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Preseason Top 25 – N. 2 – Villanova

Collin Gillespie Villanova at SHU
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 16 Nov, 2020

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La squadra

L’anno scorso Villanova era una squadra competitiva ma ancora in fase di maturazione. Ora torna in blocco (manca solo Saddiq Bey) con un gruppo che ha messo abbastanza strada nel contachilometri vincendo il titolo della Big East a braccetto con Creighton e Seton Hall.

Nova è ormai vista alla stregua di una blue blood e, da qualche anno, attrae un pool più ampio di giocatori. Una cosa che non è cambiata, invece, è la centralità del tiro da tre (nel 2019-20, Alabama e V-Tech erano le sole P6 con più triple tentate sul totale dei tiri dal campo). Questi due aspetti fanno sì che il 4-out 1-in di Jay Wright abbia ora fattezze ben diverse rispetto alle origini. Ci sono buona taglia in tutti i reparti e molte soluzioni possibili: “Saremo capaci di avere quintetti diversi con tre o quattro guardie. E a volte con tre o quattro ali”, dice il coach.

Fra le guardie c’è un duo di alta qualità (Collin Gillespie e Justin Moore) che stavolta non avrà il vuoto dietro di sé. Archiviati i problemi alla spalla, Bryan Antoine dovrebbe iniziare a far vedere chi è realmente, ossia una SG dal repertorio invidiabile: atletico, rapido, sa tirare e ha gambe per difendere. Anche Caleb Daniels può ambire a minutaggi rilevanti. L’ex Tulane ha lasciato più di un estimatore nella AAC e ha un mix di doti fisiche, atletiche e tecniche utile per tappare buchi nelle rotazioni, potendo coprire gli spot dall’1 al 3.

Moore Gillespie Samuels Villanova

Justin Moore, Collin Gillespie, Jermaine Samuels: pezzi imprescindibili – con Jeremiah Robinson-Earl – per le rotazioni di Villanova (Photo by Mitchell Leff/Getty Images)

Passiamo al frontcourt. Jeremiah Robinson-Earl può avere minuti da 4 sia accanto l’operaio Dhamir Cosby-Roundtree che con Eric Dixon, esordiente formato armadio (203 cm, 118 kg) con mani educate. Jermaine Samuels (10.7 punti, 5.5 rimbalzi, 2.0 assist) può essere un jolly prezioso in assetto small ed è un bravo factotum a cui, però, manca qualcosa per essere una minaccia offensiva completa (comunque la sua fiducia al tiro è cresciuta in modo notevole). Cole Swider e Brandon Slater, ali junior, dovranno farsi trovare pronti. Swider ha iniziato a tirare decentemente ma è apparso ancora molto acerbo. Slater resta tutto da scoprire: attivo e pieno di buoni spunti in difesa, ma ininfluente in attacco.

Villanova farà i suoi esperimenti, con gli inevitabili balbettii del caso. Ma se riesce a quadrare il cerchio, può dominare. Al suo meglio, aspettatevi una squadra capace di difendere forte e in modo più omogeneo (l’anno scorso, molto bene nel negare e contestare triple ma non un granché nel proteggere l’area), attaccare con discernimento (53.1 eFG% contro la difesa schierata, #26 in D-I) e forse essere un po’ più efficiente a ritmi elevati (51.1 di Transition eFG%, dato davvero molto lontano dai bei tempi con Jalen Brunson al timone, quando si stava abbondantemente sopra il 60%).

