È stata South Carolina a sollevare il trofeo del Torneo Femminile ma questa March Madness ha incoronato anche un’altra grande regina: Caitlin Clark, ormai una vera e propria leggenda del basket.
South Carolina, il titolo è di nuovo tuo
Lo avevamo già scritto e siamo qui a confermarlo: South Carolina non conosce rebuilding. Nonostante ben cinque titolari della scorsa stagione non fossero più in squadra – le stesse che avevano conquistato il titolo nel 2022 – le Gamecocks hanno sollevato il trofeo al termine di una perfect season con 38 vittorie e 0 sconfitte. Solo 10 squadre prima di loro erano riuscite in un’impresa così titanica e l’ultima era stata UConn nel 2016.
Coach Dawn Staley ce l’ha fatta di nuovo, questa a volta riuscendo ad amalgamare le nuove arrivate intorno a Kamilla Cardoso, MOP del Torneo e vero e proprio fulcro della squadra sia in attacco che in difesa. Nella finale vinta contro Iowa per 87-75, la giocatrice brasiliana ha messo insieme 15 punti e 17 rimbalzi, una performance che ha di fatto scardinato tutte le certezze delle Hawkeyes che, dopo un primo quarto a tutto gas, si sono dovute arrendere alla maggiore fisicità e profondità delle avversarie.
Certo non sono mancati alcuni spaventi durante la regular season (contro LSU) e la post season (vedi la semifinale di conference vinta per 74-73 grazie una tripla allo scadere di Cardoso) ma come ha affermato coach Staley “quando un gruppo di giovani atlete è unito, ha un intento comune e fiducia, questo è quello che può accadere. Hanno fatto la storia di questo sport”. E con in mano nuove leve del calibro di MiLaysia Fulwiley, Chloe Kitts e Tessa Johnson, ci sono tutti gli ingredienti per creare una nuova grande dinastia.
Caitlin Clark, la leggenda del basket femminile
C’è bisogno di un titolo NCAA per essere una leggenda? La risposta è no. E lo ha dimostrato Caitlin Clark. Il numero 22 di Iowa ha di fatto scritto la storia del college basket: in quattro anni ha messo a segno 3.951 punti, diventando la miglior realizzatrice di sempre della D1 e facendo registrare anche il record di triple in una singola stagione.
E che dire del suo tiro dal logo, diventato un vero e proprio marchio di fabbrica? I paragoni con Stephen Curry non sono mancati, e la stessa star dei Golden State Warriors ha esaltato questo aspetto del suo gioco sottolineando però che soffermarsi solo su ciò è riduttivo.
Non a caso, la stessa coach Stanley, nel discorso della vittoria, ha voluto ringraziare personalmente Clark, per aver portato a nuovi ed immaginabili livelli il basket femminile. 12 milioni di spettatori si sono sintonizzati su ESPN per assistere allo scontro tra le Hawkeyes e LSU mentre il match di Final Four tra Iowa e UConn ha tenuto incollati allo schermo ben 14 milioni di persone con picchi di 17 milioni. Il “Caitlin Clark Factor” è ormai un dato di fatto e c’è da scommetterci che durerà anche nella WNBA.
Tra i match più attesi del Torneo, c’era sicuramente quello di Elite Eight tra Iowa e LSU, replica della finale dello scorso anno in cui le Hawkeyes stavolta si sono imposte per 94 a 87. Con Angel Reese a mezzo servizio per un infortunio alla caviglia nel primo quarto, le Tigers non sono riuscite a tenere testa a Clark che ha messo a referto 41 punti e 12 assist.
Molto più combattuto – e con assai più polemiche – invece il match tra Iowa e UConn. L’atteso scontro tra Clark e Bueckers non ha deluso le aspettative e le due stelle si sono scontrate a viso aperto dando vita ad un match equilibratissimo che si è risolto solo nei secondi finali a favore delle Hawkeyes (71-69). A decidere la partita è stato però un fischio arbitrale alquanto contestato su un blocco di Aaliyah Edwards con 3.9 secondi sul cronometro e con le Huskies sotto di un solo punto. A voi l’ardua sentenza!
É stata poi la stessa Bueckers a smorzare la tensione – venutasi a creare soprattutto sui social – dichiarando: “tutti si stanno soffermando su quel singolo episodio, ma non è mai un singolo episodio a far vincere o perdere una partita di basket. Dico che io ho commesso tanti errori e che avremmo dovuto fare un lavoro migliore”.
La crescita esponenziale del college basket femminile
C’è voluto uno scandalo per far sì che la NCAA appiccicasse il logo della “March Madness” anche sui campi del Torneo femminile e per fornire alle atlete un trattamento simile a quello destinato ai loro colleghi uomini. Ci è voluta una storica vittoria di LSU su Iowa – e la verve di Angel Reese – per creare una vera conversazione; ma, finalmente, la stagione 2023-24 è stata quella dell’incoronazione del college basket femminile.
Questo grazie al fatto che il talento in campo è più grande che mai: Caitlin Clark, Paige Bueckers, Kamilla Cardoso, Angele Reese, Cameron Brink sono delle giocatrici davvero complete e un piacere da guardare per gli appassionati di questo sport. E con Bueckers ancora al college la prossima stagione, assieme alle nuove leve Juju Hawkins, Hannah Hidalgo MiLaysia Fulwiley e Mikaylah Williams, il futuro del college basket femminile sembra più roseo che mai.