> Preseason Top 25 <
La squadra
Arizona State non è un posto di grandi tradizioni ma, con Bobby Hurley al timone, si è qualificata al Torneo Ncaa per due volte di fila (senza Covid, forse adesso parleremmo di tre partecipazioni consecutive). Quest’anno tira un’aria particolare a Tempe e c’è chi vede ASU addirittura come favorita nella Pac-12 (dal canto nostro, preferiamo UCLA e Oregon).
Arizona State sarà come al solito una formazione amante dei ritmi alti e che farà leva sulle capacità offensive dei suoi esterni. La speranza è che perlomeno si torni sui livelli dell’annata 2017-18, ossia quando c’era Tra Holder e l’enorme libertà lasciata alle guardie non pagava lo scotto di troppe palle perse. Remy Martin, già titolare in quella squadra, e Alonzo Verge hanno messo insieme 33.7 punti di media l’anno scorso: verranno spalleggiati nel backcourt dal 5-star Josh Christopher e da Holland Woods (17.7 punti e 5.2 assist a Portland State).
Nessuno di loro è un cecchino e un po’ si rischia una situazione da troppi polli nel pollaio. Per allargare il campo e accentuare la loro pericolosità, servirà l’aiuto di Marcus Bagley (ala di 2 metri e freshman 4-star, sembra avere un gran bel tiro) e di Taeshon Cherry (andato in crisi l’anno scorso, solo 22.7% da tre).
Altro problema: chi farà legna in area? Romello White svolgeva bene il compito, ma si è trasferito a Ole Miss. La responsabilità cadrà soprattutto sulle spalle di Jalen Graham. Poco utilizzato da matricola, sembra avere l’atletismo adatto per tirare giù rimbalzi e proteggere il ferro (10.6 di Blk%, più del doppio di quanto registrato da White). È importante che cresca in fretta e Hurley pare avere molta fiducia in lui.
Starting Five
G – Remy Martin – Sr, 1998, 183 cm
G – Alonzo Verge – Sr, 1998, 191 cm
G – Josh Christopher – Fr, 2001, 196 cm
F – Taeshon Cherry – Jr, 1999, 203 cm
F – Jalen Graham – So, 2001, 208 cm
Giocatori in evidenza
Protagonista sin da freshman, Remy Martin (#5 nella Top 10 guardie) e i Sun Devils sono una cosa sola ormai: manca soltanto una corsa alla March Madness (ASU non raggiunge le Sweet 16 dal 1995) per elevarne lo status a leggenda del programma. Piccolo, sgusciante, imprendibile e imprevedibile: il suo rimandato appuntamento col Draft fa tutta la differenza del mondo per Arizona State. L’esperienza e il carisma senza pari all’interno della squadra ne fanno sia la voce singola che l’elemento di raccordo principali nel backcourt: le doti di scorer sono indubbie (19.1 punti) ma, se vuole, sa coinvolgere i compagni (due anni fa era primo nella Pac-12 per Assist Rate).
https://www.youtube.com/watch?v=I80WGSGWaxM
Come già accennato, ci si aspetta molto dagli underclassmen. Fra questi, Josh Christopher (menzione d’onore nella nostra Top 10 dei freshmen) è quello circondato da maggiore hype. La sua scelta ha sorpreso molti (Michigan era data come destinazione più probabile) e ha acceso l’entusiasmo dei tifosi di Arizona State: #11 nella ESPN 100, il suo è il commit più “alto” nella storia del programma. Fisico e atletismo imponenti (Hurley lo ha paragonato a Luguentz Dort da questo punto di vista), si presenta come realizzatore prolifico e prospetto con un potenziale alto che può essere coltivato in più direzioni, quindi non solo in attacco.
Curiosità
Le student section appostate dietro i canestri hanno modi creativi per distrarre gli avversari in lunetta, ma la 942 Crew di Arizona State fa scuola a tutti dal 2013, anno di nascita della loro Curtain of Distraction. Da quelle tendine sono sorte scenette di ogni tipo: vecchiette che picchiano orsi, cowboy che cavalcano mucche, animali vari che twerkano, unicorni che pomiciano. Ogni tanto spunta anche una guest star: la performance più famosa è quella del plurimedagliato olimpionico Michael Phelps.
Copertina: Photo by Annelise Kofod/The State Press