Starting Five

G – Collin Gillespie – Sr, 1999, 191 cm
G – Justin Moore – So, 2000, 193 cm
F – Jermaine Samuels – Sr, 1998, 201 cm
F – Cole Swider – Jr, 1999, 206 cm
F – Jeremiah Robinson-Earl – So, 2000, 206 cm

Giocatori in evidenza

Collin Gillespie, #6 nella nostra Top 10 guardie.(15.1 punti, 4.5 assist) è il metronomo di Villanova e detiene uno dei migliori rapporti assist-perse (2.3/1) tra i giocatori con un %Poss pari o superiore a 24 (fra i returning player delle Power 6, solo Marcus Carr ha fatto meglio). Rispetto ad Arcidiacono, al quale è stato accostato spesso, non ha lo stesso mix di punti forti ma, come lui, sa spingere un po’ più in là i limiti dati da fisico e talento puro, grazie a belle dosi di dedizione, furbizia e tecnica. Ed è difficile trovare qualcosa che non sappia fare. Non è un score-first guard, ma se servono punti ci si può rivolgere a lui e alle sue triple (35.7% ma con molti tiri tosti). Non è una saetta, ma in transizione legge benissimo il minimo pertugio per puntare l’area. In teoria non dovrebbe essere chissà quale minaccia in penetrazione, però può stenderti con delle finte originali (60% al ferro). Insomma, è saldamente fra i top del suo ruolo. E pensare che doveva giocare in D-II…

Nessuno fra i Cats può contribuire in un ventaglio ampio di aspetti del gioco come il #4 della nostra Top 10 lunghi, ossia Jeremiah Robinson-Earl (10.5 punti, 9.4 rimbalzi, 1.9 assist). Partiamo dalla difesa: è molto mobile per la sua taglia, intimidisce e pressa gli esterni come pochi, in area è solido (petto in fuori, piedi ben piantati a terra) e domina sotto i tabelloni (perlomeno nei rimbalzi difensivi: #4 per DR% nella Big East). In attacco ha avuto la propria razione di giornate cattive, ma ha i mezzi per fare bene: footwork e tocco, ma anche visione di gioco e tiro, confidando nel fatto che limiterà le perse e manterrà medie più stabili dall’arco. Aggiungete poi del carattere da veterano (sempre sul pezzo, anche nelle gare meno positive) e presenza in spogliatoio: ecco a voi il secondo leader di questa Villanova.

Ogni versione vincente di Villanova ha avuto il suo leader duo, ma senza poter prescindere da un terzo tenore. Justin Moore (11.3 punti, 1.9 assist) è in prima fila per rivestire tale ruolo. È maturato piuttosto in fretta, non rifiuta palloni pesanti e ha un repertorio offensivo così ricco da farne una scommessa onesta come candidato a Giocatore che entra di soppiatto nel primo quintetto All-Big East. Miglior tiratore in squadra, numeri alla mano (39.6% dall’arco su 5.0 tentativi), ha un fisico eccellente per una SG al college e, unendo questa qualità a controllo del corpo e ball handling, è una minaccia totale quando punta l’uomo in uno-contro-uno. Può essere una gran bella risorsa per fare da defibrillatore nei momenti in cui l’attacco si blocca.

Curiosità

Quella fra Villanova e i paisà è una lunga storia d’amore. Negli anni 60 c’era Bill Melchionni, che da senior ne metteva più di 27 a partita. John Pinone era fra i protagonisti di Nova nei primi anni 80, agli albori della Big East. Giocava per Rollie Massimino, leggendario artefice del titolo Ncaa 1985, vinto da seed #8 contro la strafavorita Georgetown di Pat Ewing.

Ci vollero poi 31 anni e un altro siciliano – stavolta in campo – per rivedere i Cats laurearsi campioni nazionali, con quel Ryan Arcidiacono che occupa un posto speciale fra i più grandi nella storia del programma. Dopo di lui, abbiamo visto italoamericani fare molto bene (Donte DiVincenzo) e decisamente meno bene (Joe Cremo) in maglia blu.

La storia dei paisà a Villanova è anche al presente: Chris Arcidiacono è al secondo anno in squadra, nello staff ci sono Mike Nardi (già giocatore importante agli ordini di Jay Wright) e Matt Fraschilla, figlio di Fran. Infine, fra le reclute della classe 2021 troviamo Angelo Brizzi, una PG 3-star dal pacchetto offensivo completo che potrebbe ricalcare le orme di Gillespie.

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