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Texas Tech e una stagione da sogno

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 6 Mar, 2019

A un passo dalla gloria. Manca una sola partita e Texas Tech potrebbe vincere, per la prima volta nella sua storia, il titolo della regular season della Big 12. La vittoria nella Senior Night contro Texas (primo sweep ai danni dei Longhorns dal 1996) ha dimostrato appieno il potenziale di questa squadra e tutti i miglioramenti offensivi fatti nell’ultimo mese. Il rating offensivo fatto segnare nella vendetta contro Kansas, 148.8, fa capire a tutto il paese l’intenzioni dei Red Raiders e il loro cambiamento.

Tutti coinvolti

Una stagione ai massimi livelli con un solo passaggio a vuoto, a gennaio, che è costato tre sconfitte consecutive. Dopo la sconfitta all’Allen Fieldhouse, qualcosa è cambiato. In un mese, Texas Tech ha inanellato otto vittorie consecutive, con margine medio di venti punti e tirando il 43% da tre su oltre 22 tiri di media. Lo specchio di questa striscia sono le prestazioni di Davide Moretti. Il suo irreale 63% da tre di questo mese ha aiutato a cambiare volto a questa squadra e portarla al primo posto della Big 12. L’81% delle triple sono assistite, segno di una grande circolazione di palla dei Red Raiders, che giocano con quattro tiratori fuori e, spesso, anche il lungo Tariq Owens libera l’area.

 

Coach Chris Beard è riuscito a creare una comfort zone in cui ogni giocatore chiamato in causa può esprimersi al meglio: Matt Mooney è l’attaccante più interno che hanno e ha possessi in post disegnati per lui. Questo attacco con l’area più libera lascia a Jarrett Culver più spazio per attaccarla (la partita contro TCU ne è una prova). Owens e Odiase hanno la loro mattonella dai quattro metri, Corprew ha iniziato a grandinare triple (47% anche per lui) anche grazie alle capacità di facilitatore di Kyler Edwards. Un passo in avanti per ogni giocatore. 

Prospettive 

Sabato ad Ames, si giocano una fetta di storia. Al momento, sono al primo posto insieme a Kansas State che se la vedrà con Oklahoma. Fortunatamente per loro, erano anni che Iowa State non perdeva più di due partite in casa (quest’anno siamo a tre), ma KenPom li dà sfavoriti, hanno il 44% di vittoria. Indipendentemente dal risultato di sabato, in tre anni Chris Beard ha costruito una squadra che può vincere il titolo, una vera utopia quando è arrivato a Lubbock. Invece, la miglior difesa della nazione per adjusted efficiency potrà dire la sua in questa March Madness. Giustamente, l’ex coach di Arkansas Little Rock è stato inserito nei quindici nomi per il premio dell’allenatore dell’anno.

 

La chiave di tutto sta nel rapporto creato da Beard con gli studenti, giocatori e non. Tutto il suo primo anno è stato focalizzato nel rivitalizzare l’intera Texas Tech. Girano storie su come Beard abbia passato un pomeriggio intero a pregare la sicurezza del palazzetto di lasciar invadere il campo dagli studenti in caso di vittoria, di come abbia liberalizzato la vendita di alcolici durante le partite (in Texas come in gran parte degli USA l’età legale per bere è 21 anni) e di come abbia regalato durante lo scontro contro Arkansas cibo e birra gratis. Tutto ciò ha fatto diventare la United Supermarkets Arena un fortino inespugnabile, come dimostra il record di 50 vinte e 5 perse. Doveva essere una stagione di passaggio dopo la storica Elite Eight raggiunta nella scorsa March Madness e l’addio di giocatori chiave come Keenan Evans e Zhaire Smith e invece sta diventando un’avventura memorabile, da ricordare per sempre nella storia dei Red Raiders. 

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