Il bello del Maui Invitational Championship è potersi godere grandi match già a novembre, e anche quest’anno la finale non ha deluso. La n. 3 del ranking Gonzaga ha battuto la capolista Duke 89-87 in una gara ad altissima intensità ma non sempre giocata con lucidità, soprattutto nei minuti finali. I Bulldogs hanno sconfitto per la prima volta nella loro storia una #1 del ranking e per la prima volta da quando sono allenati da coach Mark Few sono riusciti a superare i Blue Devils. Termina anche la striscia imbattuta di Duke al Maui (17-0 all time con 5 titoli su 5 apparizioni).
Gonzaga si è confermata una squadra completa e profonda, con grande esperienza e guidata da un fantastico Rui Hachimura che conferma il suo inizio di stagione strabiliante. Ecco cosa ha detto il match.
Hachimura mismatch vivente
Il giocatore giapponese è stato travolgente. Ha portato su palla, giocato in post, tirato da fuori e difeso più posizioni in campo e ha chiuso la partita con 20 punti (7/14 al tiro), 7 rimbalzi, 5 assist, e 3 stoppate. Unica pecca da segnalare lo 0-2 ai liberi nel minuto finale che ha lasciato un soffio di speranza a Duke. Già ampiamente nei radar delle squadre Nba (moltissimi scout a bordocampo nel corso di tutto il Maui), la sfida contro Duke ha probabilmente fatto salire le sue posizioni nella lottery del prossimo draft. Qui un esempio delle sue qualità.
Rui Hachimura con un modo discreto di cominciare un secondo tempohttps://t.co/V5FEySj1Ru
— Basketball NCAA (@BallNcaa) November 21, 2018
Barrett, molta voglia poca lucidità
Il talento è strabiliante, la sua voglia di giocare e vincere è indiscutibile, ma RJ Barrett ha disputato la sua peggiore prova stagionale, finendo il match con 23 punti con 9/25 dal campo, 7 rimbalzi e 3 assist. Battuto spesso e volentieri in 1 contro 1 e distratto in difesa, ha trovato poco spazio in campo aperto, dove il suo gioco si può esprimere al meglio come dimostra questa incredibile schiacciata in testa proprio ad Hachimura.
Nel finale però ha cercato di giocare troppo “hero ball”, forzando penetrazioni su penetrazioni anche se raddoppiato, triplicato o addirittura quadruplicato. I risultati sono stati pessimi: nell’ultimo minuto di gioco, il canadese ha registrato un pesante 0/5 dal campo, compreso un errore in penetrazione per portare la partita in OT.
Gonzaga did it. Down goes Duke. pic.twitter.com/OQVLOsQ92t
— Kyle Boone (@Kyle__Boone) November 22, 2018
Gonzaga si conferma una macchina ben oliata
Gonzaga ha giocato una partita pressoché perfetta nel primo tempo tirando con il 60% dal campo e con il 65% da tre e terminando i 40 minuti sempre con percentuali altissime, oltre il 52% dal campo e da tre. Tenere a bada una squadra talentuosa ed esplosiva come Duke non è facile, ma il grande lavoro difensivo di squadra ha costretto i Blue Devils a tirare solo il 43.9% in area, mentre in stagione tiravano con oltre il 73%. Per gli Zags non solo grande difesa, ma un attacco equilibrato che ha visto 4 giocatori in doppia cifra. Da segnalare la ottima prestazione del freshman serbo Filip Petrusev, per lui 11 punti e 4 rimbalzi in soli 13 minuti dalla panchina. Ma in generale sette Zags hanno segnato più di 5 punti.
Gonzaga's 10 3-pt FG are a new season high. Last season, the Bulldogs went 15-1 when hitting 10+ 3-pt FG.
— ESPN Stats & Info (@ESPNStatsInfo) November 21, 2018
La panchina di Duke è migliore di quanto si credesse?
I Blue Devils si sono trovati nel secondo tempo anche sotto di 16 punti, con Cam Reddish con problemi di falli per tutta la partita e con un Marques Bolden nuovamente non in grado di stare in campo, dopo l’exploit contro Auburn. A risollevare Duke è stato il quintetto con Jack White e Javin DeLaurier in campo che ha innescato la rimonta, grazie ad una difesa molto aggressiva in grado di cambiare su tutti i blocchi e di portare pressione sulla palla. I due giocatori sono stati molto attivi anche in attacco, con 5 rimbalzi offensivi. White è de facto il vero “cinque” titolare della squadra, in grado di dare fisicità e rimbalzi, oltre che di allargare il campo in attacco con un tiro da tre molto migliorato (9/24 in stagione contro il 2/12 dello scorso anno). DeLaurier rappresenta invece “the spark off the bench”, la scintilla dalla panchina, atletico ed attivissimo sia in difesa che a rimbalzo in attacco.
E Zion?
Il fenomeno mediatico della stagione, nonché il giocatore più inimitabile come al solito ha regalato una carrellata di highlights, ma oltre a quello ha giocato forse la partita offensivamente più solida tra tutti i Blue Devils (anche se graziato in occasione di qualche penetrazione da carro armato in area). Molto utile anche contro la zona schierata da Gonzaga nel finale. Ha chiuso con 22 punti (8/16 dal campo), 10 rimbalzi, un prezioso 6/6 ai liberi e 4 stoppate, una più bella dell’altra.
Gonzaga is awesome. Duke is awesome. College basketball is awesome. Now maybe we can just enjoy the season and forget the silliness.
— Doug Gottlieb (@GottliebShow) November 22, 2018