Home 9 Focus 9 Isaac Okoro e Auburn, zero fari e sconfitte

Isaac Okoro e Auburn, zero fari e sconfitte

Isaac Okoro-Auburn Tigers
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 9 Gen, 2020

Isaac Okoro è stato il collante di Auburn. Affidabile a gioco rotto in attacco, quando i giochi non funzionavano. Onnipresente in difesa a coprire le falle aperte dagli altri. L’esterno dei Tigers è uno dei migliori one&done della nazione, pronto per sbarcare in Nba. Imprescindibile per la corsa di Auburn al torneo.

La stagione

Isaac Okoro si sta imponendo ad Auburn come uno dei freshman più solidi della nazione ed è il segreto dell’imbattibilità dei Tigers (14-0, 2-0 in conference), unici ancora senza sconfitte in tutta la Division I assieme San Diego State. Rispetto alla squadra che ha raggiunto le prime Final Four  della storia del programma lo scorso anno, coach Bruce Pearl ha costruito una difesa più solida, ancorandola all’apporto di Okoro sugli esterni e la capacità di protezione al ferro di Austin Wiley.

Auburn ha perso 4/5 del quintetto titolare e i primi tre realizzatori, ma i vecchi panchinari sono riusciti a fare lo step necessario per renderla la favorita nella Sec secondo il BPI e arrivare in Top 5, nonostante quasi nessuno la calcoli come una delle squadre migliori della nazione. 

Okoro, un muro invalicabile

“Non è un freshman. Vedo un uomo là fuori. Fisicamente è già pronto per essere competitivo in Sec”, spiega Pearl. Intelligenza, velocità di piedi impressionante, mobilità e versatilità sono le principali caratteristiche di un’ala di due metri e quasi cento chili nata nel 2001.

Okoro ha avuto l’onore di vedere la propria maglia ritirata alle superiori. È il secondo giocatore di McEachern High School, a Powder Spring in Georgia.

La difesa dei Tigers non si basa più sull’ossessiva ricerca delle palle rubate (2° lo scorso anno per To%), bensì è più equilibrata e molto del merito è del freshman dalla Georgia. Battere Okoro dal palleggio è una delle missioni più complicate di questa stagione Ncaa. Con lui in campo, la difesa di Auburn concede 0.587 punti per possesso e, quando lo attaccano in isolamento (16 volte quest’anno), concede 0.125 a possesso. Le gambe potenti gli permettono di rimanere in equilibrio anche quando deve andare in close-out, mentre la potenza nella parte superiore del petto gli permette di tenere botta, anche nei rari casi in cui cambia sul lungo. 

 Sam Vecenie di The Athletic che spiega la difesa di Okoro

 

Ma non solo: Pearl ha costruito la difesa su un play rognosissimo come J’Von McCormick, sulle braccia lunghe dei vari Doughty, Purifoy, Flannigan e Okoro e sulla coppia formata da Austin Wiley e Anfernee McLemore che sono tra i migliori per Blk%, entrambi in Top 50. Molti di loro erano parte integrante della rotazione che chiuse la scorsa stagione con 12 vittorie nelle ultime tredici partite (striscia allungata a 26 su 27 in questa stagione). E quest’anno hanno ripreso da dove avevano finito.

Tutto potenziale in attacco

Okoro sembra uno dei prospetti destinati a crescere in ottica Draft (passato da fuori al primo giro alla 16 nel giro di due mesi) e tanto del suo potenziale passa dall’attacco. L’Nba è alla perenne ricerca di two-way player e Okoro potrebbe infilarsi in questa definizione, nonostante tiri terribilmente da tre, 21,8%. La combinazione tra viaggiare ad alta velocità e lontano da tutte le aspettative può rivelarsi mortale, ma non se ti chiami Auburn. La squadra di Pearl sta correndo molto di più rispetto allo scorso anno (71.2 di AdJTem contro il 67.9) quando predicavano il run&gun.

Infatti, la frequenza di triple dell’attacco dei Tigers s’è abbassata (dal 49% della scorsa stagione al 42% di questa), ma anche la precisione, 38% contro 32%. Però, la squadra riesce a trovare molto di più la via dell’area, dal 34% delle conclusioni al 43%, con estrema efficacia, Auburn è quarta per 2FG%, 56.4.

Il canestro da leader che ferma il digiuno da otto minuti e fa partire la rimonta

 

Il merito va distribuito, dal bagaglio di finte ed esitazioni di Samir Doughty alla fisicità interna di Wiley, ma anche Okoro porta il suo mattoncino, non solo in termini di punti. È il playmaker secondario della squadra, quello che crea a difesa già mossa. Le sue letture e i suoi scarichi dal palleggio sono sempre puntali e precisi nel trovare i compagni, grazie all’ottima tecnica di passaggio. Inoltre, ha la percentuale migliore al ferro della squadra, 76,6%. Un tocco morbido, un’agilità al ferro e una forza che si sprigiona tutta in transizione, dove produce 1.366 punti per possesso.

 

 

Il vero punto debole è la fiducia nel tiro da tre. La meccanica è abbastanza compatta, ma Okoro spesso rinuncia al tiro per penetrare in palleggio. In situazioni di catch&shoot è 1-14, ma il dato ai liberi è interessante per capire il suo possibile sviluppo, 67% con una discreta facilità nel procurarseli (10-14 contro Vanderbilt). Proprio da un suo miglioramento passano le ambizioni di Auburn, che non ha ancora incontrato una Top 40 di Kenpom (per questo è 16° in quel ranking) , ma è rimasta imbattuta battendo squadre di medio livello. La Sec è arrivata e tra due settimane c’è la super sfida contro una Florida in crescita, ma i Tigers non vogliono smettere di fare la storia. 

Articoli correlati

Parlare con le foche, stranezze da Ncaa

In attesa dell'inizio della stagione ecco un po' di curiosità dal mondo della Ncaa, dalla mascotte che incute paura alle Leggi tutto

La top 25 di BasketballNcaa

Ecco la preview sulle migliori squadre della stagione. Dalle certezze come Duke e Kentucky alle sorprese come Virginia Tech, dai Leggi tutto

Preview – Kentucky Wildcats – 4
Ncaa basketball - Isaiah Briscoe e John Calipari (Kentucky)

Sette potenziali giocatori da Nba, tra talento e fisicità. Se riescono a correre è finita per tutti, anche se la Leggi tutto

Conference 4 – La battaglia delle big

La storica rivalità Duke-North Carolina nell'ACC, i campioni di Villanova a caccia di un altro titolo in Big East, Kentucky Leggi tutto

Il viaggio di Casey Shaw dall’Italia a Vanderbilt

In molti lo ricordano da giocatore in Italia, ora Casey Shaw è il nuovo assistant coach di Vanderbilt. Lo abbiamo Leggi tutto