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Moretti alle Elite8, show Purdue-Vols

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 29 Mar, 2019

Sono state 4 partite tostissime e tutte interessanti: Davide Moretti riporta Texas Tech alle Elite 8 con una grande prestazione, Virginia e Gonzaga rispettano i pronostici, Purdue elimina all’overtime Tennessee al termine della più divertente gara della notte.

Ecco nel dettaglio le prime 4 Sweet16.

West

#1 Gonzaga- #4 Florida State 72-58

Gonzaga ha dovuto aspettare 372 giorni per avere la sua vendetta contro Florida State e alla fine è arrivata al termine di una partita sempre condotta dagli Zags. Il piano partita di Mark Few si è rivelato corretto: non raddoppiare i lunghi dei Seminoles, gran lavoro del duo Hachimura-Clarke, per non dare spazio e ritmo ai tiratori che erano reduci da un 40% su quasi 30 tentativi contro Murray State.

Hanno tenuto Florida State al 15%, 3-20, da tre frutto di una perenne indecisione nel primo tempo se tirare o attaccare il ferro. In attacco invece, Few ha deciso di puntare il ferro un po’ per caricare di falli i lunghi, sia Koumadje che Kebengele hanno chiuso con quattro falli, sia per far collassare la difesa e dar spazio così ai suoi tiratori che non l’hanno tradito: 7/19 da tre con Zach Norvell a comandare tutti con quattro bombe, la quarta nel momento chiave a tre minuti dalla fine per mettere la parola Fine sulla partita. Gonzaga ha cercato di forzare delle palle perse, mettendo molta pressione sugli esterni di FSU. Alla fine ne hanno perse 14, ben più della media di 9 tenuta nel torneo.

Passando alle prestazioni personali, ben quattro giocatori di Gonzaga sopra i 14 punti e Brandon Clarke ha giocato un’altra partita delle sue, meno dominante al tiro (15 punti con 15 tiri) ma solidissimo sotto i tabelloni con 12 rimbalzi e cinque stoppate. Quasi tutti i Seminoles hanno steccato la partita. Terance Mann ha tirato malissimo, 1/8 unico canestro su una schiacciata incredibile, ma per il resto ha giocato molto bene sia in difesa, onnipresente con due stoppate e due rubate, che in attacco dove in transizione è stato letale con qualche assist. 

 

#2 Michigan – #3 Texas Tech 44-63

Due Elite Eight in due anni: chi lo avrebbe detto a inizio stagione? Probabilmente nessuno. Eppure Texas Tech è lì dopo aver battuto nettamente Michigan. Pesando posta in palio e valori in campo, si può dire che questa sia stata una delle prove di forza più devastanti dell’intera stagione. 32.7% dal campo, 1/19 da tre, 14 perse: le cifre finali della squadra di coach John Beilein la dicono lunga sul dominio difensivo dei texani.

L’equilibrio è durato poco meno di un tempo e la ripresa è stato un monologo dei Red Raiders. Nei primi venti minuti, la difesa dei Wolverines si è fatta valere e, quando Texas Tech haavuto  la palla in mano, ogni passaggio è stato un rischio. La squadra di coach Chris Beard però ha fatto anche meglio nella propria metà campo, mettendo in pratica il suo famigerato “no middle” (Michigan prende il corridoio centrale una sola volta, senza segnare). Ci sono stati un paio di backdoor cut di Jordan Poole e un gran canestro in acrobazia di Ignas Brazdeikis ma questo è tutto: all’intervallo, texani avanti per 24-16 e i vice-campioni della Big Ten a 0/9 da tre con 7 palle perse.

Il secondo tempo è stato un clinic di Texas Tech, né più né meno. La ferocia agonistica dei Red Raiders è stato qualcosa di meraviglioso, andato di pari passo con una difesa impenetrabile e un attacco via via più efficiente. Parziale di 12-2 nei primi quattro minuti e poi partita gestita con autorità toccando anche il +25. Michigan, spezzata sul piano psicologico, è andato al tappeto con larghissimo anticipo rispetto alla sirena finale.

