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Michigan State da mani nei capelli, USC fa la voce grossa

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 7 Nov, 2023

La stagione è appena iniziata è già abbiamo visto upset (Michigan State) e segnali importanti (USC). Ecco alcuni appunti e qualche curiosità sul primo giorno di gare del 2023-24.

 

Il primo tonfo dell’anno

Ok, James Madison è la favorita nella Sun Belt. Ma da qui a beffare all’esordio la #4 Michigan State – per di più in trasferta – ce ne passa. Eppure gli Spartans non si presentano in campo e lasciano solo soletto uno stoico Tyson Walker (35 punti per lui). L’impatto terribile dei veterani, come Malik Hall e AJ Hoggard, ha lasciato spazio alla gioventù che ci ha messo qualche minuto ad acclimatarsi. Il risultato è stato un primo tempo in cui MSU non ha mai preso la targa di JMU. Se ci aggiungiamo l’orrendo 1/20 dall’arco degli Spartans, ecco che gli ingredienti per la frittata ci sono tutti. La beffa arriva con la tripla della vittoria di Raekwon Horton che, fino a 12 secondi dalla fine del supplementare, non aveva messo un punto. Tom Izzo non aveva mai perso in casa a novembre, ed era dal 2001 che una squadra della Top 5 non perdeva l’esordio in casa. L’unica nota positiva è il freshmen Coen Carr che si prenderà tutto lo spazio del mondo se Michigan State continuerà così.

 

USC ha un duo straordinario

L’unico vero big match della prima giornata se l’è aggiudicato USC che ha battuto Kansas State per 82-69 sul neutro di Las Vegas. Bronny James non c’è e non si sa se e quando vedrà il campo, ma per il momento Isaiah Collier basta e avanza. Il talento della Georgia insieme a Boogie Ellis ha messo in mostra una rapidità e un’esplosività da segnare sul taccuino. Per il duo alla fine 42 punti con 10/13 da due e 4/10 da tre.

 

Una sicurezza per Duke

La transizione sarà graduale: per gran parte della partita, Kyle Filipowski ha avuto affianco a sé un lungo (Christian Reeves o Ryan Young) senza essere lui il centro di riferimento. È una mossa che Jon Scheyer farà durante il corso della stagione per schierare i giocatori più talentuosi e nel frattempo già si gode il suo candidato NPOY. Senza troppa fatica, visto anche l’avversario, Filipowski non ha praticamente sbagliato nulla: 10/12 al tiro per 25 punti comodi comodi. Ah, nei pochi minuti giocati da 5 ha anche piazzato una bella stoppata in aiuto. I segnali per Scheyer sono dei migliori.

 

Il gigante c’è

Appeso il banner del titolo, i primi due punti della stagione dei campioni di UConn sono di Donovan Clingan. Nulla di sorprendente? Nì, perché Cling Kong era stato fermo per tutto ottobre per un problema al piede e più di un opinionista aveva sollevato qualche dubbio sulla tenuta degli Huskies. Invece pronti via, 95-52 a Northern Arizona con il buon Clingan a dominare sotto canestro. Coach Hurley ha gestito il suo gigante: soli 14 minuti ma di puro dominio. 12 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate. Stona solo il 4 su 9 ai liberi. Ma Clingan c’è e quindi anche UConn.

 

Già a proprio agio

Penetrazione e schiacciata. Non sono passati neanche due minuti e Grant Nelson si è preso l’attacco di Alabama. Passano cinque minuti e si è preso anche la difesa con un intercetto su un alley-oop e una stoppata dopo un 1-contro-1. Nel 5-fuori di coach Nate Oats, Nelson ha mostrato contro Morehead State, una delle favorite dell’Ohio Valley Conference, tutta la sua fluidità nell’attaccare il canestro e precisione al tiro da tre punti: 24 punti con 7/12 dal campo, due bombe annesse e 8/8 ai liberi, oltre ad una statline timbrata in ogni casella.

 

Wake Forest è in buone mani

Lo avevamo piazzato solo alla #23 della nostra Top 25 europea e già vuole farcene pentire. Già autore d’una sfuriata da 38 punti contro Alabama in amichevole, Cameron Hildreth ha iniziato la stagione con un’altra prova da protagonista assoluto (33 punti, 6 rimbalzi, 5 assist), spingendo Wake Forest verso una vittoria su Elon più complicata di quanto il risultato finale (101-78) possa suggerire (-20 toccato due volte nel corso del primo tempo). Non male per un giocatore che nei due anni precedenti aveva toccato o superato quota 20 punti soltanto due volte. Di tiro ce n’è poco ma tutto il resto abbonda per il junior: in termini di leadership e regia, il dopo-Appleby non sembra rappresentare un problema per i Deacons.

 

Un ritorno in pompa magna

Tyon Grant-Foster non giocava una partita da quasi due anni esatti per via di un malore al cuore. Carriera finita, dicevano. Perché spesso è così che va in questi casi. Invece l’ex Kansas e DePaul è riuscito ad ottenere il via libera dai medici per tornare in campo. Ora veste la maglia di GCU e, alla prima uscita, ha piazzato 30 punti in 24 minuti nella vittoria su Southeast Missouri State.

 

La batosta del giorno

Come al solito – e anche più del solito – il calendario è rigonfio di buy game con formazioni (spesso di qualità infima) al di fuori della Division I. La peggiore sconfitta della prima giornata è toccata a Stanislaus State, università californiana (nemmeno piccolissima) che milita in D2: 107-28 il risultato in finale a favore della #23 Saint Mary’s, la quale avrà di certo tratto incredibile giovamento da un test così impegnativo.

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