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Azubuike e Dotson, Kansas da primo giro

Udoka Azubuike Devon Dotson Kansas
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 19 Giu, 2020

In questa puntata del Super Mock Draft NBA passiamo in rassegna la cinquina di giocatori del secondo giro più vicina alle prime trenta scelte. Qui troviamo due protagonisti, Udoka Azubuike e Devon Dotson, in una squadra che poteva ambire al titolo. Assoluti dominatori al college ma con qualche punto di domanda in ottica pro.

 

35. Cassius Stanley – SG – Duke – Fr.

12.6 PTS, 4.9 REB, 1.0 AST

Uno dei migliori atleti – se non proprio il migliore – di questa draft class, la guardia di Duke faceva parlare di sé già prima che iniziasse la scorsa stagione per aver superato il record di Zion Williamson nel salto da fermo. Biglietto da visita niente male, insomma. L’incredibile esplosività di Stanley non si limita al verticale, rendendolo quindi un pericolo per le difese e un giocatore dal potenziale considerevole in entrambe le metà campo. Potenziale che abbiamo più spesso intravisto che ammirato con chiarezza, a essere onesti, ma che è innegabile. E se sei un esterno con quei mezzi e un onorevole 36% da tre, allora hai più di una carta da giocare al livello superiore.

 

34. Robert Woodard – SF – Mississippi State – So.

11.4 PTS, 6.5 REB, 1.3 AST

Ala con qualità fisiche di prim’ordine, Woodard è sostanzialmente un armadio (201 cm d’altezza, 211 di wingspan e 107 kg di peso), ma di quelli – rari – che deambulano con facilità sul parquet. Il giocatore di Miss State attrae in primis per le sue capacità difensive: il suo mix di taglia e capacità atletiche ne fa un difensore a tutto tondo, capace di contestare gli avversari ad alta quota così come di essere incisivo sulle linee di passaggio. Presenza a rimbalzo piuttosto solida, c’è da chiedersi cosa possa dare nell’altra metà campo. Potenziale 3&D? Forse. Il bel 42.9% dell’ultima stagione fa ben sperare, ma parliamo di un volume di conclusioni basso (2.3 tentativi a partita) e con scarsa varietà di soluzioni.

 

33. Udoka Azubuike – C – Kansas – Sr.

13.7 PTS, 10.5 REB, 2.6 BLK

Dominante come nessun altro nell’ultima stagione, per KU dare la palla sotto al suo centrone equivaleva a mettere i soldi in cassaforte. Presenza d’area straripante, macchina da schiacciate, rimbalzi e stoppate: a livello collegiale era impossibile chiedere di più ad Azubuike, ma in NBA la musica promette d’essere diversa. Il nigeriano infatti non rappresenta un modello di giocatore propriamente moderno – mano quadrata, versatilità zero – e perciò è difficile immaginare per lui spazi enormi fra i pro. Dalla sua c’è un fisico eccellente, migliorato di stagione in stagione, che può permettergli di diventare una pedina preziosa da buttare in campo per minutaggi limitati. Di più, è difficile.

 

32. Jordan Nwora – SF/PF – Louisville – Jr.

18.0 PTS, 7.7 REB, 1.3 AST

Era molto atteso e la sua stagione non è stata una marcia trionfale, ma Nwora ha comunque dato più volte un saggio del proprio talento. Difensore abbastanza affidabile e tiratore eccellente con un range elevato (in generale, non solo per qualcuno del suo ruolo), l’ala dei Cards è però un giocatore ordinario sul piano atletico e fisico, il che sembra limitare il suo margine di miglioramento. Probabilmente non crescerà molto da questo punto di vista, dunque una sua eventuale scalata futura sembra perlopiù legata all’evoluzione in altri aspetti del gioco (gestione del pallone, playmaking, creazione di soluzioni dal palleggio).

 

31. Devon Dotson – PG – Kansas – So.

18.1 PTS, 4.1 REB, 4.0 AST

Così rapido da sembrare assolutamente imprendibile, Dotson non è di certo uno di quelli che impressiona sul piano fisico (188 cm d’altezza) ma la sua abilità nel tagliare le difese è tanto preziosa quanto traducibile al piano di sopra. Assoluto punto di riferimento di KU insieme ad Azubuike, ha tanti punti nelle mani e gran capacità nel servire i compagni. Con lui avremmo un pacchetto pressoché completo se non dovessimo scontrarci con un 30.2% da tre che non è proprio entusiasmante. Il volume e la tipologia delle conclusioni dalla distanza un po’ lo scusano, ma è indubbio che dovrà fare di meglio in NBA. Altrimenti c’è il rischio concretissimo di non poter diventare più di un onesto back up.

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