La versatilità è ciò che la Nba cerca in maniera ossessiva: giocatori come Isaac Okoro, Obi Toppin e Trendon Watford rispondono proprio all’esigenza di trovare delle ali che sappiano interpretare più registri di gioco. Ad esempio, Watford è il cardine dell’attacco di LSU nonostante tiri col 27.5% dal tre. Gran parte del merito del primo posto in SEC, 8-1, è suo e dell’impianto di squadra che coach Will Wade ha creato.
Equilibrio
La prima cosa che salta all’occhio con Watford è il suo fisico, troppo potente per gli avversari. Con i suoi 206 cm è il giocatore più alto del quintetto senza centri di Wade e ha due compiti offensivi principali: cercare il mismatch più adatto per lui e mettere ordine in un attacco che tende a sovraccaricare di giri il proprio motore.
“Non avevamo giocatori da mettere su di lui. Ha fatto un gran lavoro, giocando sempre in equilibrio”: così Shaka Smart, allenatore di Texas, una delle squadre più atletiche della nazione, ha commentato i 22 punti che Watford gli aveva rifilato. L’equilibrio si nota soprattutto quando attacca il canestro. Una sequenza leggiadra, in contrasto con gli oltre 100 kg di peso, di perni, giravolte, finte che mandano in confusione il marcatore, già in difficoltà fisica. Inoltre è bravissimo a leggere le scelte della difesa e a punirle, trovando uno scarico per i compagni o in backdoor.
È un giocatore vitale per una LSU che ha già giocato nove partite con finali tirati (6-3 il record) e che vive grandissimi alti e bassi durante le partite, frutto di una discrepanza tra rendimento in attacco e in difesa (6° in AdjOff e 149° in AdjDef). Spesso, Wade disegna schemi per lui. Insieme ad Emmitt Williams e Darius Days, è il lungo di questa squadra. Non solo offensivo, dove LSU è settima per OffReb%, ma anche in difesa dove è il secondo Tiger per DefReb% (17.7).
Draft e prospettive
Nonostante le sue capacità atletiche, Watford è scivolato fuori dal primo giro nel nostro Super Mock. I motivi? Scarsa intensità difensiva e grossi problemi al tiro. A differenza di suo fratello Christian, ex Indiana ed eroe indimenticabile per The Shot contro Kentucky, Watford dominava così tanto in high school (tre titoli statali per lui) facendo leva sul fisico da non aver sviluppato a dovere il tiro in sospensione: 12/43 da tre per il 27.5% da tre, 41% nei jumper da due.
La difesa, invece, sembra esser un problema di squadra. I Tigers cambiano tantissimo sui blocchi, senza avere un leader comunicativo in campo, e spesso questo regala corridoi aperti verso il canestro o triple aperte. Un altro problema è l’assenza di un corpo da spendere sul lungo di turno. Hanno messo in crisi il sistema difensivo di LSU e chiamato raddoppi i vari Onyeka Okongwu, Kerry Blackshear e Reggie Perry, ma anche i meno noti Cyril Langevine e Jericho Sims.
Watford, in tutto questo, pecca d’intensità e concentrazione. Spesso è lui il responsabile di questi buchi difensivi. Molto bravo a difendere nella marcatura individuale (0.68 punti per possesso concessi), pessimo quando inserito in un contesto di squadra senza un leader difensivo. L’intelligenza e la calma con cui gioca in attacco non si vedono nella sua difesa, che è spesso confusionaria. Male, perché Wade chiede molta aggressività in zona palla per forzare le perse (non riesce, LSU è 262° per To%) e servirebbe qualcuno capace di prevedere i tagli degli avversari.
La squadra è ancora prima nella Sec, ha una partita di vantaggio sulle inseguitrici e sabato avrà lo scontro diretto proprio contro l’Auburn di Okoro. Sembra esser stata brava a sfruttare il calendario facile in partenza, pur avendo sofferto molto. Ora inizia il bello e servono i miglioramenti di Watford per poter reggere l’onda d’urto della Sec, ma anche per migliorare le quotazioni in ottica Draft.