Landers Nolley l’ha detto subito, appena arrivato al campus di Virginia Tech: “Voglio essere il miglior freshman della nazione”. Il termine usato è “most impactful”, ma il concetto è lo stesso. Il problema è che subito dopo aver professato le sue intenzioni la NCAA ha contestato l’eleggibilità di Nolley e quindi il ragazzo ha dovuto farsi un anno in panchina.
Nessun problema, il talento della Georgia (che in un primo momento aveva accettato il commitment proprio con i Bulldogs, salvo fare marcia indietro dopo un solo giorno) ha passato un anno ad allenarsi, aspettando il momento di scendere in campo. A chi gli chiedeva: cambia qualcosa questa stagione di stop? Lui rispondeva: “Assolutamente no. Voglio ancora essere il migliore”.
Idee chiare, che dopo le prime otto partite sembrano più frutto di consapevolezza che di presunzione. Nolley sta viaggiando a 20 punti a partita con 27 di PER (Player Efficiency Rating). Gli altri che hanno tenuto medie simili al primo anno si chiamano Trae Young, Marvin Bagley, DeAndre Ayton, Zion Williamson, Markelle Fultz o Bol Bol, quasi tutti giocatori draftati altissimi in Nba.
Landers dopo poche partite è diventato il faro della squadra allenata da coach Mike Young che, pur giovanissima (in quintetto, due junior e tre freshmen, dalla panchina altri tre freshmen e un sophomore), ha già registrato una vittoria fuori casa contro Clemson e una ancora più importante contro Michigan State. Certo, dopo l’impresa contro gli Spartans nelle successive due gare (contro la sorpresa Dayton e contro BYU) sono arrivate due sconfitte. Ma non per colpa di Nolley.
Il risultato di questo inizio spumeggiante è che gli scout Nba hanno iniziato a segnare il nome dell’ala di Virginia Tech, che essendo 201 cm coach Young schiera come 4 o addirittura a volte come 5. La squadra è leggera ma anche molto complessa da difendere, visto che Nolley in stagione è a 27/53 dall’arco, cioè sopra il 50%, pur tentando almeno 5 triple a partita, e ha il miglior OffRtg dopo Jordan Nwora e Vernon Carey. E pensare che quando coach Buzz Williams ha lasciato Virginia Tech per andare a Texas A&M, in un primo momento Nolley si era iscritto al portale dei trasferimenti, salvo poi decidere di rimanere a Blacksburg.
Il ragazzo cresciuto in Georgia, per sua stessa ammissione, si è sempre ispirato a Kevin Durant (di cui ha studiato i movimenti guardando ore di partite) e non andate a leggere i paragoni che fanno gli scout altrimenti state male, vi basti sapere che qualcuno ha scritto “una via di mezzo tra Devin Booker e Paul George” (“… calling him something between Paul George and Devin Booker feels appropriate“). Ecco, a Nolley piacerebbe. E di sicuro anche a Virginia Tech: purtroppo per entrambi, ovviamente, è invece molto presto per sbilanciarsi. Al momento la Nba è intrigata dalla facilità di tiro innestata su un atleta sopra 2 metri che non disdegna difesa e rimbalzi. Per il college basketball è già tanta roba.