Jarrett Culver ha segnato 22 punti, Matt Mooney solo 10 ma ha cancellato Zavier Simpson (0 punti e 1 assist in 36′) ma, se dobbiamo eleggere il migliore in campo, andiamo con Davide Moretti. Contro una squadra come Michigan è complicato mantenere un livello alto di efficienza offensiva ma il Moro è tornato in formato “The Machine” al momento giusto. I canestri segnati nel primo tempo e in apertura del secondo sono stati pesantissimi e gli unici due errori al tiro sono arrivati a partita virtualmente chiusa. Per Moretti, 15 punti (2/3 da due, 3/4 da tre, 2/2 ai liberi) e 4 assist in 35 minuti, con la gioia immensa di poter condividere questo traguardo con babbo, mamma e fratello seduti sulle tribune di Anaheim. Nulla di meglio.

 

South

#1 Virginia – #12 Oregon 53-49

Virginia ha vinto una partita non bella, ruvida e anche un po’ nervosa, che ai punti ha comunque meritato, raggiungendo per la settima volta nella storia dell’università l’Elite 8. Oregon ha fatto ben poco per sovvertire nuovamente il pronostico, anche se ha regalato l’unica vera giocata spettacolare del match con un alley-oop tra Will Richardson e Kenny Wooten.

 

I Cavaliers hanno condotto per gran parte della gara, controllando il ritmo soprattutto con i due play Ty Jerome (13 punti, 6 assist, 6 rimbalzi e 2 recuperi) e Kihei Clark (12 punti, 6 assist e 4 rimbalzi) che hanno anche segnato i canestri decisivi. Solido Mamadi Diakite (7 punti, 11 rimbalzi e 2 stoppate), sufficiente De’Andre Hunter (11 punti, 4 rimbalzi ma 1/6 da 3), male Kyle Guy (10 punti e 2/11 da 3) che complessivamente al torneo sta tirando 3/26 dall’arco.

Se i Ducks hanno messo un paio di volte il naso, avanti lo devono soprattutto alle triple di Louis King (16 punti con 4/8 da 3) e Ehab Amin (8 punti con 2/5 uscendo dalla panchina). Payton Pritchard (11 punti, 7 rimbalzi, 4 assist ma 3/12 dal campo) invece non è riuscito ad incidere come avrebbe dovuto.

 

#2 Tennessee – #3 Purdue 94-99 (OT)

La voglia e l’energia di Purdue ha la meglio sull’(in)esperienza a questi livelli di Tenneessee al termine di una delle partite più belle di questo Torneo e nella quale le due squadre hanno tirato paradossalmente meglio da tre che ai liberi (15/31 dal perimetro e 16/33 ai liberi e 12/24 e 14/28 rispettivamente per Boilermakers e Volunteers). Eroe della serata Ryan Cline: il senior non solo ha messo a segno il career-high da 27 punti (7/10 da tre) ma i suoi problemi di falli sono coincisi con le difficoltà di Purdue.

 

I Boilkemakers, infatti, dopo un grande primo tempo chiuso sul +12 fatto di difesa e ripartenze letali con l’apporto fondamentale del duo Williams-Wheeler dalla panca, avevano addirittura toccato il +18 prima del 4° fallo di Cline a 13 minuti dalla serena finale quando è uscita tutta l’esperienza di Tenneessee guidata da un ritrovato Admiral Schoefield (autore di 20 punti tra secondo tempo e OT dopo una prima frazione da 1 solo punto) che ha guidato i Volunteers a un parziale di 41-26.

 

Gli ultimi 7 minuti sono stati entusiasmanti e punto a punto con i ragazzi di coach Barnes che sembravano aver messo definitivamente la testa avanti a 10 secondi dalla fine con la schiacciata di un Grant Williams ritrovato dopo aver litigato con gli arbitri per tutta la seconda frazione di gioco. E invece? Nel momento decisivo della stagione l’esperienza dei Volunteers ha dato picche: prima il fallo di Lamonte Turner sul tentativo da tre a 2 secondi dalla fine del solito immarcabile Carsen Edwards (29 punti) con il leader di Purdue che con un 2/3 dalla linea ha mandato la partita all’OT. Poi un paio di gravi distrazioni difensive su Matt Haarms e l’uscita per falli del trio Williams-Alexander-Bowden al supplementare che ha privato Tenneesse dei suoi leader e regalato una vittoria meritata a Purdue che dopo 19 anni torna alle Elite8.

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