sandro Mamukelashvili).

 

Paradiso

Duke – Louisville se ne sta sempre in testa nella ACC ma i Blue Devils se la godono a fondo dopo aver vinto la rivalry delle rivalry in uno dei modi più rocamboleschi e spettacolari che si possano immaginare. Oltretutto, lo ha fatto in casa di una North Carolina sprecona, certo, ma dal volto ben diverso da quello mesto visto in questa stagione. Tre Jones (28 punti, 6 assist, 3 recuperi) ha dato vita a un gran duello con Cole Anthony (24 punti, 11 rimbalzi, 4 assist), oltre ad aver messo uno dei due colpi decisivi della gara (l’altro, quello finale, è di Wendell Moore).

 

Purdue – Maryland e Penn State sono le due vincitrici della settimana di maggior spessore nella Big Ten, ma quanto fatto dalla pazza banda di Matt Painter non è da meno. Prima ha affondato Iowa con un +36, segnando in un tempo gli stessi punti messi a referto in tutta la gara precedente (61). Poi ha vinto il rivalry game con Indiana guastando la festa agli Hoosiers che onoravano il ritorno di Bobby Knight: +17 e quarta vittoria di fila dei Boilermakers alla Assembly Hall (seconda striscia di sempre, la prima è ancora quella di Wisconsin con 5).

Il +17 di Purdue è lo scarto più largo in una sua vittoria a Bloomington dal 1977 (Photo by Mitch Eavey)

Purgatorio

Arizona – Solita Penelope che fa e disfa. Con USC ha vinto un match-chiave per riguadagnare terreno ai piani alti della Pac-12, ma poi è riuscita a crollare in casa contro UCLA (squadra in ripresa, ma assolutamente da battere), complice un Nico Mannion irriconoscibile da 2/14 al tiro e zero assist (neanche Green e Nnaji han fatto tanto meglio dal campo). La buona notizia è che, nella corsa al titolo di regular season, può ancora riacciuffare Colorado (che ha 5 gare da giocare in trasferta su 7 rimaste) e Oregon (appena sopra e da affrontare in casa).

Serataccia per Nico Mannion (Photo by Rick Scuteri / AP)

Inferno

LSU – Ha fatto ciao con la manina alla propria imbattibilità nella SEC rimediando un 99-90 in casa di Vanderbilt (che non ne vinceva una nella conference dal 3 marzo 2018). Non contenta, ha poi perso un match tremendamente importante con Auburn in un’orgia di tiri ignoranti e cappellate cestistiche assortite. Un po’ sfigata, ma se perdi all’OT dopo aver sempre condotto (anche di molto), la colpa è prima di tutto tua. Poteva scappare via in cima alla classifica e ora invece deve condividere la vetta con Kentucky e la già citata squadra di Bruce Pearl (8-2).

 

Villanova – All’inferno, sì, ma con poche colpe. La sua settimana si è aperta con una sconfitta sulla sirena a Butler per mano di Kamar Baldwin e si è chiusa con una L casalinga nell’atteso match contro Seton Hall (che non vinceva a Philly dal 1994). I Cats han giocato bene, va detto. Peccato che i Pirates abbiano giocato benissimo. La differenza sta tutta qui ma tanto basta perché Jay Wright debba ora vedere la vetta della Big East come un miraggio. SHU infatti se ne sta sola soletta lì con 3 vittorie di vantaggio sulle seconde (Marquette, Creighton, Nova).

 

Benvenuti al Circo

Se pensate che sia impossibile coniugare pallacanestro e preservativi in una telecronaca, allora non conoscete Bill Walton.

E poi c’è questo omaggio a Nico Mannion.

La Hinkle Fieldhouse è stata costruita nel 1928. Un po’ si nota.

E poi dicono che quei mormoni di BYU non saltino nemmeno la gazzetta.

Venire espulsi non è un buon motivo per perdere l’aplomb, come insegna Mike Boynton.

 

Tre partite da non perdere

Lunedì 10: Florida State @ Duke (ore 1:00, ESPN)
Mercoledì 12: Kansas @ West Virginia (ore 1:00, ESPN+)
Sabato 15: Maryland @ Michigan State (ore 0:00, ESPN)

 

COVER PHOTO (David DeJulius, Michigan)  BY MARC-GRÉGOR CAMPREDON / MGOBLOG

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