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Okpala da Nba e Cheatham il tuttofare

Autore: Stefano Russillo
Data: 8 Dic, 2018

Arizona State perde l’imbattibilità stagionale contro Nevada e Washington lotta fino all’ultimo per poi cedere contro Gonzaga, ma visti gli avversari le due squadre della Pac12 si confermano dei top team così come Arizona, sempre più sicura dei propri mezzi. E Oregon? Ecco tutto ciò che è successo nella settimana di Pac12.

ASU: battuta ma a testa alta

Finisce l’imbattibilità di Arizona State (7-1) ma i ragazzi di coach Bobby Hurley escono dalla sconfitta contro Nevada a testa alta sia perché di fronte avevano una delle principali candidate alla Final Four sia per il livello di gioco mostrato. Il primo tempo è stato il manifesto di cosa possano essere i Sun Devils: una squadra che corre, lotta sotto i tabelloni e la spara da tre non appena ha spazio. Dopo aver toccato anche il +16 ASU ha pagato la mancanza di esperienza e il maggior talento degli avversari. Nonostante ciò Luguentz Dort si conferma ancora una volta una PG che di freshman ha solo la matricola (24 punti e un emozionante duello vs Caleb Martin) mentre Zylan Cheatham, dopo essere stato nominato Pac12 Player of the Week e aver messo a segno la seconda tripla doppia nella storia del college contro Texas Southern (14+13+10),  si candida a miglior transfer della stagione (13+10+4 nonostante i problemi di falli).

Heart and thoughness

Così coach Mike Hopkins, a fine gara, ha sintetizzato la partita dei suoi contro la numero uno della nazione: Gonzaga. Washington (6-3) ha sfiorato l’upset dell’anno se si considera che gli Huskies hanno giocato in una delle arene più calde di tutta l’Ncaa, sono stati sotto di 14 nel primo tempo, sono riusciti a mettere la testa davanti a metà del secondo per poi ritrovarsi sul -8 a 2:50 dalla fine prima di recuperare ancora per arrivare in perfetta parità al possesso finale. E poi? Ecco Rui Hachimura l’ha risolta così.

 

Washington, nonostante la sconfitta, ha dimostrato perché è un top3 team nella Pac12: una zona 2-3 a tratti impenetrabile (81 punti concessi agli Zags contro i 98 di media), un Noah Dickerson che se non lotta con gli arbitri (13+7 nonostante i 5 falli a referto) rimane uno dei lunghi più forti della D I, un Matisse Thybulle che oltre ad essere il migliore esterno in difesa di tutto il college basket (l’unico con almeno 2.5 stoppate e 2.8 rubate di media) sta iniziando a trovare la mira da tre (6/12 nelle ultime due partite) e poi semplicemente Jaylen Nowell. Dopo i 26 punti (+6 assist) contro i Bulldogs, in diretta nazionale, siamo sicuri che scout Nba e semplici appassionati abbiano finalmente messo gli occhi sul talento di questo ragazzo di Seattle.

 

Arizona fa sul serio

La vittoria in trasferta contro Uconn, una delle squadre più in forma della AAC, in un XL Center simile a una bolgia infernale ha confermato una cosa: quest’anno bisognerà fare i conti anche con Arizona (7-2). Con un roster che non ha nel talento il suo punto di forza, coach Sean Miller è riuscito a fare leva sul collettivo per costruire una squadra equilibrata e ostica da affrontare (25ª per palle rubate). Se volete una stella il nome ve lo abbiamo già dato: Brandon Randolph, il sophomore gioca (20 punti vs gli Huskies) e parla (“we can fight through adversity and stay togheter”) da leader e ha trovato in Brandon Williams e Justin Coleman due ottime spalle in backcourt. Nell’ultima W vs Utah Valley i Wildcats hanno dimostrato poi anche grande forza mentale: dopo il -12 all’intervallo (41-29) hanno giocato un secondo tempo perfetto chiuso 51-28, guidati dal solito Randolph (14 dei 16 punti finali nella seconda frazione). Ah altro elemento essenziale è la panchina: occhio alla coppia dentro-fuori Dylan Smith-Ryan Luther fondamentali con 20 punti combinati nelle due vittorie settimanali.

Houston…ehm Oregon: abbiamo un problema!

L’upset subito contro Houston (il secondo consecutivo dopo quello contro Texas Southern) ha dissipato ogni dubbio possibile: Oregon (4-3) non è la corazzata che tutti si aspettavano. Doveva dominare la conference e, invece, i Ducks si ritrovano già con 3 sconfitte stagionali. Trovarsi sotto 37-18 all’intervallo contro i seppur ottimi Cougars di questo inizio stagione non giustifica il parziale di 43-28 del secondo tempo per una squadra che ha perso 16 palle e continua a mostrare un’inconsistenza allarmante tanto in difesa quanto in attacco. L’incostanza del trio di veterani Pritchard-White-Amin (5/22 dal campo vs Houston) sta diventando una costante e i soli che si salvano in casa Ducks sono due freshmen: il sorprendente Will Richardson (altra solida prova da 16pts+7reb+5ast) e l’ormai certo top5 al prossimo Nba Draft Bol Bol (23+7 con 2/5 da tre). “We have a lot of work to do” le parole di coach Dana Altman. Eh sì coach, parecchio proprio.

 

Okpala: l’ex incognita

Sarà per via del suo nome, sarà perché la scorsa stagione a Stanford c’era un certo Reid Travis che quest’anno sta facendo bene in quel di Kentucky, fatto sta che nessuno conosceva KZ Okpala, ala dei Cardinals. Questo inizio di stagione ha messo sotto gli occhi di tutti il potenziale del sophomore che ha fisico (206cm x 98kg) e versatilità dalla sua e che nell’ultimo upset sfiorato da Stanford (4-4) contro Kansas all’Allen Field House (partita decisa solo al supplementare da un Lagerald Vick in versione Jordan) ha registrato una prova da 22 punti, 8 rimbalzi e 4 assist. In stagione sta viaggiando a 17+6.3+2 a cui aggiunge 1.1 stoppate a dimostrazione del suo gioco all-around. Gli ultimi Mock Draft lo danno già al primo giro e se continuasse a mantenere le medie dal perimetro attuali (10/21 in stagione) chissà che le quotazioni non possano salire.

Dottor Jekyll and Mr.Hyde

Ve lo avevamo detto la scorsa settimana: UCLA (6-2) gira quando Jaylen Hands è efficiente. Contro Loyola Marymount è arrivata una nuova vittoria Bruins, la prima doppia-doppia in carriera per la PG (17+10 assist) e una conferma: il sophomore è un giocatore capace di essere croce e delizia dei suoi. Da un lato assist visionari, un controllo perfetto sul ritmo e sul tempo di gioco dei compagni, dall’altro i soliti problemi al tiro: 4/11 dal campo (36.2% dal campo in stagione con il 33.3% da tre). Hands è questo: prendere o lasciare. Cosa penseranno i vari GM Nba? Nel frattempo a proposito di prospetti segnaliamo la 5ª doppia-doppia stagionale di Moses Brown (12+10).

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