Alla March Madness 2021 ci sono cinque rappresentanti azzurri, tre nel torneo maschile e due in quello femminile. Ecco chi sono e fin dove possono spingersi.
TOMAS WOLDETENSAE (#4 Virginia / West Region). Si è trovato in un ruolo diverso rispetto all’anno scorso, da starter a giocatore che entra dalla panca per portare punti rapidi. Un cambiamento che l’ha spiazzato all’inizio, ma nell’ultimo mese e mezzo di stagione è apparso finalmente a proprio agio in quei panni (8.0 punti e 47.8% da tre in 16.3 minuti nelle ultime 7 partite). Virginia, meno affidabile del solito in difesa, ha bisogno anche del suo tiro per fare strada. La squadra però non offre grosse certezze ed è una di quelle grandi che dovrà far fronte a un discreto rischio upset già al primo turno (Ohio). Come se non bastasse, è nello stesso tabellone di Gonzaga, determinata nel portare a compimento una stagione storica, senza sconfitte. Insomma, un Torneo che si preannuncia durissimo per i campioni in carica.
MICHEAL ANUMBA (#12 Winthrop / South Region). Non è l’azzurro col seed migliore ma, chissà, magari sarà proprio lui quello che andrà più lontano. Dopo il passo in avanti dell’anno scorso, il reggiano ne ha fatto uno indietro in quanto a percentuali da tre punti (26.7%) e, più in generale, non è un tipo da tabellini che saltano all’occhio (6.4 punti, 4.0 rimbalzi, 1.0 assist). Allora perché è secondo per minuti in campo (24.2) in una squadra che ruota undici giocatori? Perché è uno dei migliori difensori della sua conference, può marcare dall’1 al 4 e coach Pat Kelsey si è sempre fidato ciecamente di lui. La sua Winthrop è una mid-major molto pericolosa e forse può approfittare del momento delicato di Villanova per farle uno scherzetto al primo turno. E la sua March Madness potrebbe anche non fermarsi lì.
ALESSANDRO LEVER (#15 Grand Canyon / West Region). Al quarto anno finalmente ce l’ha fatta, con tanti saluti a New Mexico State che gli aveva puntualmente rovinato la festa nelle scorse tre stagioni. Lever va alla March Madness da secondo realizzatore della squadra (13.3 punti), con un bagaglio tecnico invidiabile dal punto di vista realizzativo e, con Midtgaard, da componente di un frontcourt duo fra i migliori del panorama mid-major. Le due torri europee di GCU troveranno immediatamente pane per i propri denti contro la Iowa di Luka Garza. L’upset sembra poco probabile qui, viste le tante armi offensive a disposizione degli Hawkeyes. I Lopes però se la sono giocata abbastanza bene a inizio stagione contro le high-major (Arizona State e Colorado). Meglio non darli per sconfitti in partenza.
LORELA CUBAJ (#5 Georgia Tech / Hemisfair Region). Per il secondo anno di fila, cioè da quando c’è coach Nell Fortner in panchina, GT è una delle squadre più difficili da affrontare nella propria metà campo in tutta la Division I (#8 per Defensive Rating), in buonissima parte grazie all’apporto di Cubaj (11.7 punti, 11.5 rimbalzi, 3.0 assist, 1.3 stoppate), ultra versatile in difesa e padrona dei tabelloni nella ACC. Le insidie non mancano nel suo tabellone, anche al primo turno, ma una cavalcata fino alle Sweet 16 (dove forse troverebbe South Carolina, una #1 di gran qualità in entrambe le metà campo) sembra davvero fattibile.
ELISA PINZAN (#8 South Florida / Mercado Region). Seed alquanto ingeneroso per una formazione che ha dominato l’American Athletic e che ha record 18-3 in stagione. Nonostante il proverbiale equilibrio negli scontri 8-vs-9 al Torneo, vediamo USF favorita al primo turno contro Washington State, ma già al secondo troverebbe una corazzata come NC State. La difesa delle Bulls può farsi rispettare, ma l’attacco dovrebbe fare gli straordinari per calare l’upset. Qui entra in gioco l’azzurra (9.6 punti e 7.0 assist), floor general col compito di far girare una squadra capace di trovare diverse protagoniste nella metà campo offensiva.